Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel corso della visita alla sede di Telespazio nel Fucino ha annunciato che il teleporto abruzzese ospiterà il centro di controllo principale del programma Iris2, la costellazione satellitare europea per le comunicazioni che intende dotare il Vecchio continente di una sua “Starlink”
Al centro spaziale di Telespazio del Fucino, l’Italia ospiterà il nuovo centro di controllo per la costellazione satellitare europea Iris2. A darne notizia il ministro delle Imprese e del Made in Italy e autorità delegata per lo spazio, Adolfo Urso, in visita presso la sede della joint venture tra Leonardo (67%) e Thales (33%). Iris2 è il programma lanciato dalla Commissione europea per una infrastruttura in orbita per la connettività resiliente e sicura per le attività governative dei Paesi europei. “Questo grande centro italiano, il più grande teleporto al mondo per usi civili” ha spiegato Urso, accoglierà “un secondo insediamento europeo oltre a quello per il controllo di Galileo, una decisione che allarga la nostra base spaziale con un nuovo significativo investimento in termini di risorse, con cinquanta milioni di euro per creare la struttura e duecento nuovi occupati”. Del resto, la base abruzzese è stata la candidata ideale, come ricordato dall’amministratore delegato di Telespazio, Luigi Pasquali: “Il Fucino nasce da una intuizione, accompagnare il Paese nel club dei Paesi capaci di utilizzare i satelliti per le comunicazioni internazionali”. Oltre a quello del Fucino, che come spiegato dal ministro sarà il centro principale, l’Europa ne realizzerà altri due, a Lione in Francia e in Lussemburgo.
Iris2
Per il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Teodoro Valente, la decisione “evidenzia le importanti competenze di Telespazio” messe a disposizione del “programma europeo per le comunicazioni sicure”. Iris2, infatti, è il programma strategico dell’Europa per dotarsi di una infrastruttura resiliente di comunicazioni satellitari per uso civile e governativo. Una costellazione di satelliti, che secondo i programmi dovrebbe cominciare a raggiungere l’orbita entro il 2027, che si aggiungerà alle esistenti Galileo (per la navigazione) e Copernicus (per l’osservazione terrestre) nel completare le capacità spaziali del Vecchio continente. Per Valente, una “iniziativa strategica a beneficio dell’Europa”.
Starlink europea
Di fatto, quindi, il centro del Fucino raddoppia nelle dimensioni e nei compiti che svolge per lo spazio europeo. La decisione, secondo il ministro, è il frutto “dell’azione svolta dal nostro governo e dalle aziende che fanno riferimento al gruppo Leonardo”. La decisione “marca l’interesse che il Paese e il governo hanno per lo spazio”, ha detto Franco Ongaro, capo divisione spazio di Leonardo, che ha anche anticipato come “per la prima volta lo spazio occupa una parte importante nel piano industriale” del gruppo, che sarà presentato il 12 marzo. Nella visione del piano di Monte Grappa, “la nostra visione si concretizza, anche grazie al consolidamento di Telespazio all’interno dei conti dell’azienda”. L’ambizione per l’azienda è quella di inserirsi fin da subito in un settore in crescita e strategico come le comunicazioni satellitari. Alla domanda se il programma potesse essere interpretato come una sfida a Starlink di Elon Musk, infatti, lo stesso Ongaro ha risposto: “Sì”.
Leadership italiana
L’iniziativa, inoltre, rappresenta l’impegno assunto dal governo nello spazio, rappresentato dalla presenza al centro di Telespazio, insieme al ministro Urso, del consigliere militare del presidente del Consiglio, generale Franco Federici. Per Urso, infatti, l’obiettivo è “rafforzare la presenza e la leadership italiana nello spazio”. Un progetto iniziato già con il consiglio dell’Agenzia spaziale europea a dicembre 2022: “In quella sede – ha proseguito Urso – siamo diventati uno dei principali finanziatori e beneficiari dei progetti Esa, se rapportato al Pil siamo il secondo finanziatore dopo la Germania, sostanzialmente alla pari con la Francia”. Questo, ha spiegato il ministro, “ha una ricaduta immediata sulle imprese italiane, dalle grandi come Leonardo, Telespazio o Avio, alle piccole”.
Una legge per le orbite
A questo si affianca anche l’attività legislativa, con l’approvazione entro l’estate della Legge sullo spazio. “Nella manovra economica 2024 approvata nel parlamento a dicembre 2023 abbiamo individuato tre collegati, il secondo dei quali dedicato proprio alla Space economy”. Misure già finanziate nella manovra con 320 milioni di euro per due anni. Con questo “L’Italia si doterà finalmente di una legge quadro sullo spazio” ha detto Urso, che ha ricordato come il Paese, pur essendo stato il terzo a mandare in orbita un satellite sessant’anni fa, ancora non ha una legge sullo spazio. “Era utile nel passato – ha ribadito Urso – è indispensabile oggi perché nello spazio sono arrivati anche i privati”. È dunque fondamentale regolare come andare, come muoversi e come essere sicuri in orbita.
Il G7 sullo spazio
Come ricordato ancora dal ministro, la prima ministeriale del G7 nell’anno di presidenza dell’Italia sarà dedicata proprio all’industria e allo spazio, il 14 marzo a Verona (seguita poi il 15 a Trento su IA e digitale. Un risultato “non scontato”, lo ha definito Urso, che ha ricordato come “da sette anni non si teneva una ministeriale su questi temi”, ed è stata proprio l’attività italiana a farla ripristinare, nella consapevolezza che le orbite “sono oggi sempre più importanti, anche per la sicurezza economica e nazionale delle democrazie”. Per il ministro “lo spazio e la sua colonizzazione sono il futuro, e l’Italia vuole avere un ruolo di leadership”.