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Chi c’è (e chi è stato escluso) al vertice sull’IA militare

Nei due giorni all’Aja si incontreranno cinquanta Stati, con Washington e Pechino ad attirare tutti gli occhi su di loro. Per via della sua invasione, Mosca è stata tenuta fuori. Si parlerà dell’utilizzo dell’IA nell’esercito, con l’obiettivo di arrivare a una dichiarazione congiunta, difficile da raggiungere

Nei Paesi Bassi, i funzionari di Stati Uniti e Cina si incontreranno per il primo vertice sull’utilizzo responsabile dell’Intelligenza Artificiale in campo militare. Si terrà a l’Aja, in uno dei Paesi più tecnologici in Europa e per questo un attore fondamentale a livello comunitario, e vedrà la presenza di altri quarantotto Stati oltre alle due superpotenze. Esclusa di lusso sarà invece la Russia, per le solite valide ragioni che vanno ritrovate in Ucraina, sebbene Mosca sfrutti la tecnologia militare in modo tutt’altro che responsabile. La guerra sarà proprio il focus centrale che verrà discusso mercoledì e giovedì. “È arrivato il momento per questa idea”, ha dichiarato il ministro degli Esteri olandese Wopke Hoekstra, certo di come si stia compiendo “il primo passo per lavorare su quale sarà l’uso responsabile dell’IA nell’esercito”.

In contemporanea, andrà in scena un altro evento, che coinvolgerà duemila persone tra esperti e accademici, che discuteranno dell’uso di droni e altre armi letali per scopi bellici. Anche qui, la presenza dei russi non sarebbe stata male visto che utilizzano queste armi, specie quelle di fabbricazione iraniana, contro la popolazione civile ucraina. Un modus operandi vietato già dal diritto internazionale, che in guerra considera legittimi solo gli attacchi contro obiettivi militari, ma ciò che serve è una regolamentazione universale sull’Intelligenza Artificiale.

“Ci stiamo muovendo in un campo che non conosciamo”, ha proseguito il ministro Hoekstra, “per il quale non abbiamo linee guida, regole, quadri o accordi. Ma ne avremo bisogno al più presto, piuttosto che dopo”. L’intento del vertice olandese è di arrivare almeno a una dichiarazione congiunta, ma non è detto che così sarà.

Fino ad oggi, infatti, gli Stati si sono mostrati titubanti di fronte a questa possibilità, preoccupati più per quello che potrebbe rappresentare un freno al loro sviluppo tecnologico. È infatti dal 2014 che si sta discutendo sulla possibilità di inserire gli armamenti autonomi – e quindi senza bisogno di un soldato umano che li governi – all’interno della lista di quelli vietati dalla Convenzione Onu sulle armi convenzionali (Ccw). Un dibattito che andrà avanti a prescindere dal vertice olandese, ha rassicurato Hoekstra.

Pubblicare un comunicato che racchiuda, più o meno bene, gli interessi di tutti è un obiettivo ambizioso, ma anche il minimo che ci si aspetta di fronte alla grandezza della sfida. Rimandare ancora potrebbe essere un inutile spreco di tempo e, per tale ragione, il Dipartimento della Difesa statunitense cercherà di capire su quali punti focalizzarsi.

Un portavoce dell’ambasciata cinese nei Paesi Bassi, invece, ho sottolineato come il suo Paese sia già impegnato a riguardo, come dimostra un documento in cui Pechino ha espresso la necessità di evitare “errori di calcolo strategici” nel campo dell’Intelligenza Artificiale, lavorando affinché non si attui un’escalation. Proprio a questo servono gli accordi.



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