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Tutte le follie sul caso Eternit

Dedicato a Roberta Pinotti: ‘’Volare oh! oh!’’

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L’amianto è stato (e rimane) un killer spaventoso. Ma l’Eternit lo produceva perché quel materiale aveva un mercato e veniva impiegato in molte attività. Addirittura il suo uso era richiesto nei capitolati d’appalto. Le città sono imbottite d’amianto, così le vecchie carrozze ferroviarie, il naviglio, i capannoni industriali e quant’altro. Il Parlamento ne vietò la lavorazione e l’impiego solo nel 1992. L’accanimento, mediatico e giudiziario, contro l’Eternit, dunque, non ha senso. E’ un atto di vendetta non di giustizia. Quanto meno, di quelle morti, è corresponsabile lo Stato italiano che ha tardato decenni a mettere al bando la lavorazione dell’amianto. E’ grave che tante persone, esposte, abbiano contratto malattie incurabili. Ma sono molte di più quelle che tutti gli anni muoiono per patologie connesse al fumo o al consumo di alcol o all’inquinamento atmosferico, prodotto dalla circolazione degli autoveicoli.

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Che cosa avrebbe dovuto fare il proprietario svizzero dell’Eternit quando le riviste scientifiche cominciarono a mettere l’asbestosi e il mesotelioma in relazione con l’amianto? Chiudere la fabbrica? Nessuno a suo tempo lo chiese. Come nessuno lo chiede alla Philip Morris, che invece sta aprendo, in pompa magna, uno stabilimento in provincia di Bologna, salutato come il segno di una Italia che #cambiaverso.

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In Italia, le pensioni curano ogni male. Così, in base ad una leggina maligna dei primi anni Novanta, se un lavoratore riusciva a dimostrare all’Inail di aver lavorato per oltre un decennio in ambiente esposto ad una particolare concentrazione di amianto (100 fibre/litro) otteneva dall’Inps un bonus pensionistico nel senso che ciascun anno di esposizione veniva moltiplicato per 1,5. Negli anni successivi quest’impostazione è cambiata, nel senso che ora il beneficio si riferisce alla misura della pensione e non più all’anticipo del trattamento. Si è trattato, in pratica, di una delle più massicce forme di prepensionamento mai escogitate in Italia, che si è consumata nel silenzio, con alcune decine di migliaia di trattamenti riconosciuti ai lavoratori <esposti>, con migliaia di pratiche all’esame degli enti e con un contenzioso pendente di migliaia di processi in diversi gradi di giudizio.

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La prescrizione non è un’uscita di sicurezza per i criminali, ma uno strumento rivolto a garantire la certezza del diritto. Come ha rilevato la Suprema Corte quei reati erano già prescritti ancor prima dell’inizio dei  processi.

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Le Francescheidi

Prenda buona nota il ministro Poletti. Altro che Jobs act. Papa Francesco ha trovato il modo di risolvere il dramma della disoccupazione: non acquistare più armi e adoperare quelle risorse per creare lavoro. A parte il fatto che l’industria degli armamenti determina occupazione stabile e qualificata, perché il Pontefice non espone queste sue teorie economiche all’Isis, al Califfo (che minaccia di conquistare Roma) e a quelli che, in ogni angolo del mondo, perseguitano e trucidano i cristiani. Come si possono sconfiggere questi implacabili nemici dell’umanità? Forse con uno sciopero dei metalmeccanici?

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