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Bisignani, Rampini e Masi parlano di Papa e Opus Dei da Cisnetto. Foto di Pizzi

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Luigi Bisignani
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Mauro Masi e Enrico Cisnetto
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Ingrid Muccitelli e Enrico Cisnetto
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Mauro Masi e Enrico Cisnetto
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Luigi Bisignani
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Ingrid Muccitelli Mauro Masi
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Ingrid Muccitelli Mauro Masi
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Ingrid Muccitelli Mauro Masi
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Ingrid Muccitelli Mauro Masi
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Ingrid Muccitelli Mauro Masi
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Ingrid Muccitelli Mauro Masi
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Enrico Cisnetto e Luigi Bisignani
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Alberto Bagnai
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Federico Rampini
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Federico Rampini
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Federico Rampini
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Federico Rampini
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Federico Rampini

“Il Papa sta benissimo, mangia a rotta di collo, è proprio un mangione ed è anche un po’ ingrassato, ama il tartufo anche se a un certo punto ha capito che un papa non deve esagerare”.

Sono le parole pronunciate da Luigi Bisignani – secondo quanto scrive oggi il Fatto Quotidiano – durante l’intervista con Enrico Cisnetto all’incontro settimanale di Roma InConTra.

“Ho fatto avvertire il professor Takanori Fukushima della notizia del Quotidiano Nazionale secondo cui avrebbe diagnosticato un tumore benigno del cervello del papa Francesco. E Lui non si capacitava. Ha detto subito di aver incontrato solo una volta il pontefice, in udienza pubblica”, ha aggiunto ancora Bisignani, secondo cui sarebbe “in corso una guerra tra l’Opus Dei e i gesuiti, i primi pensano di essere i gesuiti del terzo millennio, ma i secondi hanno il papa nelle loro fila”.

E, come ricostruito sul Fatto Quotidiano, non è la prima volta che Bisignani parla e scrive del Vaticano. Già in passato aveva rivelato di una lettera di minacce rivolta a Bergoglio, e dal salotto di Enrico Cisnetto ha spiegato che a remare contro il pontefice sarebbe un uomo vicino all’Opus Dei “di cui non ricordo il nome, giuro, però comincia per B”.

Alla puntata di Roma InConTra erano presenti anche il giornalista Federico Rampini, il già direttore generale della Rai Mauro Masi e l’economista Alberto Bagnai.

Ecco tutte le foto di Roma InConTra, firmate Umberto Pizzi e le dichiarazioni di Bisignani.

Prossimi sindaci? Marchini a Roma, Sala a Milano. I pronostici di Luigi Bisignani possono avere tanti scopi, ma non sono mai casuali. Ospite di Enrico Cisnetto a Roma InConTra – in tv il mercoledì in seconda serata – l’ex braccio destro (nascosto) di Andreotti snocciola previsioni ed analisi sullo scenario politico, a cominciare da quello Capitale. “Marino torna indietro sicuramente sulle dimissioni – dice – e a Renzi, in fondo, questa disobbedienza non può che fare comodo. Lui si avvia a costruire il partito della nazione, il partito degli italiani, ed è talmente furbo che iscriverà Marino tra quelli di Sel, tra la minoranza del Pd, tra i suoi oppositori. E più questi fanno scaramucce, più lui se ne avvantaggia”.

Nessun dubbio nemmeno su chi sarà prossimo inquilino del Campidoglio “quasi sicuramente Alfio Marchini – scommette– e non credo vincerebbe mai un candidato dei 5 stelle perché è vero che i romani sono scanzonati, ma alle urne lo sono meno. E se si va al ballottaggio, non credo voterebbero 5 Stelle. E’ come la Dc”, una nostalgia costante per Bisignani.

Dopo l’autocritica di un mese fa e il lancio di Luigi Di Maio come candidato premier, oggi tra i pentastellati sembra tutto rientrato. “Il duo Grillo-Casaleggio erano un impresario con il suo attore che hanno inventato questi spettacoli che poi sono diventati politica” sentenzia Bisignani, che inaspettatamente poi loda deputati e senatori a 5 Stelle: “è cresciuta una classe dirigente e parlamentare seria e abbastanza responsabile, con i fiocchi per come si sta muovendo in Parlamento. Alle prossime elezioni – aggiunge – Grillo e Casaleggio non avranno la stessa influenza. E non sono certo diventato grillino, e non lo sarò mai”.

C’è sempre l’ipotesi di ulteriori scissioni. Ma c’è anche un potenziale ‘fronte della protesta’. “Di Maio potrebbe andare per conto suo – ipotizza Bisignani – magari mettendosi d’accordo con qualcuno della Lega, anche con Salvini, cosi da intestarsi per molto tempo il monopolio della protesta”. In ogni caso, nessun dubbio sulla fine della ventennale alleanza tra Lega e Forza Italia: “Salvini non può e non vuole andare con Berlusconi, perché ci sarebbe un’emorragia terribile. D’altra parte, Berlusconi non può correre dalla Merkel e dai popolari europei e poi mettersi con Salvini, che li odia”.

Nessun dubbio nemmeno sul dopo Pisapia sotto la Madonnina. “A Milano il prossimo sindaco – pronostica – sarà Giuseppe Sala, sostenuto dal Pd e gran parte della destra, che lo voterà entusiasta, dopo gli ottimi risultati dell’Expo. Del Debbio non pensa proprio”. Renzi continua a ripetere che le elezioni saranno nel 2018, “ma si vota nel 2017 – prevede Bisignani – perché magari ci sarà da assorbire il contraccolpo delle elezioni amministrative e lui allora sarà pronto per fare il Partito della Nazione”, conclude.

Massimo Pittarello
@gingerrosh



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