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Cercasi disperatamente Agenda Poggiani (polemiche sulla laurea a parte)

Nessuno a distanza di quasi due mesi ha fugato del tutto i dubbi esistenti sulla laurea in possesso del nuovo direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale né assecondato le richiesta di chiarimento di quanti in Rete hanno invocato maggiore trasparenza sui requisiti necessari per la candidatura di Alessandra Poggiani.
Orfana a lungo del suo direttore dopo le dimissioni di Agostino Ragosa, l’Agid ha scoperto il nome di Poggiani il 10 luglio scorso. Il decreto a firma del ministro Marianna Madia è giunto invece l’ultimo giorno di luglio mentre secondo quanto riferito dal Corriere delle Comunicazioni la Corte dei Conti avrebbe registrato il decreto di nomina di Poggiani come nuovo direttore dell’Agenzia l’8 agosto scorso.

LA BARUFFA SULLA LAUREA
A riaccendere il dibattito sulla legittimità del titolo di studio di Poggiani ricostruito negli approfondimenti di Formiche.net che ha più volte chiesto al governo di fare chiarezza è stato recentemente il Fatto Quotidiano per il quale “nonostante la copiosa esperienza maturata sul campo”, sembra che il nuovo direttore dell’Agid non abbia le carte in regola per ricoprire la carica:
“Il futuribile direttore dell’Agenzia pare soprattutto ignorare – certamente in perfetta buona fede – che l’equipollenza riconosciuta dal Cun nel 1997 non ha carattere generale ed ha valore solo per il concorso a cui si riferisce – ha scritto Alberto Crepaldi sul Fatto -. Per un ruolo, a quanto ci è stato dato di comprendere, che ben poco aveva a che fare con quello di direttore generale. Ragione per cui è sostanzialmente carta straccia per la selezione a direttore generale di Agid”, conclude Crepaldi.

TASSELLI DIGITALI MANCANTI
Nonostante le polemiche, l’Agid ha comunque un direttore. Semmai è sprovvista dell’Agenda. Ad inizio del mese di luglio la Commissione europea ha inviato infatti un documento contenente alcune osservazioni informali all’Accordo di Partenariato per l’Italia relativo al periodo 2014-2020. (Leggi qui il documento dell’Ue). Qualcuno in Rete ha fatto notare però come una di queste osservazioni sia passata in sordina.

Condition 2.1 (digital growth)
Commission can evaluate this condition only when the National Digital Agenda will have been completed and adopted.

Nel punto indicato la Commissione mette in risalto il non completamento della definizione dell’Agenda Digitale e quindi delle strategie italiane sul digitale.
“Il documento realizzato a supporto dell’Accordo, è chiaramente incompleto dal punto di vista strategico, di obiettivi misurabili, ma anche di assi di intervento (basti pensare all’eCommerce). Non per dimenticanza di chi lo ha redatto, ma perché è proprio questo lo stato dell’Agenda Digitale italiana”, ha scritto Nello Iacono, vice presidente del comitato direttivo degli Stati Generali dell’Innovazione sul sito Agenda digitale.


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