Intervista al capogruppo della Lega in Senato: “È difficile adesso valutare i paletti, prima lavoreremo sull’idea di allargare il più possibile il centrodestra: è una cosa naturale che il centrodestra unito vincente in Italia lo sia anche in Europa: solo così potranno esserci delle buone possibilità di mandare via dal governo i socialisti”
I giornali si sono fatti molto suggestionare da quelle due foto, dice a Formiche.net il capogruppo della Lega in Senato, Massimiliano Romeo, a proposito dei due “palchi” di domenica scorsa a Lampedusa e a Pontida. Secondo l’esponente leghista certamente vi sono visioni e sensibilità differenti, e sottolinea non solo che il premier Meloni ha chiamato von der Leyen a onorare un patto che ha firmato direttamente l’Europa, bensì che l’obiettivo comune è quello di allargare la maggioranza di centrodestra il più possibile, per cambiare i valori in seno alla Commissione europea. “A mio giudizio l’obiettivo comune a tutte le forze di centrodestra è quello di contenere il fenomeno dell’immigrazione clandestina”.
È stato sollevato da più parti il tema delle due foto di domenica scorsa, Meloni e Von der Leyen a Lampedusa, Salvini e Le Pen a Pontida: sono due immagini e due modi diversi di intendere l’Ue?
A mio giudizio l’obiettivo comune a tutte le forze di centrodestra è quello di contenere il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Che all’interno della maggioranza ci possano essere delle sensibilità differenti su come arrivare a meta, questo ci può stare nella logica naturale delle cose, ma l’importante è che ci sia confronto e armonia, che è quello che sostanzialmente stiamo facendo nel centrodestra. Io capisco che i giornali si siano fatti molto suggestionare da quelle due foto, sottolineando che sono due modi diversi di vedere le cose, ma ricordo che il premier Meloni ha chiamato von der Leyen a onorare un patto che ha firmato direttamente l’Europa.
Ovvero?
Mi riferisco al fatto di concedere soldi alla Tunisia per aiutare le forze di polizia a contenere i flussi migratori, quindi il premier ha semplicemente richiamato la presidente della Commissione a onorare un patto. Dall’altra parte Salvini con Le Pen ha indicato una strada che è quella di cambiare un’Europa che negli ultimi 15 anni è stata a guida socialista e che è stata totalmente fallimentare nel campo dell’immigrazione.
Per quale motivo?
Perché non ha saputo né dare un contributo fattivo a fermare le partenze, né tantomeno alla distribuzione dei migranti: ovvero i due obiettivi iniziali. Ho parlato più volte di convergenze parallele nel senso che, da una parte, fa bene la Meloni a richiamare gli attuali governanti dell’Unione europea a onorare un patto; dall’altra, Salvini indica come ribaltare questa Europa socialista che fino adesso ha prodotto soltanto solo chiacchiere e non fatti concreti.
Quale il passo successivo?
Bisogna pensare di allargare la maggioranza europea il più possibile a tutte le forze di centrodestra perché solo così potranno esserci delle buone possibilità di mandare via dal governo i socialisti.
In questo senso lo schema del centrodestra italiano è replicabile anche in Ue? E con quali parametri secondo lei?
Bisogna cercare in tutti i modi di replicarlo. È chiaro che adesso occorre allargare questo fronte di centrodestra il più possibile, cercando di avere i numeri per poter finalmente ribaltare una situazione che ormai dura da decenni. È difficile adesso valutare i paletti, prima lavoreremo sull’idea di allargare il più possibile il centrodestra: è una cosa naturale che il centrodestra unito vincente in Italia lo sia anche in Europa.
A Lampedusa, così come a Tunisia, c’è stata una visita strutturata dell’Ue: cosa di diverso si sarebbe potuto fare dal punto di vista istituzionale per gestire l’emergenza?
È chiaro che la gente adesso si aspetta dei fatti: troppe volte l’Unione europea è venuta attraverso i suoi rappresentanti a rassicurare che sarebbe intervenuta, ma all’atto pratico i cittadini, non solo di Lampedusa, sono delusi. Il richiamo della Meloni è stato giusto e sacrosanto. Ovvero ha chiesto a von der Leyen di vedere di persona come si è evoluta la situazione: abbiamo preso un impegno e giustamente l’Europa deve lavorare su questo impegno. Ma noi poi ci aspettiamo dei fatti concreti. Ricordo che l’Unione europea è stata molto solerte nell’intervenire con Erdogan per fermare i flussi nel 2016 a suon di miliardi: questo dovrebbe essere, anche oggi, il vero grande obiettivo dell’Unione europea, dare risorse e lavorare costantemente per stabilizzare i Paesi del Nord Africa. Se in quei Paesi vi fosse una speranza futura di poter sviluppare l’economia, di poter comunque creare le condizioni per creare e generare lavoro, è chiaro che questo non indurrebbe migliaia di cittadini alle partenze. Si tratta di un versante decisivo per le sorti europee, visto che lì gravitano vari golpe in Niger, Sudan Congo e tale destabilizzazione è pericolosa per l’Europa che a questo punto rischia veramente di essere messa sotto una tenaglia, come ribadito già dall’ex ministro Minniti.