Avanti il prossimo. Mentre il ministro Marianna Madia ha già dichiarato aperta la caccia al nuovo direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale, sulle dimissioni di Alessandra Poggiani resta ancora qualche dubbio. Delusa? Forse sì (vedi intervista a Wired), forse no (vedi intervista al Corriere delle Comunicazioni). Stanca di Agid? Chissà.
Formalizzate le dimissioni con il ministro Madia che l’ha ringraziata per il lavoro svolto, Poggiani può portare avanti la sua scelta di candidarsi in Veneto in una lista di appoggio alla compagna di partito Alessandra Moretti.
Non che non si fosse prima tolta qualche sassolino dalla scarpa. Ecco chi ha preso di mira Poggiani in alcune dichiarazioni alla stampa e come hanno reagito colleghi chiamati in causa, sindacati e addetti ai lavori.
LE PRIME STILETTATE
Una breve presentazione.
Stefano Quintarelli, deputato di Scelta Civica e presidente del comitato di indirizzo dell’Agid, diversamente definito da Poggiani come colui che “segue con gran tenacia le battaglie che gli stanno a cuore, ma poi comunque ha la sua attività di parlamentare”.
Riccardo Luna, giornalista e saggista, già direttore della rivista Wired, “digital champion” e consiglieri di Renzi a titolo gratuito. Di lui Poggiani ha detto: “Ha fatto un lavoro intelligente con i digital champions locali, ma lui è un comunicatore”.
Paolo Barberis, consigliere per l’innovazione del governo Renzi, animatore dell’acceleratore di imprese Nana Bianca, ragioni per cui “a sua volta deve seguire le proprie attività”, ha detto Poggiani.
Chiamati all’appello da Poggiani, in velate accuse per non aver contribuito pienamente allo sviluppo digitale del Paese, prima, ed in espliciti ringraziamenti, poi, ecco come hanno reagito Quintarelli, Luna e Barberis e alla notizia dell’addio del direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale.
L’APPOGGIO DI QUINTARELLI
Il commento di Quintarelli precede cronologicamente gli altri: “Certamente ci sono difficoltà nel lavoro, come in ogni attività professionale, ma come ci saranno anche al parlamento regionale, e questo è chiaro ad Alessandra. È una invariante, non un motivo”, ha scritto il deputato di Scelta Civica il 28 marzo, giorno dell’intervista di Poggiani a Wired.
E adesso? “Succederà che verrà fatto a tambur battente un nuovo bando e una nuova selezione e verrà scelto un altro bravo DG”, ha scritto Quintarelli.
E, Agid a parte, “succederà che, essendo io veronese ed eletto in Veneto, avendo contribuito all’agenda digitale veneta, anche in campagna elettorale non farò mancare il mio supporto ad Alessandra e risponderò presente ogni volta che mi chiamerà, come è stato sin qui”.
L’AUSPICIO DI BARBERIS
Per uno esperto in materia digitale che va via, tanti ne restano: “Per noi che rimaniamo qua, impegnati a portare avanti il progetto di sviluppo dell’Italia attraverso la digitalizzazione e l’innovazione, questa è però un’ottima occasione per un momento di riflessione”, ha scritto Barberis in un post.
“Non so chi andrà a sostituire Alessandra, ci sarà una selezione pubblica al più presto, ma un auspicio, beh, questo concedetemelo: che venga scelta una persona con eccellenti competenze tecnologiche e importanti esperienze manageriali, meglio se internazionali, alla guida di una squadra di professionisti selezionati”, ha scritto il consigliere di Renzi, con velate, indirette, staffilatine a Poggiani, secondo più addetti ai lavori.
LE PREVISIONI DI LUNA
Preoccupato per le dimissioni di Poggiani? Ecco come risponde Luna in un post dal titolo “Cosa cambia e cosa no dopo la Poggiani”. “Sono dispiaciuto soltanto per una cosa: per il fatto che in rete la notizia stia viaggiando assieme alla frase “impossibile cambiare”. Non credo che questa frase corrisponda al pensiero di Alessandra Poggiani (il che non esclude affatto che lo abbia detto, ma questo è un altro discorso), ha scritto Luna.
