Il segretario del Partito Repubblicano: “Sui rave party sarebbe stato decisamente meglio presentare un disegno di legge da discutere in parlamento. Il contante? Non è una priorità”. E sul cantiere nel centrosinistra “è evidente che il Movimento 5 Stelle sta portando avanti un’Opa ostile nei confronti del Pd, ma tra i dem c’è ancora chi sogna l’alleanza”
Conti pubblici, posizionamento dell’Italia in Europa e riforme istituzionali. Sono i primi tre banchi di prova sui quali la premier Giorgia Meloni e il suo governo verranno misurati. Ed è su questi temi che anche il segretario nazionale del Partito Repubblicano Italiano, Corrado De Rinaldis Saponaro concentra le sue riflessioni, allargando lo sguardo anche a quello che succede a sinistra.
Saponaro, alle elezioni del 25 settembre il Pri si è schierato con il terzo polo. Una scelta che rivendicate?
Prima delle elezioni avevamo stretto un accordo con Italia Viva, poi con l’ingresso di Azione siamo ‘scomparsi’ dall’alleanza, sebbene ci siano stati nostri candidati in alcune zone d’Italia. Resta comunque il fatto di rivendicare una posizione ‘terza’ rispetto alle due coalizioni.
Come valuta le prime mosse del governo Meloni?
Ho colto diversi aspetti positivi nell’intervento di insediamento del premier alla Camera. Peccato però che molte dichiarazioni d’intenti siano state smentite, poche ore dopo, da alcune mosse che non condividiamo. Quanto meno nella forma. Come l’introduzione della norma anti-rave e la proposta di alzare il tetto del contante.
Cosa non va?
Sui rave party sarebbe stato decisamente meglio presentare un disegno di legge da discutere in parlamento. Quello è il luogo deputato alla discussione politica. Il dialogo e la condivisione con le altre forze politiche avrebbe evitato alcuni errori. Sul contante invece, mi pare che non sia per nulla una priorità in questo momento storico.
Va detto, comunque, che la manovra interviene pressoché esclusivamente sulla vera priorità del momento: il caro-energia.
Infatti questo è un aspetto che valuto molto positivamente, tanto più che coglie un’esigenza reale denunciata da famiglie e imprese. E’ positiva anche la linea assunta verso un’implementazione dell’estrazione di gas dai nostri mari. Ora occorre tenere la barra dritta sul cuneo fiscale, per poter permettere ai lavoratori di tenersi qualcosa in tasca anche per contrastare una spirale inflattiva sempre più preoccupante.
Quale sarà la sfida principale di Meloni su scala internazionale?
Mi pare che il posizionamento a favore dell’Ucraina nell’ambito del conflitto sia più che chiaro. E su questo non possiamo che essere concordi con il premier. Ora Meloni deve evitare di alzare muri ed evitare di lavorare nella direzione di creare una federazione di stati. Va evitata qualsiasi strada che conduca verso l’isolamento. Mai come ora occorre lavorare per l’unità dell’Unione europea.
La sinistra scende in piazza per la pace e per chiedere il cessate il fuoco in Ucraina. Nel frattempo, si lacera. Che scenari prevede?
In piazza abbiamo visto due sinistre. Una baldanzosa, che gongola perché i sondaggi la danno in ripresa. E un’altra imbronciata e rugosa per via delle forti divisioni interne. E’ evidente che il Movimento 5 Stelle sta portando avanti un’opa ostile nei confronti del Pd (l’operazione che Azione sta conducendo verso Forza Italia). Ma il problema più grosso è evidente che l’abbiano i dem.
Che esito si aspetta dal congresso?
Chiunque vinca il congresso non riuscirà a risolvere i problemi profondi che affliggono il Pd. Bonaccini, che noi apprezziamo molto e del quale condividiamo l’impostazione amministrativa che sta applicando in Emilia-Romagna, se dovesse decidere di candidarsi alla segreteria, prevedo farà molta fatica. Tanto più che, nonostante tutto, c’è ancora nel Pd chi ha nostalgia dell’alleanza con il Movimento 5 Stelle.