Il contatto telefonico tra Meloni ed Erdogan conferma le buone relazioni e le intenzioni attuative sugli scacchieri più complessi, come Siria e Libia. Si pone inoltre il tema della mediazione sul tavolo ucraino che vede Ankara mai doma, assieme alle parole di Trump su Erdogan. La proiezione globale mescolata al Piano Mattei ha necessità di un feeling con Ankara
C’è interesse anche nel governo del Bosforo sulle mosse geopolitiche del governo italiano e sulle nuove possibilità di relazioni commerciali e industriali. Recep Tayyip Erdogan ne ha discusso spesso in questi due anni con Giorgia Meloni, a dimostrazione di una crescente partnership che può rivelarsi utile sia in settori di crisi come Libia e Siria, che all’interno di un paniere di nuove progettualità. L’Italia da questo punto di vista è ampiamente operativa con il Piano Mattei e con la volontà di mettere a frutto l’idea del cosiddetto Mediterraneo globale.
Il dossier Medio Oriente
Giorgia Meloni al telefono con il Presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdoğan ha discusso della situazione in Medio Oriente ed in particolare in Siria, a un mese dalla caduta del regime di Assad. Entrambi i leaders hanno concordato sul fatto che la transizione in corso debba essere “pacifica ed inclusiva”, e al contempo perfettamente in grado di assicurare “pienamente l’integrazione di tutte le componenti della società siriana e che possa contribuire alla stabilità e alla sicurezza regionale”.
La forza complessiva turca sull’ex regno di Assad, militare e strategica, è un elemento più volte messo in risalto, al pari della definizione di un percorso ordinato che possa portare ad elezioni regolari, precedute da una stabilizzazione istituzionale (come accaduto in Libia) e da iniziative a carattere umanitario. Il contributo italiano può essere utile anche in questo senso, come confermano gli sforzi che ad esempio l’Italia ha fatto con il corridoio per Gaza.
Le relazioni bilaterali
Alla base di questa comune volontà di cooperazione politica rispetto al passato c’è un elemento in più, ovvero l’interesse personale che Erdogan ha manifestato per Meloni sin dai primi incontri, passaggio confermato anche da diverse fonti turche. L’uomo forte del Bosforo vede nel premier italiano un interlocutore pragmatico, in grado di intercettare le trasformazioni in atto e quindi costruire politiche ad hoc: è accaduto sull’Ucraina e sulla crisi energetica. Erdogan inoltre pare abbia apprezzato anche la progettualità mediterranea del governo italiano, che si traduce nel piano Mattei e la volontà di essere presente in maniera attiva in tutti i vertici strategici, come accaduto con quello nord-sud di due settimane fa.
Le relazioni bilaterali tra Italia e Turchia quindi stanno attraversando una fase attiva, come dimostrano le nuove opportunità di rafforzamento della cooperazione economica ed industriale: il tutto è propedeutico al prossimo Vertice intergovernativo tra i due paesi in programma verosimilmente in primavera.
Il caso Piaggio
Come è noto, a seguito di un commissariamento straordinario durato sei anni, il Mimit ha assegnato Piaggio Aerospace alla turca Baykar, ovvero la società che produce i droni TB2 giunti alla ribalta della scena europea in occasione del loro costante utilizzo durante la guerra in Ucraina. Il player di Ankara in questo modo acquista sia il ramo aeronautico che quello motoristico dell’azienda italiana e annuncia di essere intenzionata a rilanciarne l’occupazione. Ma non è tutto.
Proprio ieri in occasione del question time in Senato il ministro del made in Italy Adolfo Urso ha ribadito che la cessione alla turca BayKar di Piaggio Aerospace “consente il rilancio di un’azienda strategica e ci consente di delineare una più ampia partnership tecnologica e industriale fra Italia e Turchia, che avrà anche significativi sviluppi in altri progetti di grande interesse per il nostro Paese”. L’elemento di novità potrebbe essere rappresentato da un ulteriore passo in avanti: “In questo contesto di rafforzamento delle relazioni industriali fra Italia e Turchia – ha aggiunto – stiamo studiando ulteriori alleanze con aziende del settore come Leonardo per rafforzare il nostro comparto aerospaziale e la nostra leadership in Ue”.
Scenari
In sostanza ecco che il contatto telefonico intercorso ieri fra Meloni ed Erdogan conferma le buone relazioni (caso Piaggio in primis) e le intenzioni attuative sugli scacchieri più complessi, come Siria e Libia. Si pone inoltre il tema della mediazione sul tavolo ucraino che vede Ankara mai doma, assieme alle parole di Donald Trump su Erdogan. La proiezione globale italiana mescolata al Piano Mattei ha necessità di un feeling con Ankara, che oggi è solido.