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Greta, Vanessa e le amnesie della Lega sui riscatti. Parla Michele Anzaldi (Pd)

Un copione già scritto che si ripete puntualmente. L’esito felice del drammatico rapimento delle cooperanti italiane Greta Ramelli e Vanessa Marzullo in Siria non fa eccezione rispetto a vicende analoghe che hanno coinvolto nostri connazionali nei teatri di conflitti feroci. Caratterizzate, un minuto dopo la notizia della liberazione degli ostaggi, da polemiche furibonde sul presunto pagamento di riscatti ad opera delle istituzioni.

L’offensiva della Lega Nord dopo le voci di riscatto

A farsi portavoce delle accuse nei confronti del governo è questa volta la Lega Nord. Formazione che per bocca del deputato Gianluca Pini, intervenuto nell’Aula di Montecitorio in replica all’informativa del responsabile degli Esteri Paolo Gentiloni, chiede chiarimenti esaurienti “riguardo voci e illazioni su cifre versate a favore di chi teneva in ostaggio le due ragazze”. E non esista a parlare di “grave ipotesi di reato per cui verrà presentato un esposto alla Procura di Roma”.

Una prassi esemplare adottata da tutti i governi italiani

Argomentazioni fortemente criticate in Transatlantico dal parlamentare del Partito democratico Michele Anzaldi.

Il quale, conversando con Formiche.net, rifiuta di rincorrere le polemiche relative al tema riscatto. A suo giudizio completamente “chiuso” grazie alle parole utilizzate dal capo della Farnesina: “Gentiloni è stato chiarissimo. Richiamando protocolli internazionali per cui l’Italia non paga alcun riscatto, egli ha ricordato come le regole e la prassi adottate in questa vicenda presentino piena continuità con l’orientamento di tutti i governi di Roma in casi analoghi. Compreso l’esecutivo guidato da Silvio Berlusconi a cui il Carroccio aderiva con convinzione”.

È in tal modo, spiega l’esponente del Nazareno con orgoglio, che il nostro paese è riuscito a recuperare e riportare a casa molte persone vittima di sequestro: “Ben tre in Siria su un totale di otto occidentali. Una metodologia che sta riscuotendo successi e dovrebbe essere esportata a livello globale. Come prova il fatto che finora non abbiamo subito attentati, e che la comunità internazionale non si è lamentata nei nostri confronti”.

La necessità di un’intelligence flessibile

Soltanto i rappresentanti della Lega Nord lo hanno fatto. Un atteggiamento “irresponsabile e strumentale, alimentato dall’aspirazione a conquistare i voti di protesta e a recuperare consensi a Beppe Grillo”, lo liquida il deputato del Pd.

Tanto più esecrabile, rimarca Anzaldi, visto che nelle aree tormentate da guerre e terrorismo come il Medio Oriente non vi sono regole limpide e ogni operazione di intelligence è ad alto rischio come insegna la tragica vicenda di Nicola Calipari.

L’accusa di doppiezza rivolta al Carroccio

Al contrario del Carroccio, osserva l’esponente del Nazareno, “quando il centro-destra era al governo il Pd ha offerto pieno appoggio a tutte le iniziative e le strategie per giungere alla liberazione degli ostaggi. Condividendo la gioia per il buon esito e astenendosi da ogni illazione polemica”.

A suo giudizio questo dovrebbe essere il momento dell’unità di tutti i cittadini e forze politiche: “Non possiamo rovinare un clima di concordia giustificato dall’allarme sul significativo rischio attentati confermato dalle autorità”.

Nessuna fonte ufficiale parla di riscatto

Per il parlamentare democratico esistono due elementi “aggravanti” nelle parole delle “camicie verdi”. La presenza in quei territori di due connazionali tuttora nelle mani dei rapitori. E il fatto che il sequestro delle giovani “è stato caratterizzato da una grossa attività di depistaggio, attraverso l’intossicazione di notizie contrastanti”.

Il riferimento è al tweet lanciato da un account ritenuto vicino ai ribelli siriani anti-Assad e che parla del pagamento di 12 milioni di dollari per la liberazione delle ragazze. “È inaccettabile – rileva – ritenere attendibili parole che non provengono da forze di sicurezza o di polizia italiane e occidentali, né da documenti ufficiali”.

“L’Italia non abbandona nessuno”

Andando oltre i confini del confronto politico, è tuttavia evidente l’esigenza di regolamentare meglio le organizzazioni non governative al fine di evitare iniziative estemporanee che possono sfuggire al controllo e protezione delle istituzioni in teatri pericolosi.

Una necessità che l’ex portavoce di Francesco Rutelli riconosce. Aggiungendo però che “se una persona animata da motivazioni umanitarie si reca in Siria o in Iraq nella piena libertà e autonomia, lo Stato italiano non può lasciarla al proprio destino. Che si tratti di un giornalista o di un cooperante”.

Perché è di individui del genere e di organizzazioni del calibro di Emergency, evidenzia Anzaldi, che il nostro paese è orgoglioso: “Un mondo che merita di essere valorizzato, a fronte dei 53 foreign fighters associati all’Italia”.

“No ad assicurazioni al posto della protezione dello Stato”

È in tale ottica che il parlamentare del Pd boccia senza appello la proposta, avanzata da Gianluigi Magri su Formiche.net, di imporre a chiunque scelga di andare in zona di guerra l’obbligo di assicurazione privata senza contare su interventi dello Stato. “Roba da fantascienza. Una polizza viene stipulata per gli infortuni, non per i rapimenti ad opera di gruppi che tagliano le teste, o sono pronti a farsi saltare in aria in una redazione di giornale e in un negozio”.


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