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L’assoluzione di Berlusconi condanna un po’ la magistratura. Parla il politologo Pasquino

Una sentenza figlia dello scontro interno alla magistratura milanese. Parola del prof. Gianfranco Pasquino, uno dei maggiori politologi del Paese, secondo cui l’assoluzione di Silvio Berlusconi in secondo grado è una “sentenza imprevedibile e imprevista”. E sui giudici osserva che “sono entrati in una spirale che non è certamente politica ma certamente ha dei riverberi politici”.

Il secondo grado di giudizio nel processo contro Berlusconi è l’ennesima occasione per lo scontro tra giustizialisti e garantisti?
Coloro che la pensano in un modo e coloro che la pensano in un altro magari potrebbero leggere bene le carte del processo, ed essere coerenti con una certa visione della giustizia. Ma noi che non siamo né giustizialisti né garantisti, vorremmo semplicemente che le leggi fossero uguali per tutti, per cui diciamo: “Ben venga la Cassazione”.

Si aspettava questa assoluzione?
In questi casi si risponde “vorrei leggere le carte”, per cui dico che se le carte sono quelle che io ho letto sui quotidiani, questa è una sentenza assolutamente imprevedibile e imprevista, del tutto fuori dai dibattiti che abbiamo ascoltato sui media e dai fatti che non sono stati messi in discussione. Semplicemente questi giudici hanno interpretato i fatti in maniera differente rispetto a quelli di primo grado.

“Se dovessi fare ora delle lezioni, porterei questo processo come esempio dell’insussistenza dei reati contestati”, ha detto l’avv. Coppi, uno dei difensori di Silvio Berlusconi. Che ne pensa?
Io non andrei a lezione dal prof. Coppi e sceglierei qualcuno che riesca a risolvere dei casi più importanti e più complicati rispetto a questo. Personalmente non credo alla tesi della persecuzione giudiziaria; solo una certa stampa che non fa attenzione ai dettagli può sostenerla. Questa sentenza non è in alcun modo parte di una persecuzione giudiziaria, né è ad orologeria.

In che senso?
Qualcuno potrebbe anche sostenere che Berlusconi viene assolto per aiutare Renzi nel processo delle riforme, ma sarebbe assurdo. I giudici, che certo potrebbero essere più veloci, non hanno questo potere e questa cognizione temporale.

Cosa cela tale disparità di vedute tra il primo e il secondo grado?
Significa che la magistratura milanese è tutt’altro che compatta, come dimostra il caso Robledo-Bruti Liberati e per certi versi anche con ciò che accade attorno alla Boccassini. Purtroppo i giudici sono entrati in una spirale che non è certamente politica ma certamente ha dei riverberi politici. E’ una spirale spettacolare in quanto tutti vogliono apparire sulle prime pagine dei giornali, soprattutto è una spirale che incide sulle carriere. Tutto ciò non può che dispiacere a chi pensa che la magistratura debba essere libera e indipendente, ma soprattutto molto preparata. Lo considero uno degli elementi cruciali della qualità democratica di un Paese.

Quanto potrà beneficiare Forza Italia da questa sentenza?
In nessun modo, certamente non subirà un altro contraccolpo, ma non trarrà benefici. I nodi continuano ad essere irrisolti: c’è un leader che fagocita tutto e tutti, né accetta che qualcuno possa emergere al fine di costruire, finalmente, un partito di destra moderno ed europeo, magari di stampo liberale.

Quali i riverberi sulla tenuta dell’esecutivo?
L’esecutivo si chiama solo Matteo Renzi e non dipende da nessuno. Certo potrebbe iniziare a pensare che le sberle ai governi arrivano dall’Europa e non da altri fattori. Per cui Palazzo Chigi dovrebbe fare più attenzione ai sui comportamenti, essere maggiormente credibile. E apparire europeo, non fiorentino.

twitter@FDepalo



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