Finalmente, dopo lo sbarco a Piazza Affari di lunedì 4 gennaio, si può con certezza fissare un valore “italiano” per le azioni Ferrari: quasi 45 euro. Questo il prezzo che fanno segnare i titoli del Cavallino rampante la mattina del 5 gennaio, dopo il debutto, avvenuto il giorno prima alla quotazione iniziale di 43 euro.
(PEZZO DI ARCHIVIO: FERRARI, UNA QUOTAZIONE A IMMAGINE DI MAMMA FIAT)
IL DEBUTTO BENEDETTO DA RENZI
L’esordio italiano della Ferrari, che segue lo sbarco a Wall Street risalente alla fine di ottobre, a dire il vero, non è stato dei più semplici. La Rossa di Maranello, infatti, ha debuttato all’interno di un mercato azionario in profondo rosso, a causa dei rinnovati timori in arrivo dall’economia cinese. Così, lunedì 4 gennaio, il Ftse Mib di Milano ha chiuso con un secco calo di poco più del 3 per cento. Ferrari, tuttavia, è riuscita a terminare la seduta di esordio in Italia con un rialzo, sia pure contenuto, pari allo 0,53 per cento. Tra le battute che circolavano negli ambienti finanziari e sui social network, quella secondo cui il premier Matteo Renzi, presente alla cerimonia di apertura delle negoziazioni, avrebbe portato sfortuna alla Ferrari. In realtà, non è proprio così, visto che i titoli hanno terminato con segno positivo in un mercato fortemente penalizzato dagli ordini di vendita.
LE PREVISIONI DEL SOLE
Come si legge sul Sole 24 ore, “l’andamento del titolo Ferrari in questi primi giorni di quotazione a Piazza Affari è soggetto ad aggiustamenti di mercato e quindi poco significativo. Nelle sale operative liquidano così questa prima ottava di Borsa del titolo del Cavallino rampante, che è attesa all’insegna della volatilità e degli aggiustamenti. Si potrà giudicare la valutazione di Borsa solo quando il mercato si sarà attestato, sottolineano, ricordando peraltro che sono diversi i movimenti che il titolo subirà. Un esempio fra gli altri: i fondi obbligazionari che avevano in portafoglio bond Fca e si sono trovati ora a possedere azioni Ferrari dovranno provvedere alla loro vendita”.
CHE SUCCEDE ORA A FCA?
Va ricordato che gli azionisti e gli obbligazionisti a conversione obbligatoria di Fiat Chrysler Automobiles, la società da cui è stata scissa la Rossa, hanno ottenuto un’azione della Casa ogni 10 titoli posseduti. Fca, nella giornata di lunedì 4 gennaio, ha terminato in forte ribasso, di quasi il 5 per cento. Mentre nella seduta del 5 gennaio sembra avere invertito la tendenza. Ma, ora che è ufficialmente separata dalla società delle auto di lusso, che ne sarà di Fiat? Ad affrontare il tema è Mf: “Messi in archivio lo scorporo da Fca di Ferrari e la quotazione di quest’ultima anche sulla Borsa italiana, Sergio Marchionne può ora concentrarsi su quello che per molti addetti ai lavori sarà il suo obiettivo principale per il 2016: trovare un partner per Fca che ora non incorpora più Maranello”.
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MARCHIONNE CERCA UN PARTNER…
“La ricerca di un partner – ha spiegato al riguardo, a margine del debutto della Ferrari, il numero uno di Fiat Marchionne – non si è chiusa nel 2015 e magari non si chiuderà quest’anno, anche se nel 2016 daremo grandissima attenzione a questo tema”. In passato Fca aveva tentato un approccio con General Motors. “Ho incontrato Mary Barra (alla guida di Gm, ndr) meno di un mese fa a Washington. Non credo che prenderò un altro caffè con lei”, ha liquidato la questione Marchionne durante la conferenza stampa di ieri. “Nonostante le apparenti chiusure – si legge su Mf – bisogna notare che il manager prima ha spiegato che nei mesi scorsi il management del Lingotto è stato approcciato da alcune case (Peugeot? Suzuki?) per una possibile trattativa ma che l’offerta non era ideale”.
…O FORSE NO
Secondo il Sole 24 ore, invece, il capo azienda di FCA potrebbe avere deciso per il momento di accantonare il dossier delle alleanze: “Marchionne è sembrato ieri indicare un rallentamento del dossier alleanze (anche se forse lui sosterrebbe di non averlo mai accelerato); certo, di fronte al secco no di General Motors e alle minori attrattive di altri partner potenziali, non c’erano molte alternative. