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Amendola e Ceccanti, c’è una chance per il Pd

Inizialmente erano stati sacrificati a favore delle logiche correntizie che animano il Pd. Ora, il salvataggio in corner. Il costituzionalista: “La scelta dei candidati nei collegi incerti è uno degli elementi qualificanti che dà il segno di una coalizione. Sono onorato di essere stato designato”

Ripescati eccellenti. Li potremmo definire così, se il loro prestigio non li precedesse e la loro iniziale esclusione dalle candidature del Pd non sembrasse – come del resto è – un maldestro errore. Ma tant’è. Enzo Amendola, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e il costituzionalista Stefano Ceccanti, hanno un tratto comune: la competenza. Riconosciuta, peraltro, anche dagli avversari. Quanto meno quelli intellettualmente onesti.

Noi di Formiche.net fummo tra i primi a sollevare il problema del loro posizionamento in liste e seggi a dir poco difficili da conquistare. Le cose, in politica, fortunatamente cambiano. Ebbene, Ceccanti sarà il candidato all’uninominale al collegio Pisa-Fucecchio per la Camera. A Enzo Amendola invece toccherà il posto che avrebbe dovuto essere Raffaele La Regina, segretario dem lucano al centro di diverse polemiche legate a gravi post di stampo antisemita. E qui apriamo una parentesi: le vicende che coinvolgono La Regina sono se non altro paradossali, dal momento che il Pd ha fatto dell’antisemitismo la sua bandiera e uno dei suoi esponenti di spicco, Emanuele Fiano, conduce in questo senso battaglie encomiabili anche e soprattutto per ragioni familiari.

Ma torniamo ai due. Quella di Amendola, dunque, non sarà più “una candidatura di servizio, per rispetto ai militanti e agli elettori del Pd”, come sarebbe stata quella a Napoli nella lista per il Senato. E come peraltro aveva scritto lui stesso sui social. Ora, sarà capolista in Basilicata. “Enrico Letta – si legge sulla bacheca del sottosegretario – mi ha chiesto di correre come capolista alla Camera in Basilicata dopo la rinuncia di Raffaele La Regina. Come sempre, la mia candidatura è al servizio della nostra comunità. Grazie Raffaele, hai dimostrato amore per il Partito Democratico. Adesso facciamo vincere il Sud. Uniti”.

Un po’ più articolato il messaggio che il costituzionalista affida ai suoi profili social, motivando il suo impegno. “Accetto con gioia la proposta del nostro segretario Enrico Letta di essere il candidato della coalizione di centrosinistra nel collegio uninominale Camera di Pisa-Fucecchio -così il dem – . Spero di essere all’altezza di questo compito. Fin dall’inizio sulla base del lavoro comune fatto nel Pd Pisa mi ero dichiarato disponibile a correre per questo collegio, che è uno di quelli più incerti a livello nazionale. Il centrosinistra parte sotto di pochi punti e sarebbe in astratto recuperabile. Non quindi, lo ribadisco, la proposta di un seggio sicuro, ma di un collegio contendibile”. E questo passaggio non è banale. Ma con la riduzione del numero di parlamentari è evidente che anche i seggi ‘sicuri’ (ammesso che per il Pd ce ne siano ancora) sono quanto meno dimezzati.

“La scelta dei candidati nei collegi incerti – il ragionamento del costituzionalista – è uno degli elementi qualificanti che dà il segno di una coalizione. Sono onorato di essere stato designato. Nei collegi uninominali, in questo diversi dai listini proporzionali, la contendibilità, per quel poco che contano i candidati, è legata al radicamento territoriale, che vale più di qualsiasi altra cosa. Per questo non avrei accettato una candidatura in nessun altro collegio, avrebbe significato smentire i legami stabiliti o comunque rafforzati nei cinque anni trascorsi”.

Insomma la partita per il Pd parte senz’altro in salita. Ma aver valorizzato Amendola e Ceccanti, seppur in corner, ci porta a una considerazione: esiste ancora un residuo di buonsenso. La competenza premia.


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