Per il Digital Champion, cambiare le cose, non solo è possibile, ma anche “doveroso”, “obbligatorio”. “Dirlo, pensarlo, è offensivo per tutti quelli, tantissimi, che non hanno poltrone dalle quali dimettersi ma ciò nonostante non smettono di impegnarsi per costruire una Italia migliore”, ha scritto Luna.
Cosa accadrà? “A questo punto per il governo, per il paese, per tutti noi, c’è l’opportunità di avere in quella posizione un direttore generale ancora più bravo/a. Non sprechiamola”.
LE PRECISAZIONI DI BASSANINI
Poggiani ha espresso rilievi anche sul piano per la banda ultralarga al quale ha lavorato a fianco di Palazzo Chigi e della Cassa Depositi e prestiti: “Non me la sento più di sostenere come ottimale un piano per la banda ultralarga che è assai limitato. Non sono diplomatica”, ha confessato Poggiani. Piano limitato? Critica infondata”, ha replicato su Twitter Franco Bassanini, presidente di Cdp e di Metroweb.
LA REPLICA DEI SINDACATI
Punzecchiati indirettamente da Poggiani nell’intervista con Massimo Russo, i sindacati Funzione Pubblica CGIL, Falbi e Rsu (Rappresentanza sindacale unitaria), hanno risposto così oggi al direttore generale di Agid: “Rari sono stati i contatti intercorsi con il Sindacato, al quale il DG a stento, ha presentato le iniziative assunte senza mai avviare un confronto di sostanza”, hanno scritto i sindacati in una nota congiunta.
“Avevo sottovalutato i sindacati del pubblico impiego. Impossibile dare obiettivi ai dipendenti. Quando sono arrivata c’erano 120 contenziosi su 80 persone”, aveva dichiarato Poggiani a Wired.
“Rigidità e burocratizzazione le avrebbero impedito di “assumere”? “Affermazione infondata”, hanno ribattuto nero su bianco oggi FP Cgil, Fipe e Rsu elencando alcune azioni di Poggiani: “In otto mesi ha bandito selezioni per 30 collaboratori a progetto; si è circondata di un numero rilevante di consulenti ed ha effettuato numerosi affidamenti diretti; ha nominato 3 dirigenti senza dare trasparente evidenza delle relative procedure di nomina; ha discrezionalmente disposto spostamenti di diverso personale dipendente di altre PA; ha adottato, con piena discrezionalità e responsabilità, una nuova organizzazione, in assenza di criteri e di un quadro chiaro di pianificazione delle attività in carico all’Agenzia”.
IL COMMENTO DI FEDERMANAGER
“Punto e a capo”. Dopo le dimissioni di Poggiani il presidente di Federmanager, Giorgio Ambrogioni ha dichiarato di essere pronto a candidare come nuovo direttore Agid un proprio manager certificato. “Siamo punto e a capo – ha detto Ambrogioni – ancora fermi di fronte ai problemi aperti”.
Per come colmare tali ritardi Federmanager ha un’idea: “Chiediamo a Palazzo Chigi di individuare un Centro di responsabilità da assegnare direttamente in capo ad un Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, in grado di operare con autonomia e tempestività per la realizzazione di quei progetti per troppo tempo rimasti nel cassetto”, ha proposto Ambrogioni.
LA PROPOSTA DI RADIO RADICALE
In vista della selezione del nuovo direttore Presi per il Web, lo spazio di approfondimento di Radio Radicale, ha lanciato un appello ai parlamentari: “Chiediamo al Ministro Madia e ai parlamentari di vigilare affinché questa volta la selezione sia davvero trasparente, vera e verificabile e permetta ai cittadini e agli addetti ai lavori di conoscere e valutare i criteri e i processi che hanno portato alla scelta di uno dei candidati per questo centrale elemento della governance dello sviluppo digitale del Paese”. I primi ad aderire alla proposta sono stati Antonio Palmieri (Forza Italia) e Mirella Liuzzi (M5s).