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Italgas nel mercato greco. Come cambia lo scacchiere euromediterraneo

Il player italiano privatizza Depa e “segue” Snam in un percorso di crescita strategica: il dossier energetico è in cima ai pensieri geopolitici anche di Roma

Dopo Snam, anche Italgas entra nel mercato greco e privatizza Depa, infrastruttura del gas. In questo modo si coagula uno spaccato “mediterraneo” e specificatamente italiano nel dossier energetico lì dove si sta giocando una partita strategica anche legata alle mosse degli eventuali detrattori (Turchia e Russia). Spicca così la possibilità per Roma di farsi player tanto nei Balcani quanto nell’Egeo.

Italgas

Quasi 2 miliardi di euro di investimenti, con la creazione di nuovi posti di lavoro e soprattutto con la consapevolezza che l’Italia può essere player primario all’interno del dossier energetico in un’area dove anche gli interessi dei colossi Usa sono presenti da tempo. È di ieri la firma per l’acquisizione delle quote di Depa Infrastructure, detenute da TAIPED (l’ente che provvede alle privatizzazioni in Grecia) con il 65% e Hellenic Petroleum con il 35%. Italgas prevede di stimolare la trasformazione digitale della rete di distribuzione ellenica per creare così le condizioni per l’uso diffuso di nuovi gas come biometano, idrogeno verde e metano sintetico. Le previsioni italiane stimano vendite per più di 1,4 miliardi di euro nel 2022, rispetto a 1,37 miliardi di euro nel 2021, anche se il debito dovrebbe salire a 5,9 miliardi di euro.

I commenti

Secondo l’amministratore delegato di Italgas, Paolo Gallo, presente ieri ad Atene con i ministri greci dell’economia e dell’energia, Xristos Staikouras e Kostas Skrekas, “il viaggio più importante inizierà ora perché crediamo che Italgas possa aggiungere valore a questo Paese, aiutare la sua transizione energetica ed espandere le reti di distribuzione del gas in tutta la Grecia. Dopo 10 anni, Italgas torna in Grecia. Ci proveremo e sono sicuro che riusciremo a sostenere la transizione energetica anche in questo periodo difficile che sta attraversando l’Unione Europea”.

Il ministro Skrekas ha sottolineato che Italgas sta investendo in Grecia quasi 900 milioni di euro per acquistare Depa Infrastructure “e in questo modo aiutare l’economia greca, aiutare la Grecia e i greci consumatori di gas naturale oggi, ma domani consumatori di gas rinnovabili e idrogeno. Italgas è la terza società di trasporto e distribuzione di gas naturale in Europa, società che ha un piano di investimenti che supera gli 8 miliardi di euro fino al 2028 di cui 1,9 miliardi di euro saranno investiti in Grecia”.

Snam

La mossa di Italgas segue quella di Snam, che dal 2018 guida un consorzio che detiene il 60% dell’operatore greco della rete del gas Desfa. Con 535 milioni di euro è stata acquisita una partecipazione del 66% nel gestore greco: oltre a Snam ci sono la spagnola Enagas e la belga Fluxys. Inoltre, al fine di comprendere la validità dell’operazione, è utile ricordare che Desfa nel novembre 2020 ha firmato un accordo per l’acquisto di una partecipazione in un terminale offshore di gas naturale liquefatto (GNL) nel nord della Grecia, che sta sviluppando il progetto Alexandroupolis LNG, un progetto di “interesse comune” dalla Commissione Europea, che dovrebbe essere operativo entro il 2023. Con una capacità di circa 6 miliardi di metri cubi di gas all’anno, l’unità di stoccaggio e rigassificazione offshore sarà in grado di alimentare il gas in altri sistemi di gasdotti previsti nell’area, tra cui il Tap e l’Igb.

Scenari

Modernizzare la più grande rete di gas ellenico presenta due elementi di analisi: il primo verte la possibilità per la Grecia di dotarsi di infrastrutture all’avanguardia grazie al know how italiano e, al contempo, la possibilità per l’Italia di recitare un ruolo maggiore, nel merito e nel metodo dell’operazione in sé. L’auspicio di Italgas è che all’interno di un contesto europeo, Italia e Grecia possano ambire ad essere attori protagonisti nelle reti digitali del gas con il macro obiettivo rappresentato dalla transizione energetica.

Oltre a ciò, assoluta rilevanza riveste il peso geopolitico dell’acquisizione italiana: in un momento caratterizzato dalle nuove scoperte di Eni a Cipro, dai ragionamenti che andranno fatti sul come utilizzare quel gas tra Israele, Cipro, Grecia ed Europa, poter contare su uno dei più importanti progetti di sviluppo patrimoniale in Grecia è un elemento non secondario per le policies italiane alla voce energia. Non ci sono solo gasdotti e tubi in cima alle priorità aziendali, ma l’ampliamento delle reti di distribuzione del gas naturale rappresenta un step imprescindibile.

@FDepalo


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