Tel Aviv avverte pubblicamente Teheran: l’intelligence israeliana ha annunciato l’arresto del capo di una cellula terroristica che voleva colpire a Cipro, le cui autorità hanno smantellato l’intera rete. Nella confessione (di cui c’è un video) cita i Pasdaran come suoi responsabili
Ieri il Mossad ha diffuso un comunicato rivelando “un’operazione antiterrorismo in territorio iraniano” che ha portato all’arresto del capo di una cellula terroristica. La sua confessione ha poi aiutato le autorità di Cipro a smantellare il nucleo che stava pianificando attacchi contro ebrei e cittadini israeliani. Il Mossad non ha specificato se l’arresto sia avvenuto prima o dopo che le autorità cipriote avessero azzerato la sua rete.
L’uomo si chiama Yusef Shahabazi Abbasalilu e durante l’interrogatorio, di cui è stato diffuso un video, ha fornito dettagli sui piani: era pronto a colpire ma è fuggito in Iran dopo aver scoperto che le autorità cipriote lo stavano cercando; aveva ricevuto istruzioni e armi da alti membri del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche dell’Iran. In particolare, ha fatto il nome di Hassan Shoushtari Zadeh, figura di spicco nella sezione di intelligence estera dei Pasdaran, come uno dei suoi responsabili.
Domenica i media ciprioti avevano raccontato l’arresto di diversi uomini dei Pasdaran con base nel Nord dell’isola controllato dai turchi. Si tratta di cittadini iraniani, pakistani e locali. La televisione israeliana Channel 12 ha spiegato che nel loro mirino c’erano un uomo d’affari israeliano attivo nel settore immobiliare cipriota, il centro ebraico di Cipro e i turisti israeliani. Non è la prima volta: nel 2021, le autorità cipriote hanno arrestato un cittadino azero legato ai Pasdaran che pianificava attentati contro uomini d’affari israeliani sull’isola.
Un alto funzionario del Mossad ha dichiarato: “Raggiungeremo chiunque favorisca gli atti di terrorismo contro gli ebrei e gli israeliani in tutto il mondo, anche in territorio iraniano”.
Dove, però, il Mossad sembra non limitarsi agli arresti. Si muove nella cosiddetta zona grigia – dove non c’è un’assunzione di responsabilità diretta, ma induce a pensare che ci sia realmente – per colpire: Abdullah Ahmed Abdullah, numero due di Al Qaeda, freddato in un quartiere di Teheran controllato dai Pasdaran dove aveva trovato rifugio, il 7 agosto 2020. Mohsen Fakhrizadeh, scienziato e padre del programma nucleare iraniano, ucciso il 27 novembre 2020 ad Absard, una cittadina poco distante da Teheran, mentre a bordo della sua autovettura si stava recando nella sua casa del fine settimana. Sayad Khodayari, colonnello dei Pasdaran, freddato il 23 maggio 2022 mentre tornava a casa nel cuore di Teheran. Senza dimenticare gli attacchi alle centrali nucleari.
È la (o una delle) specialità di David Barnea, da due anni direttore dell’agenzia di intelligence israeliana. Tra i successi sotto la sua vicedirezione viene inclusa anche l’eliminazione (mai commentata dal Mossad) di Fakhrizadeh. Dimostrare di essere in grado di colpire anche su territorio iraniano ha anche un forte impatto psicologico nei confronti di un regime, quello di Teheran, che si scopre vulnerabile.
Il comunicato di ieri, pubblicato sul sito dell’ufficio del primo ministro, sembra aver anche un significato politico rivolto agli Stati Uniti. Sempre ieri Rob Malley, inviato speciale statunitense per l’Iran , è stato messo in congedo e il suo nulla osta di sicurezza è oggetto di indagine, nella quale è stata coinvolta l’Fbi. La Cnn ha rivelato che il problema nasce da un’inchiesta in corso sull’uso delle informazioni segrete di intelligence. “Non mi sono state fornite ulteriori informazioni, ma mi aspetto che l’indagine si risolva favorevolmente e presto”, ha spiegato Malley, amico d’infanzia del segretario Antony Blinken, figura centrale nell’accordo del 2015 e da sempre una sorta di parafulmine per l’amministrazione visto che è l’uomo in grado di coinvolgere alcune figure controverse. L’ufficio ora è diretto ad interim dal numero due, Abram Paley.
Nei giorni scorsi è trapelata la notizia che il dialogo tra Stati Uniti e Iran è ripreso, con l’obiettivo di raggiungere un accordo informale che prevenga la crisi nucleare. Secondo il Times of Israel anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu potrebbe accettare alla fine un cessate il fuoco politico momentaneo.
Ad agosto dell’anno scorso la Cnn aveva rivelato la decisione iraniana di abbandonare una “linea rossa” che ostacolava il rilancio di un accordo nucleare: nella sua risposta a una proposta di accordo redatta dall’Unione europea, Teheran non aveva chiesto i Pasdaran fossero rimossi dalla lista delle organizzazioni terroristiche degli Stati Uniti, dove erano stati inseriti nel 2019 dall’allora Donald Trump dopo il ritiro dell’accordo.