Le nenie della Svimez sul Mezzogiorno hanno stufato. Nel Sud si è, sino ad ora, sperimentato, in 70 anni, tutto quello che è consentito da politiche stataliste, burocratiche e straordinarie: incentivi, sgravi fiscali, sovvenzioni, misure speciali ecc. ecc.. Cioè un secolo di meridionalismo. Risultato: il sottosviluppo resta li’ e la Svimez piagnucola col fallimento, la desolazione e l’abbandono del Sud. E se, finalmente, rovesciassimo il paradigma di un secolo di meridionalismo-” piu’ stato nel Sud “- e provassimo l’opposto: “piu’ mercato nel Sud”?
Provatevi ad immaginare alcuni radicali interventi liberalizzanti. Che so?:
1) privatizzare la Salerno-Reggio calabria a condizione che i privati la completino in tempi dovuti.
2) realizzare una grande infrastruttura nel Sud (di quelle che mobilitano risorse umane e capitali privati (se possono essere remunerati da tariffe): il ponte sullo Stretto.
3) realizzare una nuova rete elettrica di trasporto che renda utili gli investimenti inutili e parassitari fatti nelle rinnovabili
4) vendere in concorrenza i diritti dell’alta velocita’ da Salerno a Reggio Calabria e Bari
5) privatizzare le tratte ferroviarie morte interne alla Regioni del Sud e sulla direzione est-ovest. E che cento fiori fioriscano
6) liberalizzare i contratti di lavoro nel Sud copiando dai successi Fiat a Pomigliano, Cassino e Melfi
7) realizzare il progetto banda larga affidandolo ad una societa’ privata di operatori di rete (Enel, telecom e altri privati) e non ad un ministero.
8) affidare ad una banca o ad un consorzio di esse la gestione dei Fondi Europei lasciando alla Regioni solo un ruolo di indirizzo e definizione degli obiettivi.
9) detassare tutto il detassabile al Sud cominciando dalla fiscalita’ del lavoro e dell’impresa
10) commissariare la Regione Sicilia e responsabilizzare i governatori del Sud (De Luca, Emiliano ecc) a realizzare obiettivi di sviluppo senza aggravi di spesa pubblica.
Senno’ commissariare anche loro. I puristi di sinistra storceranno il naso e definiranno tatcheriano un tale programma. Se ci fosse il coraggio di attuarlo ( arricchendolo con altre decine di possibili proposte aggiuntive) basterebbe una scrollata di spalle ai puristi di sinistra. Che si lamentano sempre e propongono mai.