Al Pd, sul tema della difesa e del sostegno militare a Kyiv, converrebbe mantenere una linea coerente per riscuotere credibilità agli occhi dell’elettorato e per rafforzare la sua posizione all’interno della famiglia europea. Sulla difesa comune si misureranno le sensibilità dei partiti
Il Pd si spacca sul voto al regolamento Asap (il piano presentato dalla Commissione europea che prevede anche finanziamenti per la difesa, in particolare per le munizioni). La Lega, differentemente dal resto di Id, ha votato a favore. La posizione unitaria del centrodestra registrata anche a Bruxelles su un dossier così fondamentale, potrebbe aprire nuovi scenari in vista delle elezioni europee dell’anno prossimo. Ci potrebbero essere, su questi temi, delle convergenze trasversali? La risposta che arriva da Nicoletta Pirozzi, responsabile del programma Ue dell’Istituto affari internazionali, è affermativa. Non solo. “Per il Pd, politicamente, conviene seguire la linea della coerenza, in vista delle Europee del prossimo anno, e continuare a sostenere l’impegno per il rafforzamento della difesa europea oltre che gli aiuti militari a Kyiv”.
Asap ha creato una spaccatura nel centrosinistra italiano. La segreteria ha una linea a dir poco ambigua sugli aiuti a Kyiv. Che succede?
Per il Pd sarà fondamentale tenere la barra dritta, sia a livello nazionale che europeo (anche per rimanere saldamente incardinati alla famiglia dei socialisti), e continuare sulla linea del sostegno a Kyiv oltre che profondere le sue forze nel costruire un orizzonte comune di difesa europea. Questo implica necessariamente degli investimenti.
Eppure i trattati europei non consentono di attingere alle risorse del bilancio comune per investimenti sulle spese militari.
Infatti, a mio modo di vedere, la vera sfida per le prossime forze europee sarà quella di riscrivere i trattati facendo in modo di evitare la frammentazione tra i Paesi membri e di individuare nel bilancio comune il “serbatoio” dal quale attingere le risorse per aumentare la spesa militare nella cornice del rafforzamento della difesa europea.
Il regolamento Asap come si colloca da questo punto di vista?
Il regolamento rappresenta un salto di qualità che ci impone il conflitto. È una misura che va valutata in tutta la sua portata. Si tratta di un provvedimento molto settoriale, benché politicamente rappresenti un passaggio importante sotto il profilo europeo in chiave politica. Uno sforzo verso l’impegno a utilizzare le risorse del bilancio europeo per sostenere il settore della difesa.
Dunque lei crede che la direzione politica da intraprendere sia quella di un aumento delle spese sulla difesa?
A questo punto direi che sia inevitabile. Peraltro in questo impegno, che io auspico, si misurerà la vera sensibilità dei partiti nella visione della difesa comune. L’elemento che caratterizza FdI, ad esempio, è un forte filo atlantismo. In chiave europea, ora lo sforzo è quello di immaginare una dimensione più comunitaria in tema di difesa.
In che modo l’invasione dell’Ucraina ha agito anche sulle sensibilità dei partiti, che in diverse occasioni hanno trovato convergenze sul sostegno a Kyiv?
Sulla guerra in Ucraina inevitabilmente si sono create delle convergenze trasversali benché con accenti e posture diversi. Questa convergenza, però, ha un riverbero di natura pratica: gli investimenti nel settore della difesa, ormai sempre più strategico. Ed è per questo che è ragionevole immaginare un sostegno bipartisan a misure come il regolamento Asap. Tanto per il centrodestra, quanto per il centrosinistra.