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Innovazione e crescita, cosa hanno detto Colao, de Puyfontaine e Ferraris a Rimini

L’Italia è ancora troppo indietro nella digitalizzazione della propria industria e amministrazione. Ma idee e soldi non mancano, basta solo saperli maneggiare. Il confronto con de Puyfontaine, Colao, Ferraris, Mezzanzanica e Travaglia

Innovazione può far rima con qualità della vita. Anzi, il più delle volte è così. Il problema è che l’Italia è indietro e non senza colpe. E allora occorre fare di più, investire anche e soprattutto usando i soldi del Pnrr, che dedica alla digitalizzazione un intero capitolo per ogni Paese destinatario.

Questo il canovaccio della tavola rotonda Il cambiamento possibile. Innovare per essere umani, organizzata nell’ambito del Meeting di Rimini e alla quale hanno partecipato Vittorio Colao, ministro per l’Innovazione tecnologica e Transizione digitale, Arnaud de Puyfontaine, amministratore delegato di Vivendi, Luigi Ferraris, ceo di Ferrovie, Mario Mezzanzanica, professore di Computer Science and Engineering, Università Milano Bicocca e Marco Travaglia, presidente e ceo di Nestlé Italia e Malta.

Primo punto, perché l’Italia è indietro sul digitale. “Il nostro ritardo è figlio della mancanza di competenze e della scarsa coscienza di quanto l’innovazione sia importante in azienda. Le piccole imprese sono in affanno sulle tecnologie e penso che il Pnrr sia fondamentale per colmare questo gap”, ha spiegato Mezzanzanica. “La conoscenza è oggi uno strumento fondamentale per la capacità di prendere decisioni, mentre l’efficienza significa risparmio, velocità, soluzioni. E questo non lo si può ignorare, tanto basta a giustificare la necessità e il bisogno di digitale nel sistema industriale italiano”.

Il ministro Colao, intervenuto in videomessaggio, ha tracciato un bilancio degli ultimi mesi di governo, ovviamente in chiave innovazione. “Il passaggio di consegne è stato più accelerato del previsto, ma sono soddisfatto. Sono stati 18 mesi molto intensi e il bilancio è positivo. Abbiamo assegnato i fondi per la digitalizzazione, con una risposta eccezionale da parte di comuni e enti locali (92%), abbiamo creato programmi innovativi sulla parte delle competenze digitali e siamo partiti con la sanità digitale, grazie alle regioni. E poi c’è questa cosa in più dello spazio: abbiamo rilanciato la posizione italiana”, ha spiegato l’ex manager di Vodafone.

Positiva la risposta delle imprese. “Le imprese italiane hanno investito e si stanno modernizzando, grazie anche ai fondi del Pnrr per la connettività. Bisogna ancora lavorare sui servizi pubblici che sono ancora relativamente poco moderni. Le piattaforme le abbiamo fatte, ora il prossimo governo dovrà farli entrare nel quotidiano”. Infine Colao ha annunciato una novità per dicembre: “una nuova piattaforma per accesso ai benefici fiscali e ai bonus per i cittadini che sono pre-riconosciuti dal sistema. Una soluzione alla base della nuova fiducia fra cittadini e Stato”.

Baricentro decisamente più industriale per le considerazioni di de Puyfontaine, ceo di Vivendi, azionista di riferimento in Tim e impegnata nella partita per la rete unica. Telecom è “una grandissima azienda, che ha le proprie sfide, ma è fondamentale avere il giusto contesto e la rete unica fa parte di questo contesto. Ed è il giusto passo da fare, ci sono voluti molti anni ma credo che in questo momento possiamo essere a un punto di svolta. Lo ripeto sempre vogliamo essere proattivi e costruttivi per creare questa rete unica a vantaggio di tutte le imprese e i cittadini italiani, e stiamo facendo il possibile affinché questo avvenga”.

E di digitalizzazione e infrastrutture ha parlato anche il numero uno di Ferrovie, Ferraris. Il quale ha ricordato di aver lanciato “un piano decennale che prevede investimenti di circa 190 miliardi, focalizzati su infrastrutture fisiche, sviluppo logistica e sviluppo trasporto passeggeri collettivi. Come elementi chiave innovazione, digitalizzazione e persone”. Ma non è tutto. Il manager ha poi focalizzato l’attenzione su un piano, già in corso, per avere la massima copertura 4G su tutta la rete Alta Velocità entro in prossimi 18 mesi, e un progetto di lungo periodo che prevede un investimento di 2 miliardi di euro per estendere e potenziare la fibra ottica spenta lungo l’intera rete ferroviaria di 17mila chilometri.

“Abbiamo appena implementato un upgrade da Milano a Bologna, ed entro dicembre andremo a coprire l’intera tratta Bologna-Firenze. In 18 mesi, dunque, avremo un livello 4G su tutta la rete Av”. Ma l’obiettivo è avere gli stessi risultati anche sui treni regionali e sugli autobus. Il secondo progetto, infatti, è di più lungo periodo e con un investimento di 2 miliardi di euro inseriti nel Contratto di Programma porterà a estendere la fibra ottica spenta lungo l’intera rete ferroviaria. “La tecnologia”, ha concluso Ferraris, “deve in ogni caso rappresentare un mezzo, non un fine. I nuovi algoritmi ci consentono di portare avanti delle attività che prima erano più manuali, c’è una sorta di disintermediazione dell’uomo, che va gestita adeguatamente. Contemporaneamente dobbiamo fare in modo che la tecnologia vada a supporto di nuove professionalità, il tutto attraverso una formazione adeguata, cambiando il modo di lavorare senza lasciare indietro nessuno”.

 

 

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