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Tutte le finte diatribe su barconi e sbarchi

Per contenere la tragedia che si consuma, ormai quotidianamente, nel Canale di Sicilia, le proposte di Matteo Salvini non sono di certo ‘’politicamente corrette’’. Anzi mentre il leader della Lega parla a ruota libera di questi argomenti tutti possono notare lo scorrere di un filo di bava alla bocca, a testimonianza di un evidente malanimo contro gli ‘’invasori’’. Ma a pensarci bene sia Matteo Renzi, sia il Consiglio europeo, pur menando il can per l’aia, non faranno delle proposte tanto diverse da quelle di Salvini, anche se ci metteranno di mezzo l’Onu, la Nato e qualche altra istituzione internazionale.

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L’immigrazione clandestina non arriva nel Vecchio Continente soltanto attraverso il Mediterraneo. Anche altri Paesi europei hanno i loro problemi. E’ la Svezia il Paese che, rispetto alla popolazione, ospita il numero maggiore di rifugiati.

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Tante ‘’anime belle’’ vagheggiano di modificare la riforma delle pensioni ‘’made by Fornero’’ introducendo il c.d. pensionamento flessibile, ovvero stabilendo una fascia anagrafica entro la quale i lavoratori possono scegliere quando andare in quiescenza, subendo una piccola penalizzazione (max l’8% secondo il principale progetto di legge all’esame della Commissione Lavoro alla Camera) per chi si ritira prima e un analogo ‘’premio’’ per chi rimanda il pensionamento. Poiché anche la riforma Fornero ammette una sorta di flessibilità (nel senso che i lavoratori possono ritardare la quiescenza fino a 70 anni ricevendo in cambio un trattamento più elevato e la tutela di legge contro i licenziamenti ingiustificati) i progetti di iniziativa parlamentare perseguono, in realtà, un solo obiettivo (che, in pratica, è poi lo stesso del Presidente dell’Inps Tito Boeri): anticipare l’età di pensionamento, sia pure al prezzo di un picco taglio sull’assegno. Questa operazione resta confinata ‘’nell’esile speranza di cui sono fatti i sogni’’. Ciò per diversi motivi. La Ue non approverebbe un cambiamento strutturale di quella che considera la ‘’madre di tutte le riforme’’, anche in vista degli impegni che ci siamo assunti;  lo stesso atteggiamento avrebbero i mercati. Ma anche il quadro di finanza pubblica contenuto nel DEF farebbe ‘’a pugni’’ con tale prospettiva. Basti pensare che a legislazione invariata (e quindi contabilizzando i robusti risparmi previsti) la spesa pensionistica – dal 2017 al 2019 – crescerà in media del 2,7% all’anno a fronte di un incremento complessivo della spesa pubblica  dell’1,3%. Aumentare, in tale scenario, il trend della spesa pensionistica sarebbe da irresponsabili.

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