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Tutti i giochetti (berlusconiani) di Denis Verdini

Maurizio Bianconi è sicuramente un uomo di mondo. Così ci sarà pure qualche cosa di vero quando Bianconi dichiara a un quotidiano che quella di Denis Verdini è una ‘’messa in scena’’ concordata con l’ex Cav e suggerita, nientemeno che da Fedele Confalonieri, al solo scopo di consentire a Mediaset di essere al governo. Del resto, Verdini è tutto fuorché un ‘’politico’’; è quindi incapace di concepire una strategia qualsiasi. E’ probabile, allora, che il suo ‘’tradimento’’ sia invece la prova di una disinteressata fedeltà, al pari di quella dell’agente segreto che viene paracadutato al di là delle linee nemiche, dopo che il suo Comando gli ha detto che, nel caso in cui venga scoperto, non avrà protezione alcuna, ma faranno finta di non conoscerlo neppure. In fondo anche a Giuda toccò di svolgere un compito ingrato, ma scritto ‘’là dove si puote ciò che si vuole’’.

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All’inizio degli anni ’90 il governo presieduto da Ciriaco De Mita istituì un ticket sui ricoveri ospedalieri (una misura che oggi esiste ovunque). Successe di tutto: scioperi generali, violente campagne di opinione pubblica e quant’altro potesse servire a screditare il provvedimento, ritenuto lesivo di chissà quali sacrosanti diritti. Quando il governo cadde, Giulio Andreotti, incaricato di formare il nuovo esecutivo, decise in cinque minuti di abrogare quella norma che, peraltro, aveva un valore modesto anche per quei tempi. Se paragoniamo quella vicenda alle proposte, ben più pesanti, di Yoram Gutgeld (incaricato di predisporre la spending review) in materia di sanità (con un taglio di oltre 2 miliardi l’anno per i prossimi tre anni) ci accorgiamo di quanta acqua sia passata sotto i ponti.

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Il bello è che Carlo Cottarelli, già commissario inascoltato alla spending review, aveva previsto, nella sanità, solo risparmi dell’ordine di 2 miliardi da raggiungere nel giro di tre anni mediante misure di razionalizzazione. Anzi, in un recente saggio, edito da Feltrinelli (La lista della spesa: la verità sulla spesa pubblica italiana e su come si può tagliare) Cottarelli insiste nella sua linea di condotta, ribadendo la necessità di reinvestire una quota dei risparmi ‘’nel settore stesso per migliorare i servizi forniti per un servizio pubblico così delicato’’ a cui, a suo avviso, va parte del merito della longevità degli italiani. È più o meno quanto chiede Il ministro Beatrice Lorenzin oggi.

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Ho trovato parecchio singolare e discutibile che Raffaele Cantone (per fornire argomenti critici a chi non ne aveva?) abbia messo sullo stesso piano la registrazione effettuata di nascosto, magari per incastrare un estorsore, da quella ‘’rubata’’ da un giornalista per danneggiare la reputazione di una personalità politica. Per inciso, è bene ricordare che, dopo la ‘’storica’’ telefonata a Fabrizio Barca, con l’imitazione di Nichi Vendola, i giornalisti della ‘’Zanzara’’ hanno passato dei guai con la giustizia. Allora nessuno protestò. Lo stesso dicasi di Silvio Berlusconi quando si avvalse della registrazione di un colloquio telefonico di Piero Fassino sulla vicenda Unipol-Bnl.

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