Italia e Stati Uniti rafforzano la cooperazione in materia di aerospazio, innovazione e alta tecnologia. Questo il tema al centro dell’incontro a Washington tra il ministro per l’Innovazione, Vittorio Colao, il presidente dell’Asi, Giorgio Saccoccia, il segretario esecutivo del National space council, Chirag Parikh, e l’amministratore della Nasa, Bill Nelson
Continua e si rafforza la collaborazione per lo Spazio tra Italia e Stati Uniti. Il ministro per l’Innovazione e la transizione digitale, Vittorio Colao, accompagnato dal presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Giorgio Saccoccia, si sono recati in vista a Washington, dove hanno incontrato l’amministratore della Nasa, Bill Nelson, e Chirag Parikh, il segretario esecutivo del National space council, l’organo della Casa bianca che si occupa della politica spaziale presieduto dal vice presidente Usa Kamala Harris. Al centro dell’incontro, secondo quanto riporta l’ambasciata italiana a Washington, la cooperazione tra i due Paesi in materia di aerospazio, innovazione e tecnologia.
Le relazioni spaziali tra Italia e Usa
La partnership tra Italia e Stati Uniti in campo spaziale affonda le sue radici agli albori dell’esplorazione umana oltre l’atmosfera, un percorso che parte dal 1962, anno dell’accordo di cooperazione che permise due anni dopo di lanciare dagli Usa il satellite San Marco, primo oggetto italiano in orbita. In tempi più recenti, l’accordo Italia-Stati Uniti sulla fornitura dei moduli pressurizzati per lo Space Shuttle e la Stazione spaziale internazionale (Iss) ha permesso al nostro Paese di avere un accesso privilegiato (per astronauti ed esperimenti) all’avamposto orbitante. Da aggiungere a quello discendente dalla partecipazione all’Agenzia spaziale europea (Esa).
Occhi puntati sulla Luna
Oggi, naturalmente, l’attenzione è maggiormente rivolta a Artemis, il programma con cui la Nasa punta a riportare l’uomo sulla Luna entro il 2024, questa volta per restarci tra una base sul polo sud e una piattaforma orbitante, il Lunar Gateway. L’Italia, tra i primi firmatari degli Artemis Accords a ottobre del 2020, sarà a bordo dell’impresa fin della prima missione, prevista per agosto, che vedrà il veicolo Space Launch System e la capsula Orion passare intorno alla Luna, senza equipaggio. Per il futuro, inoltre, attraverso l’Esa il nostro Paese parteciperà alla realizzazione del modulo abitativo I-Hab per il Lunar Gateway, un progetto guidato da Thales Alenia Space (joint venture tra la francese Thales al 67% e Leonardo al 33%).
Il memorandum d’intesa con Axiom
Il ministro Coalo, inoltre, è reduce dal recente accordo siglato a Palazzo Chigi di un memorandum di intesa tra il governo italiano e l’azienda texana Axiom Space, rappresentata dal suo presidente e amministratore delegato Michael Suffredini, per approfondire la cooperazione nell’ambito spaziale, sviluppando e attuando nuovi progetti congiunti. L’accordo punta a consolidare ancor di più le relazioni bilaterali tra Italia e Stati Uniti, aprendo un nuovo capitolo della presenza umana attorno alla Terra e sulla Luna. Axiom Space sta infatti costruendo, in collaborazione con la Nasa, una nuova stazione spaziale commerciale, che si avvale di importanti contributi da parte del comparto industriale italiano e dell’Aeronautica militare, con il colonnello dell’Arma azzurra e cosmonauta, Walter Villadei, che parteciperà alle prossime missioni di Axiom e che attualmente si sta addestrando al Johnson Space Center della Nasa, a Houston. A partire dalla seconda metà del 2024, i moduli pressurizzati prodotti dalla società verranno collegati al Nodo 2 della Stazione spaziale internazionale, ampliandone l’abitabilità e l’utilizzo, prima di staccarsi per diventare un’infrastruttura residenziale e commerciale completamente autonoma.
Quanta Italia sulla stazione spaziale commerciale
La struttura primaria e il sistema di protezione da micro meteoriti e detriti sia per il Node one (AxN1) sia per il Modulo abitativo (AxH) della nuova stazione di Axiom saranno progettati, sviluppati, assemblati e testati da Thales Alenia Space. Queste componenti faranno parte dei primi due (dei quattro moduli totali) che entro il 2025 saranno attaccati al Nodo 2 dell’Iss, anch’esso realizzato da Thales Alenia Space (come l’oltre il 50% del volume abitabile della Stazione).
Il live talk di Airpress
Di questi temi ne parleranno insieme il colonnello Villadei, Simonetta Di Pippo, direttrice dello Space economy evolution lab dell’Università Bocconi, e Massimo C. Comparini amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia, nel corso dell’evento “Quale futuro per la Stazione spaziale internazionale”, organizzato dalla rivista Airpress venerdì 10 giugno alle ore 17:30, in diretta su questa pagina e sui canali nostri social.