Il premier Matteo Renzi ha sbandierato ai 4 venti che per la prima volta nelle conclusioni del Consiglio europeo compariva la parola “flessibilità”. Il presidente del Consiglio è uscito dal vertice canticchiando la canzone di Mina “parole parole parole”: citazione autobiografica o critica a chi?
Leggendo le conclusioni del vertice si nota che la parola ”flessibilità” compare in due passaggi: “(…) flessibilità insita nelle norme vigenti di detto patto” e “(…) negli anni a venire è auspicabile realizzare progetti a lungo termine avvalendosi della flessibilità delle norme vigenti”.
In tutti e due i casi si parla di flessibilità delle norme vigenti e dunque nulla di nuovo visto che la flessibilità delle norme vigenti equivale a nulla in sostanza.
Ancora una volta, quindi, la cancelliera Angela Merkel ha avuto la meglio: ha dato il via libera all’inserimento di una parola ingabbiata nelle regole esistenti.
Per questo a Bruxelles alcuni eurocrati bisbigliano: “Sei mesi di Presidenza italiana della UE e il risultato è stato solo un gioco di parole che non aiuterà sicuramente il nostro Paese a uscire dalla crisi”.