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La dura replica di Mattarella non ci deve stupire. Parola di Gallippi

Il saggista, biografo di Mattarella e già docente a Tor Vergata: “Non è la prima volta che dal Quirinale arrivano repliche ferme a leader europei. Credo che le preoccupazioni sul governo Meloni appartengano a qualche frangia minoritaria in Ue e non si possano interpretare come voci ufficiali degli Stati. Prova ne è la presa di posizione di Macron, dopo l’intervista di Boone”

Francesi, state sereni: “L’Italia sa badare a se stessa”. La risposta di Sergio Mattarella ai timori sul rispetto di “diritti e libertà nel nostro Paese”  (nel caso di un governo guidato da Giorgia Meloni) espressi da Laurence Boone nell’intervista a Repubblica traccia una linea di confine. Collaborazione sì, ingerenze mai. Fortunatamente a mettere una pezza dopo lo scivolone della ministra, è stato il numero dell’Eliseo, Emmanuel Macron chiarendo, peraltro, di avere piena fiducia nel Quirinale. La determinazione e la fermezza con le quali Mattarella è intervenuto sono notevoli “ma non ci devono stupire. Il presidente su certi temi non transige e non è la prima volta che risponde a tono ai leader europei”. Lo spiega a formiche.net Angelo Gallippi, saggista (ha pubblicato Sergio Mattarella. 40 anni di storia italiana – Paesi edizioni), già docente all’università Tor Vergata.

La presa di posizione di Mattarella non è stata insolita, dunque?

No, ci sono diversi precedenti. Nell’anno nero del Covid, ad esempio, rispose a tono a Christine Lagarde e a Boris Johnson.  La replica a quest’ultimo in particolare, giocata sui concetti di libertà e serietà, fu molto efficace. Ed è per questo che non sono stupito dalla sua ultima presa di posizione.

Il presidente della Repubblica ha in qualche modo difeso Giorgia Meloni, nonostante non intercorrano rapporti brillanti. 

Il Capo dello Stato ha difeso le prerogative di un paese sovrano, come è l’Italia che è dotata della sua Costituzione e di un sistema di ‘controllo’ autonomo che non può e non deve essere soggetto a ingerenze estere. I rapporti tra Meloni e Mattarella, in effetti, non sono propriamente irenici. D’altra parte lei lo ha definito “superstite della prima Repubblica” e, in anni passati, ci fu la paventata idea di chiedere l’impeachment. Tuttavia, va ricordato che quando la leader di FdI venne offesa dallo storico Giovanni Gozzini, Mattarella fu tra i primi a chiamarla per esprimerle massima solidarietà.

Il fatto che è un paese europeo avanzi questa preoccupazione è indice che le cancellerie non erano pronte al risultato elettorale che le urne hanno consegnato?

Secondo me la vittoria del centrodestra con la preponderanza del partito di Giorgia Meloni era ampiamente prevedibile. Per cui non penso che in Europa non ce lo si aspettasse. Credo che queste preoccupazioni appartengano a qualche frangia minoritaria in Ue e non si possano interpretare come voci ufficiali degli Stati. Prova ne è la presa di posizione di Macron, dopo l’intervista di Boone. Il fatto però che questo tentativo di ingerenza sia arrivato proprio dalla Francia penso che sia dispiaciuto molto a Mattarella.

Perché?

Mattarella ha lavorato molto per costruire un solido asse tra Roma e Parigi, anche per bilanciare quello franco-tedesco. Senz’altro questa uscita infelice di Boone non è stata piacevole in questo senso.

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