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Senza innovazione non c’è futuro. Comparini presenta la filiera spaziale

Satelliti, moduli pressurizzati, veicoli all’avanguardia, sono solo alcune delle tecnologie in cui il comparto spaziale italiano è leader globale, una delle poche filiere al mondo a poter esprimere tutte le specialità legate alle attività oltre l’atmosfera. È proprio per sottolineare l’importanza di questa rete, fatta di grandi aziende, Pmi, start up, che Thales Alenia Space Italia ha riunito a Roma i suoi protagonisti, come racconta il suo ceo, Massimo Claudio Comparini

La filiera dello Spazio italiano è una delle poche a livello globale a poter esprimere tutte le attività e le competenze spaziali, dai servizi di osservazione della terra, alla realizzazione di sofisticati moduli orbitali, passando per satelliti, veicoli e tecnologie all’avanguardia. Tutto questo sistema si basa naturalmente sulle grandi aziende del settore, che fungono da apripista e da integratori, nonché sulle piccole e medie imprese che, insieme, riescono ad assicurare l’innovazione e l’agilità necessarie per rimanere sempre all’avanguardia. In questo scenario si legge l’iniziativa di Thales Alenia Space Italia di riunire a Roma l’intera filiera spaziale italiana per fare il punto su sfide e opportunità nelle tecnologie e nelle infrastrutture spaziali. Ne abbiamo parlato con Massimo Claudio Comparini, amministratore delegato della società.

Come nasce la conferenza sulla filiera spaziale italiana e qual è la sua importanza per Thales Alenia Space?

L’iniziativa è iniziata nel 2022 e l’obiettivo è ripeterla ogni due anni. È un momento importante, perché l’occasione permette di raccogliere l’intera filiera industriale, con un numero molto rilevante di piccole e medie imprese che partecipano con noi in tutti i programmi spaziali più importante sia in ambito nazionale, sia in ambito europeo e internazionale. È un’occasione per fare un po’ lo stato dell’arte e per condividere quelle che riteniamo essere le sfide del futuro, che vedrà protagoniste, insieme a noi, tutte le realtà del comparto.

Quali saranno le sfide e le opportunità nelle tecnologie e nelle infrastrutture spaziali per la filiera?

Oggi, in particolare Thales Alenia Space Italia, è alla frontiera di tutti i domini spaziali, dall’osservazione della Terra, con il programma Copernicus, con i satelliti numero 3 e 4 di COSMO-SkyMed, alla navigazione satellitare, dove stiamo sviluppando i primi sei satelliti di seconda generazione per il programma Galileo, fino alle telecomunicazione, dove oltre allo sviluppo degli assetti Sicral 2 e 3, siamo anche impegnati negli studi architetturali per tutta la componente di comunicazione quantistica e telecomunicazioni sicure europee, per finire con l’esplorazione spaziale, dall’orbita bassa terrestre fino alla Luna e Marte. È chiaro che c’è uno spettro di tecnologie che, come approfondiremo nell’evento, va dall’elettronica ai nuovi materiali, dai software all’IA, che contribuisce a mantenerci all’avanguardia in tutti questi domini. L’evento con la filiera sarà, quindi, l’occasione per indirizzare anche l’evoluzione di queste tecnologie. Come sappiamo, infatti, dalle imprese più innovative, anche se piccole o start up, viene un importante contributo specializzato in soluzioni che possono contribuire all’evoluzione dei nostri sistemi.

Quello italiano è un ecosistema ricco e vario. Come avete fatto a mappare e classificare le realtà della filiera spaziale del nostro Paese?

Innanzitutto abbiamo analizzato un panel di circa duecento imprese, facendo poi una selezione di circa un centinaio di aziende, tra le più rilevanti, divise in tre categorie: quelle definite strategiche, che hanno sviluppato insieme a noi negli anni tecnologie particolarmente rilevanti (per esempio, i moduli pressurizzati dove vivono gli astronauti che realizziamo a Torino); quelle cosiddette tattiche, che hanno delle competenze non univoche e che quindi possono essere oggetto di competizione in fase di selezione, ma che rappresentano comunque una solida base di competenze; e infine le aziende che definiamo innovative, che quindi pur essendo magari di dimensioni più ridotte affrontano tecnologie particolarmente rilevanti, che vanno dalle tecnologie quantum, al campo dell’IA, o degli algoritmi avanzati per la navigazione. Queste ultime, in particolare, ci accompagnano non solo nei programmi applicativi, ma anche nei progetti di ricerca e sviluppo.

Sulla ricerca e sviluppo, in che modo una realtà come Thales Alenia Space può stimolare l’innovazione anche nella filiera?

