Skip to main content

Terzo Mandato, giusto impugnare la legge campana. La versione del prof. Curreri

L’orientamento dell’Esecutivo è quello di orientare la legge regionale campana in modo tale da bloccare la candidatura, per il terzo mandato, del governatore Vincenzo De Luca. La Corte Costituzionale – che valuterà il ricorso – probabilmente dichiarerà l’incostituzionalità della legge campana. Resta, però, il nodo politico interno alla maggioranza: il precedente partenopeo potrebbe essere ostativo per gli amministratori uscenti in Veneto e Friuli, accentuando lo scontro fra Lega e Fratelli d’Italia. Colloquio con il costituzionalista Curreri

È una questione che divide. Il rischio è che il ricorso per impugnare la legge regionale campana – evitando così il terzo mandato del presidente Vincenzo De Luca – favorisca la segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein ma accentui lo scontro fra alleati di governo. La questione del terzo mandato è dirimente in particolare per la Lega, che mira a preservare i fortini di Veneto – con il “doge” Luca Zaia – e Friuli Venezia-Giulia con Massimiliano Fedriga. L’orientamento dell’Esecutivo – che dovrebbe sciogliere il nodo sul ricorso domani – è comunque quello di impugnare la legge. Al di là dell’aspetto più strettamente politico, si tratterebbe di un ricorso “legittimo e in linea con la giurisprudenza della Corte Costituzionale”. Lo dice a Formiche.net Salvatore Curreri, ordinario di diritto costituzionale all’Università Kore di Enna.

Professore, qual è la tesi alla base della linea sostenuta dal governatore De Luca?

Al centro del probabile ricorso dinnanzi alla Corte Costituzionale c’è il limite dei due mandati sancito da una norma statale del 2004, che vincola i presidenti delle Regioni. Ebbene, la tesi di De Luca è che questa norma non sia auto applicativa, ma che inizi a produrre i suoi effetti soltanto quando viene recepita dalla norma regionale. Il governo, al contrario, ritiene che la legge sia auto applicativa. Quindi sarà su questo che si esprimerà la Corte, attraverso una sentenza.

Resta il fatto che le Regioni hanno potestà legislativa, ad esempio in materia elettorale, pur essendo una legge dello Stato superiore, in termini di gerarchia, rispetto a una legge regionale. 

Certo, ma la potestà legislativa dell’Ente regionale così come quella dell’ente locale deve muoversi nella cornice stabilita dai principi nazionali. Ed è per questo che ritengo ragionevole immaginare una sentenza di incostituzionalità della norma regionale impugnata. Tuttavia, c’è un’altra ipotesi che potrebbe profilarsi.

A cosa fa riferimento?

Il presidente De Luca, in attesa della sentenza della Corte, potrebbe dimettersi. In questo modo, si andrebbe a elezioni anticipate. E il governatore potrebbe essere rieletto. Un modo per anticipare il pronunciamento della Corte.

La Corte però potrebbe invalidare – laddove constatasse l’incostituzionalità della legge impugnata – l’elezione. 

Sì, questo è un caso. Ma potrebbe anche essere che la Corte disponga una sorta di sospensiva per evitare che si vada a elezioni anticipate in attesa di pronunciarsi sulla questione del Terzo Mandato. In questo modo, di fatto, a De Luca verrebbe impedito – temporaneamente – di candidarsi.

In questa decisione che il governo probabilmente assumerà, esiste sicuramente un piano giuridico ma uno più strettamente politico. Il terzo mandato è abbastanza trasversale. 

Il ricorso dimostra un’apprezzabile sensibilità giuridica. Sicuramente però esiste anche un tema di carattere politico. Veneto e Friuli Venezia-Giulia sono “tasselli” che si libererebbero – senza terzo mandato – e che fanno gola a Fratelli d’Italia. Detto questo, il governo è giusto che promuova questa azione anche per ribadire la centralità dello Stato nella legislazione.


×

Iscriviti alla newsletter