I soldati americani della Delta force costretti a battere in ritirata dai nostri Carabinieri. Ma poi pizzicati mentre si nascondevano dietro le piante attorno alla pista di Sigonella. Il comandante della base ricorda trent’anni dopo sorridendo: “Vedevo le piante che si muovevano…”. I tornado italiani che su ordine del presidente del Consiglio mettono in fuga gli aerei Usa messi all’inseguimento del velivolo egiziano con a bordo Abu Abass… E a Roma a capo della cabina di regia della “Notte di Sigonella” (titolo del libro Mondadori uscito in questi giorni e del Docufilm presentato in anteprima mercoledì 7 ottobre a Roma, tutto a cura della Fondazione Craxi) un presidente del Consiglio “top gun”, di nome Bettino Craxi. Il premier che in un colpo solo salvò con rapide e sofferte decisioni prese in grande solitudine 500 vite umane (tanti erano i passeggeri sequestrati della nave da crociera Achille Lauro ad opera di terroristi palestinesi); salvò l’onore e la sovranità nazionale; assicurò alla giustizia italiana i terroristi.
(CHI C’ERA ALLA NOTTE DI SIGONELLA CON STEFANIA CRAXI. LE FOTO DI PIZZI)
Craxi, bollato come l’”Amerikano” dai comunisti, fece infuriare l’ambasciatore americano a Roma e fece capire a Ronald Reagan che l’Italia non è una colonia. “Non è l’Italietta”, quella che “non riesce ad avere indietro i nostri Marò”, ha chiosato Stefania Craxi davanti al parterre di gran prestigio intervenuto all’anteprima del Docufilm, a Roma, al cinema “Spazio3”. Va in scena il Craxi della notte di Sigonella, il primo ministro “top gun” che, secondo una leggenda (non narrata nel film) alle ore 23,58 del 10 ottobre 1985, prima di ricevere al telefono il presidente Usa, mentre era nella sua camera all’Hotel Raphael per poche ore di sonno, gli fece fare un po’ di anticamera, mandando a dire dal suo factotum Marcello a Micheal Leeden (che faceva da traduttore) un “Ah sì… e che vuole Reagan…?”.
Tanta era l’irritazione del premier italiano per la pressante insistenza da parte degli Usa di avere i terroristi e poterli giudicare in America per un delitto commesso in Italia. Ecco, quel Craxi della notte di Sigonella per una sera ha rimesso d’accordo tutti. Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in prima fila con Gianni Letta, Fedele Confalonieri, e tutto lo stato maggiore di Forza Italia, a cominciare dall’ex socialista Renato Brunetta (capogruppo Fi alla Camera), l’ex An Maurizio Gasparri (vicepresidente Fi del Senato) e Paolo Romani, presidente del gruppo forzista a Palazzo Madama.
(TUTTI I BERLUSCONIANI ED EX SOCIALISTI PER IL DOCUFILM SU SIGONELLA. FOTO DI PIZZI)
Berlusconi lungamente applaude il telegramma inviato a Stefania dal capo dello Stato. Sergio Mattarella a Craxi dà atto del miracolo compiuto, “evitando una terribile escalation” , insomma la giudica “una notte particolarmente meritevole” per il nostro paese e la sua politica nel Mediterraneo. In sala ci sono il fondatore dell’Udc Pier Ferdinando Casini, lo stato maggiore del Nuovo Centrodestra, da Maurizio Sacconi a Fabrizio Cicchitto. E’ l’occasione per Cicchitto e Berlusconi di rifar per un attimo pace. Complice Casini, si abbracciano dopo che Il Giornale aveva dato dello “sfigato” a Cicchitto. C’è persino Francesco Storace, leader della Destra. Lui, l’erede di quello stesso Msi che, come mostra il film, a Montecitorio attaccò duramente Craxi in quei giorni, mentre Giorgio Almirante assisteva accigliato e imbarazzato alla bagarre dei suoi compagni di partito. Un Craxi sfolgorante ad uno di questi disse: “Ma stai zitto e lasciami parlare…”.
(CHI C’ERA ALLA NOTTE DI SIGONELLA CON STEFANIA CRAXI. LE FOTO DI PIZZI)
Alla fine in sala applaudono anche i giornalisti delle varie testate il “Bettino” top gun. Stefania Craxi aveva messo subito le cose in chiaro: “Questo libro e questo film ha inteso compiere con rigore storico ed onestà intellettuale un’operazione verità tesa a far piazza pulita delle mistificazioni volte a gettare fango sul protagonista di questa storia”. E dunque “l’azione di Craxi non è mai stata tesa a lasciare impuniti gli assassini di Klinghoffer (l’ebreo-americano ucciso sull’Achille Lauro ndr), ma semplicemente a far rispettare le leggi italiane e il diritto internazionale, dimostrando che si poteva e si può essere alleati degli Usa e contemporaneamente essere una nazione sovrana”.
(TUTTI I BERLUSCONIANI ED EX SOCIALISTI PER IL DOCUFILM SU SIGONELLA. FOTO DI PIZZI)
Per questa ragione, quella di Sigonella fu l’unica volta in cui il Pci di Enrico Berlinguer, il cui portavoce Antonio Tatò insultò Craxi dandogli del “gangster”, applaudì in Parlamento il tanto odiato Bettino. Curioso e un po’ paradossale che il Pd di oggi fosse il grande assente alla proiezione della “Notte di Sigonella”. Matteo Renzi, il premier, seppur invitato con tutti i suoi ministri e parlamentari, non ha mandato neppure un telegramma. Il Pd, ex Pci-Pds-Ds resta il convitato di pietra del caso Craxi. Mentre in Italia continua a non esserci né a Milano né a Roma neppure una via dedicata al premier socialista. Dice Berlusconi alla cronista al termine della proiezione: “Bettino altro che via, si meriterebbe molto ma molto di più. Lui ha rappresentato l’Italia a schiena dritta”. Ma, chiosa con amara ironia Stefania Craxi, con Formiche.net: “Renzi non ha mandato neppure l’usciere. La sinistra ha perso ancora una volta una grande occasione”.