Erdogan e Mitsotakis rappresentano i timoni di due Paesi diversi e non complementari ma che, in virtù di traiettorie geopolitiche dettate dalla contingenza, devono impostare rotte e iniziative quanto più allargate
Il disgelo nelle relazioni tra la Turchia e i principali stati del Golfo, da un lato e la strategia indo pacifica ellenica dall’altro rappresentano due movimenti tellurici di placche da sempre in contrapposizione e che, in questa precisa fase, provano a ristabilire complesse (ma utili) relazioni. Un passaggio, quello relativo alle aperture di fronti internazionali allargati, che si rivela molto utile alla luce delle nuove contingenze legate alla guerra in Ucraina e a ‘vecchi’ ma sempre attuali dossier come l’energia e la difesa.
Qui Ankara
Il legame tra Eau, Qatar Arabia Saudita e Turchia è stato accentuato dopo la recente visita nel Golfo del presidente Recep Tayyip Erdogan. Gli accordi firmati durante il viaggio, in particolare sulla cooperazione per la difesa, rivelano che tutte le monarchie del Golfo riconoscono Ankara come un partner strategico e non come una potenziale minaccia.
Subito dopo la vittoria elettorale, Erdogan ha scelto di compiere il suo primo viaggio proprio nel Golfo per una ragione squisitamente geopolitica e di posizionamento: il caso di Jamal Khashoggi è un ricordo e Ankara affianca l’incorporazione dei movimenti islamisti nel legittimo processo politico, battezzandoli come occasione di stabilità regionale. Un percorso che non è stato scevro di inciampi, come quelli relativi al rapporto stretto tra Qatar e Turchia che ha indotto Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti ad un boicottaggio. Ma il 2021 ha segnato un punto nuovo delle relazioni tra Bosforo e Golfo: non solo l’Arabia Saudita ha messo fine a tutti i boicottaggi reciproci, ma è riuscita a farsi emulare dagli Emirati Arabi Uniti.
La strategia multilaterale di Erdogan si completa con la sua iniziativa per stemperare la crisi tra Armenia e Azerbaigian: Erdoğan ha sottolineato l’urgente necessità di aprire immediatamente il corridoio di Zangezur e raggiungere un accordo di pace globale al fine di facilitare la normalizzazione tra Azerbaigian e Armenia. In occasione del vertice con il ministro degli Esteri azero Ceyhun Bayramov, ha puntato tutto sul collegamento da rafforzare nei settori del commercio, dell’energia, dei trasporti proprio al fine di rafforzare, tramite Ankara, le relazioni tra Azerbaigian e Armenia.
Infine Erdogan dovrebbe a breve visitare l’Iraq e discutere di questioni economiche e di sicurezza con i funzionari iracheni. La visita precede lo svolgimento del forum economico congiunto a Bassora, che si terrà entro la fine del 2023, che certifica la partecipazione della Turchia alla Via dello sviluppo insieme ai Paesi vicini all’Iraq.
Qui Atene
Anche in Grecia la rielezione del premier uscente ha portato in dote alcune azioni di rafforzamento delle politiche internazionali. Detto del link alla voce difesa con la Francia, celebrato dalla mega commessa per i caccia Rafale, la fitta interlocuzione esistente con gli Usa (si veda gli F-35 in arrivo nell’Egeo) ha indirizzato il governo Mitsotakis a proseguire nell’allargamento delle proprie relazioni in chiave indopacifica.
Il primo fronte è quello legato all’India, in cui la Grecia si è progressivamente affacciata negli ultimi anni: nei giorni scorsi un cacciatorpediniere lanciamissili stealth di classe Kalkuta della Marina indiana ha collaborato con la fregata ellenica Nikiforos Fokas per un’esercitazione nel Mar Egeo. Lo scalo ‘finale’ alla base cretese di Souda Bay ha suggellato la partnership. Si tratta di un partenariato strategico che non solo garantisce la stabilità regionale, ma sorveglia anche rotte marittime vitali nell’Indo-Pacifico e nel Mediterraneo.
I due Paesi si stanno avvicinando militarmente sempre di più: il fatto che la Grecia faccia parte della Nato potrebbe essere di grande aiuto tattico all’aeronautica militare indiana. Il punto di contatto si ritrova alla voce Rafale, caccia in uso anche all’aeronautica indiana. Lo scambio diplomatico si è concretizzato in due azioni: la Grecia sostiene l’India sulla questione del Kashmir e l’India sostiene la Grecia sulla questione di Cipro.
Infine si avvicina una possibile nuova commessa tra Usa e Grecia: entro due settimane ci sarà un incontro tra funzionari greci e americani per potenziare la flotta di aerei da trasporto. Sarà ad Atene una delegazione composta da rappresentanti del governo americano e del produttore di C-130 Lockheed Martin.
@FDepalo