“C’è da costruire un’alternativa a Renzi, alla sinistra e al suo governo. Lasciamo perdere le polemiche e ripartiamo da qui”. Il messaggio che Raffaele Fitto lancia dalla Convention Popolare di Matera è chiaro. No ai sussurri ininfluenti di chi mette al centro dell’agenda un abbandono di Forza Italia da parte dell’eurodeputato pugliese. Sì a ragionamenti, seri e analitici, su politiche, programmi e decisioni.
POPOLARI
L’occasione è rappresentata dalle anime dei Popolari di Mario Mauro (protagonisti di un flash mob per HonkgKong), riuniti in assise in Lucania (ecco il video in streaming) a cui il numero uno di Italia Unica, Corrado Passera, ha anche inviato un messaggio di buon lavoro (eccolo) a testimoniare un’attenzione trasversale al dialogo e una comunanza valoriale come il riferimento a don Sturzo fatto dall’ex ministro dello Sviluppo Economico. Mentre da un lato Fitto al tavolo dei relatori ritrova i partiti della vecchia Cada delle Libertà (presenti Giulio Tremonti, Lorenzo Cesa, Flavio Tosi) dall’altro non manca di precisare che un nuovo schema andrà gioco forza immaginato.
I FATTI
“Il premier italiano – dice Fitto rispondendo all’Udc Lorenzo Cesa che gi chiedeva conto dell’appoggio azzurro al governo – è un premier di sinistra, è iscritto alla grande famiglia del Pse: tutto il resto non conta. Per questo dobbiamo solo capire se conviene portare avanti gli slogan renziani o se proporre altro”. “Renzi ha avuto un merito alle scorse elezioni europee, – aggiunge l’ex ministro degli affari regionali a Formiche.net – quello di trasformare un sentimento diffuso di rabbia che rischiava di far emergere un risultato enorme per Beppe Grillo, in speranza: questa è la lettura principale dei suoi numeri”.
CENTRODESTRA
Ma da dove deve ripartire il centrodestra per non affogare nel mare del renzismo? “Noi dobbiamo porci il problema di capire cosa sia accaduto alle elezioni europee, non tanto nell’analisi dei flussi elettorali ma comprendere perché i milioni di cittadini che votavano per quella foto pubblicata dal Corriere della Sera (la Cdl del 2000 con Buttiglione, Casini, Fini, Bossi, Fitto e Berlusconi) oggi hanno scelto il non voto. Un segnale chiaro, potrebbero cambiare ma al momento sono immobili”.
PROGRAMMI
Punto primo: c’è da costruire un’alternativa a Renzi, alla sinistra e al suo governo, è la tesi di Fitto, che ieri è stato in Veneto. “Lasciamo perdere le polemiche ma ricordiamo il documento votato giorni fa da Forza Italia, che ha deciso di passare operativamente all’opposizione sui temi economici: vedremo se dalle parole si passerà ai fatti in Parlamento e nel Paese per evitare di fare discorsi autoreferenziali”.
MEA CULPA
Cosa non stiamo più facendo, si chiede Fitto? “Non stiamo più rappresentando interessi di pezzi della società di cui prima ci occupavamo: è la garanzia che non diamo più a milioni di elettori ed è qui che è andato in corto circuito il sistema politico del centrodestra”. Non nomina mai direttamente Berlusconi o altri dirigenti di Forza Italia, ma sottolinea che alla politica degli annunci di questo governo non seguono poi i fatti, per cui non è quella la strada da seguire. Esempio macroscopico è l’aggiornamento del Def, inizialmente dello +0,8 “ma oggi apprendiamo che c’è un meno, per cui a nessuno sfugge il complesso della situazione in cui ci troviamo e lungi da me dal voler fare demagogia, ma mi chiedo dove sia la verità”. Stesso discorso per la proposta del tfr in busta paga.
RENZI
L’abilità di Renzi, aggiunge l’eurodeputato pugliese, sta nel fatto che mentre si discute degli effetti non positivi degli 80 euro, dei mancati pagamenti alla PA, delle mancate politiche per la ripresa, “un importante quotidiano ci spiega che l’80% degli italiani sono favorevoli alla riforma della scuola: peccato che non vi sia ancora alcun testo di questa riforma. Questa è la sintesi di una grande bolla mediatica nella quale non dobbiamo cadere”.
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