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Che cosa mi ha scandalizzato davvero del funerale di Casamonica

Non ho ancora deciso se scandalizzarmi di più per quello che tutti ormai chiamano il funerale show del 20 agosto o per le reazioni che quell’evento ha suscitato e continua a produrre (da ultimo l’apertura di un fascicolo in Procura).

Il mio disappunto non riguarda tanto la grancassa suonata per giorni (e notti) dai media. In fondo, le onoranze funebri, riservate in pompa magna (anzi, maxima), a Vittorio Casamonica, erano pur sempre una notizia. Una sorta di manna piovuta dal cielo in giorni in cui di news ficcanti non c’erano tante. Poi, i giornali, i tg, i talk show non sono tenuti a fornire delle soluzioni: il loro mestiere consiste nel fare delle denunce.

E in quella vicenda non mancavano certo gli argomenti per sostenere – ormai lo fanno sempre – che ‘’Annibale è alle porte di Roma’’. Magari sarebbe stato opportuno ricordare, sia pure brevemente, che, nella notte tra il 20 e il 21 agosto del 1968, venne brutalmente stroncata dalle truppe del Patto di Varsavia la ‘’primavera di Praga’’ di Alexander Dubcek. Ma forse non valeva la pena di rivangare delle sepolture, lontane nel tempo ed archiviate dalla storia, quando ce ne stavano di fresche di giornata che consentivano di sbizzarrirsi in commenti indignati e ‘’politicamente corretti’’.

Ho trovato, invece, singolare la reazione (tipiche di chi ha una vistosa coda di paglia) delle autorità, al punto da sentirmi solidale con il sindaco Ignazio Marino (non mi era mai successo in precedenza) che ha deciso di restare in vacanza negli States. Soprattutto, mi ha colpito un dato di fatto. Tra il giorno del rito funebre in onore del capo del clan Casamonica e quello della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza si è verificato un altro (‘’grave’’) episodio che ha fatto discutere la stampa internazionale: l’attentato terroristico sul treno Amsterdam-Parigi, sventato da un gruppo di ‘’eroi per caso’’.

Visto che di treni ne circolano tanti anche in Italia e che Roma è nel mirino dell’Isis, ci si aspettava che il Comitato si interrogasse sui rischi che corrono i cittadini italiani nei loro spostamenti e su quali misure di prevenzione si debbano adottare. No. Si è parlato solo della vicenda Casamonica, perché noi facciamo la guerra… ai funerali. Siamo tanto impotenti (ecco la coda di paglia) contro i (presunti?) mafiosi che ci fanno paura anche da morti.

Ma la decisione che solleva tante domande è la costituzione di un comitato preposto ad evitare che eventi simili si ripetano. Vuol dire che le famiglie, d’ora in poi, dovranno presentare in Questura un piano particolareggiato per la sepoltura dei lori cari e farselo approvare, magari ricorrendo al Tar in caso di bocciatura? Oppure dovranno assumere, in quella circostanza, degli steward per controllare i documenti dei partecipanti alle esequie, i quali, a loro volta, saranno tenuti ad esibire, su richiesta, la fedina penale? Verranno introdotti dei nuovi reati, magari nella Legge Severino, come il concorso esterno in cerimonia funebre di stampo mafioso oppure l’associazione funeraria per delinquere?

Ma i mafiosi non si accontentano di morire. Si sposano, fanno dei figli che a loro volta seguono i normali cicli della vita; e le famiglie festeggiano – sovente con spocchia, arroganza, cattivo gusto ed esibizionismo – i singoli eventi. Che cosa farà, allora, questo comitato interforze? Ci saranno agenti in borghese intrufolati nei battesimi e nei matrimoni? E i cronisti? Andranno a misurare la circonferenza delle torte nuziali nelle cerimonie di persone in odore di criminalità organizzata?

Diventerà obbligatorio consegnare i borderò delle orchestrine che allietano i raduni con la loro musica? Ci saranno delle melodie proibite? E come la metteranno con le corone funebri? Occorrerà varare un vero e proprio regolamento con una precisa indicazione di quali fiori siano utilizzabili, per evitare che attraverso il loro linguaggio si mandino dei ‘’pizzini’’?

Per concludere, al posto di Francesco Totti non staremmo tranquilli. Essere definito ‘’l’ottavo re di Roma’’ può procurargli dei guai.

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