L’Italia è pronta alla nomina di un Inviato Speciale per Imec. Il progetto ha valore trasformativo, e il governo Meloni intende difendere il ruolo di Trieste, capace di connettere l’IndoMed con iniziative come la Three Seas, anche perché Francia e Grecia giocano già da tempo le proprie carte
Nel recente Question Time presso la Commissione Esteri della Camera, l’onorevole Paolo Formentini (Lega), insieme ai colleghi di partito Simone Billi e Dimitri Coin, ha interrogato il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale riguardo alla possibilità di nominare un Inviato Speciale per l’Imec (India-Middle East-Europe Economic Corridor). L’iniziativa parlamentare mira da mesi a rafforzare la posizione dell’Italia in uno dei progetti infrastrutturali più strategici per il futuro delle connessioni globali.
Il contesto dell’interrogazione: stabilità e proiezione strategica
La richiesta parte dalla premessa che la stabilizzazione del Medio Oriente, una maggiore cooperazione regionale e il rilancio degli Accordi di Abramo siano elementi cruciali per Imec, un “ponte indo-mediterraneo verso l’Atlantico” – così definito nel documento presentato alla Farnesina – in grado di connettere Europa, Medio Oriente e Asia.
L’iniziativa è già sostenuta da grandi economie globali, con un Memorandum d’intesa firmato lo scorso settembre durante il G20 di Nuova Delhi. L’Italia, consapevole delle opportunità economiche e geopolitiche del corridoio e firmataria del framework originale, vuole ora intensificare il proprio impegno attraverso la nomina di un rappresentante dedicato.
Già a maggio 2024, c’era stata l’approvazione di una risoluzione – firmata proprio dal vicepresidente della Commissione Esteri, Formentini, sostenuta dalla maggioranza parlamentare e votata a larghissima maggioranza – che poneva l’accento sull’importanza dello sviluppo del Corridoio, chiedendo esplicitamente di procedere con la creazione di un Inviato Speciale per seguire le dinamiche di questo progetto infrastrutturale strategico.
La risposta del ministero: diplomazia al servizio dell’export
Nella risposta arrivata nei giorni scorsi, il ministero ha ribadito che la diplomazia economica è una priorità per l’Italia. L’obiettivo dichiarato è raggiungere i 700 miliardi di euro di export entro la fine della legislatura, una meta perseguibile tramite la diversificazione dei mercati e il sostegno alle piccole e medie imprese.
Missioni economiche sono già in programma in mercati strategici come India, Vietnam, Messico e Paesi del Golfo. E in questo, Imec si allinea perfettamente agli obiettivi di sviluppo sostenibile italiani, nonché a quelli promossi dall’Unione europea (Global Gateway) e dal G7 (Partnership for Global Infrastructure and Investment), offrendo infrastrutture trasparenti e sostenibili, senza creare debito insostenibile per i Paesi partecipanti.
Priorità per l’Italia
Nonostante alcune difficoltà legate all’instabilità del Medio Oriente, il progetto resta una priorità per l’Italia, spiega il ministero, che ha assicurato che sono in corso le riflessioni per individuare il profilo più adatto all’Inviato Speciale, coordinandosi con altre amministrazioni.
Si può dunque “confermare che […] il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha da tempo avviato la riflessione necessaria a procedere alla nomina di un Inviato Speciale dell’Italia per l’Imec, allo scopo di poterne definire quanto prima il profilo e le competenze più adeguate”, si legge nel documento ufficiale di risposta.
Tra le necessità che portano l’Italia a doversi muovere per rafforzare la sua presenza all’interno del quadro evolutivo del progetto, con attività diplomatiche coordinate da una figura speciale, c’è che il Corridoio stesso potrebbe contribuire a una nuova fase di stabilità regionale, in particolare se verranno rilanciati dialoghi di lunga gittata. Imec potrebbe essere infatti il volano per la normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita (resa complessa dalla guerra di Gaza) e per una spinta nella costruzione di un accordo di libero scambio tra India e Unione Europea.
Sfide e prospettive
Un altro elemento che porta l’Italia a dover spingere arriva dalla Francia: nei prossimi giorni, il primo ministro indiano, Narendra Modi, sarà a Parigi, invitato all’AI Forum. In quell’occasione, secondo le fonti di Formiche.net, si discuterà anche approfonditamente del collegamento Mumbai-Marsiglia – con la Francia che sta già da mesi lavorando sul progetto anche con adattamenti delle infrastrutture interne. Se lo scalo provenzale è da tempo considerato uno dei punti di arrivo di Imec – anche grazie al lavoro fatto dall’inviato speciale Gerard Mestrallet, subito nominato dal governo francese e protagonista nello scorso anno di tre visite in India – un altro approdo ancora in discussione è quello del Pireo.
Nei giorni scorsi, il ministro degli Esteri ellenico, George Gerapetritis, è stato ospite dell’omologo indiano S. Jaishankar, il quale ha sottolineato in quell’occasione il valore della connessione “India-Mediterranean”, anche in ottica Imec. Per la Grecia la problematica rimane collegata al controllo della cinese Cosco sul porto del Pireo, con la società inserita dal Pentagono tra quelle correlate alla difesa di Pechino. Ma le discussioni procedono.
L’Italia difende il valore di Trieste, porto sull’Adriatico con capacità di connettere insieme l’Indo-Mediterraneo di Imec e le iniziative che arrivano dall’Est Europa, come la Three Seas (che connette Adriatico, Baltico e Mar Nero). C’è dunque una serie di dinamiche che conferma come per Roma sia necessaria la nomina di una figura che possa fare da raccordo tra il valore trasformativo di Imec e l’iniziativa di governo. Ad aprile, il ministro degli Esteri Antonio Tajani dovrebbe viaggiare in India, e in quell’occasione essere accompagnato anche da un Inviato Speciale per Imec potrebbe essere un ulteriore valore aggiunto per la già lanciata partnership Roma-New Delhi.