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Lega, tutti i travagli di Salvini in Emilia

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Dalla nebbia che in queste settimane pervade la pianura padana, spunta un verdetto a sorpresa per gli equilibri interni della Lega Nord, alle prese con la delicata stagione congressuale (qui il punto fatto da Formiche.net). Sabato in quel di Pontetaro, piccolo borgo a una manciata di chilometri da Parma, si è celebrato il congresso nazionale del Carroccio emiliano, ossia il congresso della Lega Nord Emilia la cui organizzazione è separata da quella romagnola in nome dell’autonomia dei territori. Ebbene, nonostante le aspettative fossero ben altre, a conquistare lo scettro è stato Gianluca Vinci, capogruppo leghista a Reggio Emilia, che ha battuto il consigliere regionale piacentino Matteo Rancan (nella foto con Salvini), descritto da più parti come il grande favorito della competizione con tanto di appoggio (seppure non ufficiale) dell’establishment vicino a Matteo Salvini.

CHI E’ IL NUOVO SEGRETARIO

Trentacinque anni da Reggio Emilia, avvocato già segretario provinciale del Carroccio e ora consigliere comunale, Vinci ha mosso i primi passi in Lega tra i Giovani Padani di cui è stato coordinatore provinciale dal 2010 al 2013. E’ stato uno dei pochi a non aver mollato il partito quando nell’ottobre 2012 i principali esponenti in città e provincia fecero le valigie in polemica con i vertici locali e nazionali per lanciare l’esperienza di Progetto Reggio. Una lacerazione costata molto in termini di consensi, se è vero che alle amministrative del maggio 2014 Vinci da candidato sindaco ha racimolato un misero 3,9%
Il neosegretario è inoltre passato indenne dalle inchieste della magistratura; il Carroccio reggiano deve infatti tuttora fare i conti con un’indagine chiusa dalla locale Procura che ha accusato 48 dirigenti di appropriazione indebita dei fondi destinati al partito. Tra le personalità coinvolte figura anche Angelo Alessandri, reggiano, capo della Lega emiliana ai tempi di Umberto Bossi – di cui era un fedelissimo – poi uscito dal partito con la salita al potere di Roberto Maroni.

RAINIERI LASCIA IL TESTIMONE

Vinci prende il posto di Fabio Rainieri, per tre anni e mezzo segretario della Lega Nord Emilia, incarico ottenuto durante la segreteria federale di Maroni. Allevatore parmigiano, Rainieri – ex deputato e ora vicepresidente del consiglio regionale dell’Emilia-Romagna – nel momento più duro dello scontro tra Bossi e l’ex ministro degli Interni si azzardò addirittura a chiedere l’espulsione dal Carroccio del senatùr.
In questi giorni Rainieri ci ha tenuto a far sapere come siano stati in molti ad aver invocato una sua ricandidatura; lui però ha preferito farsi da parte rivendicando i successi ottenuti e togliendosi qualche sassolino dalla scarpa così da scagliarlo contro i detrattori interni.

IL GIOVANE SALVINIANO SCONFITTO

Il grande sconfitto di questo congresso emiliano è Matteo Rancan. Ventriquattro anni da Piacenza, eletto un anno fa in consiglio regionale con ben 4.515 preferenze (con lui il Carroccio ha sbaragliato nella bersaniana Bettola battendo il Pd 36 a 23%), è stato politicamente allevato nei Giovani Padani. Incarna alla perfezione il leghista 2.0 e salviniano doc; d’altronde, non è un mistero che il leader federale e i suoi più stretti collaboratori propendessero per una sua vittoria al congresso. Cosa che era data quasi per scontata, considerando anche il fatto che Rancan poteva contare sul sostegno della roccaforte leghista di Piacenza e di buona parte della nutrita delegazione regionale.
Il verdetto dei circa 350 militanti chiamati al voto ha però rovesciato i pronostici. A spuntarla in maniera netta è stato proprio Vinci con 204 consensi contro i 142 di Rancan, con buona pace delle previsioni.
Seppure si sia mosso senza appoggi pesanti, non si può comunque dire che il neosegretario Vinci sia lontano dalle posizioni di Salvini. Anzi, in piena campagna elettorale del 2014 veniva descritto come un amico del leader nonostante dicesse di voler esportare a Reggio il modello veronese dell’amministrazione di Flavio Tosi. “Nell’ottica di un cambio generazionale mi impegnerò anima e corpo nel solco della linea tracciata dal segretario federale” sono state le prime parole pronunciate dopo l’elezione a segretario. La linea politica non è quindi in discussione, non stiamo parlando di un bossiano della vecchia guardia che tenta la riscossa (come accade invece in Veneto con Toni Da Re) oppure di un ex tosiano poco gradito a Salvini. Niente di tutto questo, Vinci è in sintonia con i vertici del partito che però avrebbero preferito il giovane Rancan al suo posto ma non sono riusciti a imporlo. Un segnale da non trascurare.


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