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La guerra arriva in Russia. Gli hacker ucraini spengono tv e internet

Un gruppo di hacker ucraini (sostenuti dai servizi di Kyiv) sarebbe dietro all’interruzione della rete internet e dei servizi televisivi nella capitale russa. Il gesto avvenuto sarebbe una ripicca per la violazione di Kyivstar dello scorso dicembre

Mentre in territorio ucraino gli scontri tra i soldati di ambedue le fazioni proseguono con un’intensità inversamente proporzionale allo spostamento della linea del fronte stessa, il confronto tra Kyiv e Mosca prosegue anche altrove. Come nel Mar Nero, dove le forze ucraine portano avanti una guerra navale dalle sfumature asimmetriche nei confronti della Černomorskij flot; o come nelle retrovie, con gli ucraini che rispondono ai sempre più violenti attacchi russi verso i propri centri abitati colpendo la città frontaliera di Belgorod. Ma anche il dominio cibernetico non è esente dalla lotta.

Nella mattina di martedì 9 gennaio, una parte di Mosca si è ritrovata privata dell’accesso ai servizi internet e televisivi. Secondo quanto riportato da fonti ucraine a causare queste disfunzioni sarebbe stato un gruppo di hacker sostenuti dai servizi di intelligence di Kyiv: essi avrebbero violato l’infrastruttura del provider moscovita M9com, bloccando la fornitura dei servizi offerti e cancellando circa venti terabyte di dati. Inoltre, il team di “guastatori informatici” ha scaricato dieci gigabyte di dati provenienti dai server dell’azienda e dal database dei clienti, rendendo disponibili online questi dati e dimostrando come l’Ucraina e suoi sostenitori siano in grado di poter colpire la Russia mostrando le conseguenze alla popolazione russa.

Le stesse fonti riferiscono che l’avvenuto attacco sia un atto di rappresaglia per quanto avvenuto a Kyivstar: il colosso delle telecomunicazioni ucraino è stato infatti vittima di una penetrazione informatica (forse la più grande dall’inizio del conflitto) realizzata da Sandworm, gruppo di hacker russi legati al Gru, che hanno disabilitato i suoi servizi per una finestra temporale lunga all’incirca dieci giorni.

Una guerra cibernetica sempre più estesa, anche oltre i confini dei Paesi interessati: poche ore fa il collettivo internazionale di hacker Anonymous ha oscurato il sito internet dell’associazione filo-russa italiana “Vento dell’Est”, mentre pochi giorni prima aveva rivolto la propria attenzione verso la compagnia di viaggi che ha sponsorizzato la mostra-conferenza dell’Associazione culturale Russia Emilia-Romagna in programma a Modena in cui Mariupol viene definita “città-simbolo della rivolta popolare del Donbass contro la giunta di Kyiv, città martire dell’occupazione banderista durata 8 anni” che “affronta ora un veloce processo di ricostruzione sotto l’egida delle Istituzioni della Federazione Russa di cui è divenuta parte integrante”.



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