Parto da due considerazioni: primo, negli ultimi anni il bilancio di ricerca e sviluppo di Thales Alenia Space è più che raddoppiato, e oggi parliamo di circa 35 milioni di euro di autofinanziamento nell’ultimo anno. Questo ci aiuta anche a sostenere il cofinanziamento in ambito di progetti europei, per l’Agenzia spaziale europea o italiana. Per quanto riguarda la tecnologia di base, inoltre, questo prevede il coinvolgimento fin dall’inizio della filiera nello sviluppo, assieme con noi, di queste di queste tecnologie. Secondo, c’è una riflessione rispetto ai progetti che condividiamo le cui tecnologie rimangono di proprietà di coloro che l’hanno sviluppata. Su questo, quindi, è importante che la filiera mosti la sua capacità di investire in nuove tecnologie. Ritengo che sia importante, infatti, che la filiera si specializzi, nell’ambito dei domini nei quali lavoriamo, perché è proprio questa specializzazione che può fare la differenza nell’innovazione delle tecnologie in tutti i campi.

Le start up sono, per natura, più innovative della grande azienda. Ma è veramente così e come Thales Alenia Space coniuga i rischi e le opportunità, visto il rapporto costante con le start up del settore?

Lavorando insieme e condividendo le prospettive. Tuttavia, se è vero che le start up e le nuove imprese nascono per essere innovative, io sono però assolutamente convinto che se non è innovativa anche la grande imprese, non possiamo vedere e guidare progetti come quelli già menzionali, per esempio, dei moduli pressurizzati per l’esplorazione. Noi stiamo costruendo i primi due moduli della prima stazione spaziale commerciale, stiamo realizzando l’80% del Gateway lunare, stiamo sviluppando i satelliti di nuova generazione che vedranno un ampio uso delle tecnologie digitali. Se non fossimo innovativi anche noi, oltre alla filiera, non potremmo cogliere questi obiettivi ambiziosi, come invece riusciamo a fare, anche condividendo con le start up lo sviluppo e interloquendo e intercettando quanto sviluppato dalla filiera.

Qual è la sinergia con i distretti industriali nazionali?

I distretti aerospaziali sono elementi importanti, perché aiutano a raccogliere le competenze del territorio. Noi, per esempio, siamo presenti con i nostri stabilimenti in quattro regioni: Lazio, Piemonte, Lombardia e Abruzzo. Ma la nostra filiera è presente in tutto il territorio nazionale. Quindi, attraverso i distretti e il Cluster nazionale aerospaziale c’è un colloquio continuo, e non è un caso se molti dei presidenti dei distretti saranno presenti con noi all’evento con la filiera. Un’altra dimensione molto importante dell’attività dei distretti è quella di connettere le infrastrutture spaziali ai servizi. In questo campo rientra anche il ruolo della Space Alliance tra Thales e Leonardo, con tutta la componente di servizi offerti da Telespazio e Thales Alenia Space.

In questo settore, qual è l’importanza degli investimenti?

Il valore dei contratti che abbiamo erogato verso la filiera nel 2023 ha raggiunto i circa 170 milioni di euro, e l’incidenza delle Pmi e delle start up è cresciuta in tre anni dal 30% all’attuale 52%. Questo dimostra che c’è un vero e proprio ecosistema che beneficia degli investimenti che si fanno nel settore. In questo campo, inoltre, possiamo vedere l’effetto positivo della visione istituzionale voluta dal governo italiano, dal Comint, dall’Agenzia spaziale italiana, che hanno creduto nel settore e hanno disposto un aumento delle risorse affidate, come emerso anche dalle ministeriali del 2019, del 2022 e che speriamo continui nella prossima del 2025. Anche il Pnrr ha voluto dedicare al settore spaziale un importante parte dei suoi fondi.

Per il futuro, su cosa punta Thales Alenia Space Italia?

Elemento particolarmente rilevante per la filiera è la costruzione della nuova Space smart factory, che sarà un centro di integrazione tra i primi al mondo che utilizzerà tecnologie digitali di ultima generazione come gemelli digitali, realtà aumentata, integrazione virtuale e intelligenza artificiale per connettere la filiera, le piccole e medie imprese italiane, tra loro e con noi. Queste realtà saranno connesse digitalmente alla nostra Space Smart Factory proprio per creare le condizioni per la migliore efficienza nel campo nella parte progettuale di ingegneria e poi anche dalla parte di realizzazione dei satelliti. Sarà un elemento di competitività non solo per Thales Alenia Space, ma anche per l’intera filiera spaziale e per il Paese.



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