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Due spie russe al ministero dell’Economia. Indagini a Berlino

L’intelligence interna lavora sul caso di due persone che si occupano di forniture energetiche (come il Nord Stream 2) in posizioni chiave: potrebbero essere talpe del Cremlino. Sospetti che, se confermati, sarebbero fonte di imbarazzo per la Germania e un successo per Putin

Due alti funzionari del ministero dell’Economia tedesco sono sotto indagine per presunte attività di spionaggio a favore della Russia. A rivelarlo è il quotidiano Die Zeit, sottolineando che gli uomini del Bundesamt für Verfassungsschutz, cioè il servizio di intelligence interna, stanno lavorando sul caso che coinvolge due persone “che si occupano di forniture energetiche in posizioni chiave” e che potrebbero essere talpe del Cremlino.

Se confermato, l’episodio rappresenterebbe “una spettacolare violazione della sicurezza in un momento molto delicato per la Germania e per l’Europa”, nota Politico. Il ministero dell’Economia, infatti, è guidato da Robert Habeck, presidente dell’Alleanza 90/I Verdi, che è anche il vice del cancelliere Olaf Scholz. Sta svolgendo un ruolo cruciale nel preparare la Germania a far fronte alla crisi energetica, con il presidente russo Vladimir Putin che taglia le forniture di gas in risposta alle sanzioni occidentali per l’invasione dell’Ucraina. La Germania sta cercando da mesi di rendersi sempre meno dipendente dal gas russo e sostituirlo con forniture provenienti da altri Paesi, tra cui Qatar, Norvegia e Canada. Habeck è stato tra i ministri che hanno spesso sottolineato l’importanza di questo passaggio.

Una delle questioni più delicate che ha affrontato recentemente la Germania è quella sul Nord Stream 2, un gasdotto progettato dalla Russia. Per anni, i governi tedeschi hanno difeso il gasdotto definendolo un progetto esclusivamente commerciale senza implicazioni politiche. Ma è stato interrotto dopo l’invasione dell’Ucraina. Die Zeit ha riferito che sono state sollevate preoccupazioni per la sicurezza in merito al contenuto dei documenti interni relativi a Nord Stream 2. All’inizio di quest’anno, i consiglieri del ministro si sono rivolti all’intelligence in merito a “incongruenze nei documenti interni su Nord Stream 2 e sul livello di riempimento degli impianti di stoccaggio del gas, nonché nel rapporto sulla sicurezza degli approvvigionamenti della Germania”, ha spiegato il giornale. Al ministero dell’Economia, “molti documenti” erano “pieni di comprensione per il punto di vista russo, ed era sorprendente che le argomentazioni spesso non si adattassero alla linea ufficiale del governo tedesco”, si legge ancora nell’articolo.

Indagando sui sospetti, sul loro passato e sui loro viaggi, l’intelligence ha riscontrato “anomalie biografiche, in un caso una visita di studio in Russia” e internamente si parlava di una “vicinanza emotiva alla Russia”. Tale vicinanza da sola non può essere considerata una prova schiacciante, dato che molti esponenti dell’élite politica berlinese hanno mantenuto a lungo legami cordiali con il Cremlino, si legge nell’articolo.

Tuttavia, se i sospetti dovessero essere confermati, l’incidente rappresenterebbe un grave imbarazzo per la Germania e il suo attuale governo, nonché un trionfo di relazioni pubbliche per Putin, ha chiosato Politico.

Dopo il caso “italiano” di Maria Adela infiltratasi negli ambienti Nato di Napoli negli anni passati, o forse ancor di più dopo il caso di Walter Biot con cui Roma l’anno scorso ha ribadito il suo euroatlantismo, ecco quello – ancora da dimostrare – dei due funzionari tedeschi. A dimostrazione di come l’aumento delle minacce cibernetiche non corrisponda per forza a una diminuzione di quelle fisiche.

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