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Che cosa penso di Luca Zaia

Nelle recenti elezioni regionali, il centrodestra ha trovato un leader che può unificarne le diverse componenti, rendere competitiva la coalizione e condurla a giocarsi la vittoria nel ballottaggio. E’ Luca Zaia. Ha l’aspetto di un ballerino di milonga, ma gode di una stima degli elettori che, a quei livelli, può essere solo meritata. È un moderato, in grado di rassicurare sia i  mercati finanziari sia quelli rionali, ben più di quell’esagitato di Matteo Salvini. E’ un leghista in doppio petto, come Roberto Maroni, espressione di una classe politica che si è cimentata amministrando egregiamente il territorio. Al governo, per generale riconoscimento, Luca Zaia è stato un ottimo ministro delle Risorse agricole.

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E’ vero che in politica non esiste la gratitudine, ma il gesto di Vincenzo De Luca nei confronti di Rosy Bindi è gravemente lesivo persino delle più elementari regole del fair play. Senza l’ukase della presidente della Commissione Antimafia, De Luca non ce l’avrebbe mai fatta a mobilitare a suo favore tutta Salerno, distaccando, lì, di centomila voti il suo antagonista. Invece di denunciarla, De Luca avrebbe dovuto inviare a Rosy Bindi un enorme mazzo di rose bianche, con un bigliettino profumato di essenza di bergamotto. In questo modo, il neo governatore avrebbe dimostrato che l’ironia ferisce più della spada.

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Il 31 maggio, metà dell’elettorato (uno su due) ha disertato le urne. Certo, è stata una decisione cretina convocare le elezioni in un giorno in cui iniziava il primo ponte della stagione primaverile, in un Paese, come l’Italia, in cui – proprio perché le famiglie non riescono ad arrivare alla quarta settimana del mese – in quei giorni vanno a digiunare, in milioni, al mare o ai monti. Ma non si riflette abbastanza sul calo strutturale dei votanti, come se nella metà che si astiene con i piedi, ci fossero dei ‘’tesoretti’’ di suffragi a disposizione di un cenno da parte del primo venuto. L’assenteismo è il frutto avvelenato dell’antipolitica. Il kombinat eversivo giudiziario-mediatico continua a rappresentare il mondo della politica come se si trattasse di un immondezzaio di infamie, malversazioni, corruzioni e concussioni; come se quelle destinate al funzionamento della democrazia (compresi i vitalizi) fossero risorse gettate nel cesso. Ha fatto più danno il disfattismo dei talk show che un esercito di fameliche cavallette all’assalto di un campo di grano maturo.

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