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Cosa dice sul gas naturale il rapporto dell’ufficio studi di Mps

Il futuro del mercato globale del gas naturale è difficile da definire. Se da un lato la domanda dei paesi emergenti ne dovrebbe favorire molto lo sviluppo, dall’altro l’aumento della produzione dovuto alle nuove tecnologie (lo “shale gas”) ne ha depresso le quotazioni specialmente negli USA. E in Europa? Ecco cosa emerge dall’ultimo rapporto dell’area research di Banca Monte dei Paschi di Siena dedicato a questo combustibile.

RUOLO E NUMERI DEL GAS NATURALE

Tra i combustibili fossili che, come si legge sullo studio di Mps, ancora oggi soddisfano il 90 per cento del fabbisogno energetico mondiale, il gas conserva ancora un ruolo centrale, grazie al contenuto minore di gas serra e alla possibilità di essere trasportato mediante gasdotti e via mare dopo il processo di liquefazione a bassa temperatura.

Secondo il report, la produzione e il consumo di gas a livello mondiale sono superiori a 3 trilioni di metri cubi annui con riserve di poco meno di 190 trilioni di metri cubi. La rete complessiva dei gasdotti mondiali, inoltre, si estende per quasi 900 mila chilometri ed il commercio di GNL a livello mondiale è pari a 250 milioni di tonnellate.

Primo paese consumatore al mondo, nonché primo produttore, sono gli Stati Uniti, con 687 miliardi di metri cubi di gas nel 2013.

Il report evidenzia inoltre che l’indice di prezzo a livello mondiale MPS-WGI (World Gas Index) mostra stabilità durante gli ultimi anni, dopo il picco del 2008 e il crollo successivo.

IL GAS NATURALE IN ITALIA

I dati del rapporto relativi all’Italia, evidenziano un’importanza relativa al consumo di gas naturale rispetto alle altre fonti di energia ancora più rilevante in quanto ammonta al 34 per cento del totale, ovvero a circa 70 miliardi di metri cubi.
“Tuttavia, dal 2008 ad oggi – si legge sul rapporto – la crisi ha influito pesantemente determinando un deciso calo dei consumi di energia e quindi anche del gas naturale che ha subito una diminuzione di circa il 20% rispetto al picco di 86 miliardi di metri cubi del 2005”.

Questo ed altri elementi, tra cui il rapporto cita la concorrenza da parte delle energie alternative nella produzione di elettricità, rendono difficile le previsioni di sfondamento del tetto dei 100 miliardi di metri cubi a fine decennio formulate da importanti operatori del settore.

L’APPROVVIGIONAMENTO DELL’ITALIA

Il rapporto spiega poi la struttura di approvvigionamento dell’Italia dall’estero mediante i quattro importanti gasdotti Transmed, Greenstream, Trans Austria Gasleitung e Transitgas e i nuovi progetti TAP e South stream, che, operativi a fine decennio, secondo lo studio avranno evidenti implicazioni per il nostro paese. Anche se di recente il governo ha rivisto le posizioni dell’Italia sul South Stream.

Un ruolo estremamente importante nelle nostre forniture viene svolto, secondo i dati riportati dallo studio di Mps, dal gas russo con il 30,5 per cento del quantitativo complessivamente importato, ma dalla sola Algeria arriva in Italia un quantitativo assai maggiore, pari al 33,8 per cento.

LE CONCLUSIONI

“Dato l’attuale quadro geopolitico – conclude il rapporto di Banca Mps sul gas naturale -, viste le crescenti tensioni tra Russia e Ucraina, se si considera che le direttrici di approvvigionamento mediante “pipeline” sono molteplici e che le importazioni di GNL sono ancora molto basse, (3 per cento del totale), il nostro paese sembra in un’ottima posizione dalla quale potrebbe forse sopportare con minore difficoltà un’eventuale situazione di contingentamento delle forniture russe”.


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