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Ilva, trivelle, grandi opere. Come avanza il masochismo di politici ed elettori

Perché trasformare le esequie funebri di Pietro Ingrao in un raduno di reduci non pentiti?

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I rappresentanti del fronte trasversale  ‘’anti trivelle’’ di dieci Regioni hanno depositato in Cassazione la richiesta di referendum abrogativo di alcune norme del decreto Sblocca-Italia che  riducono i vincoli per l’esplorazione marina, entro 12 miglia dalla costa, di giacimenti di petrolio e di gas naturale, attribuendo allo Stato il potere per le autorizzazioni. Strano Paese il nostro. Guai a promuovere la ricerca di fonti energetiche nazionali, quando si possono acquistare dall’estero (poi parlano di sovranità nazionale!). E non si pensi a nuove infrastrutture: se non le bloccano gli ambientalisti, lo fanno le procure. Le immondizie e i rifiuti? Vade retro, Satana! La produzione di acciaio? Non ce ne può fregar di meno. Ogni italiano si avvale di cellulari, smartphone, Ipod e di ogni altra possibile diavoleria elettronica, eppure si adombra ed organizza un comitato di lotta se gli installano un ripetitore davanti a casa. E la crisi dell’edilizia con ben 19 trimestri consecutivi negativi per quanto riguarda l’occupazione? Ma se stiamo beatificando una sindaca-ragazzina che ha bloccato, ad Idice, frazione di S. Lazzaro di Savena (Bo), un insediamento urbano deciso da tempo, definendolo spregiativamente la ‘’Colata’’… E quelli che si sono permessi di criticarla stanno avendo dei guai giudiziari.

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Ignazio, che strazio!

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Michele Anzaldi? Chi era costui?

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‘’Di sicuro il governo non aspetterà in eterno’’. Sono dichiarazioni al Corriere della Sera di Filippo Taddei, uno dei plenipotenziari di Matteo Renzi per l’economia e il lavoro. Taddei si riferisce alla riforma della contrattazione collettiva, aggiungendo: ’’Il governo aveva detto di aspettare un accordo fra sindacati e imprenditori. Ma anche che, senza accordo, sarebbe intervenuto per legge’’. La questione è la solita: come dare più peso alla contrattazione territoriale e aziendale. I sindacati farebbero bene a darsi una mossa, proprio nei giorni in cui – a titolo di lezione per le loro indecisioni – arriva in Parlamento, per la conversione in legge, il decreto sugli scioperi e le assemblee nei siti  archeologici e culturali.

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Direbbe papa Francesco: ‘’Chiaro?’’.

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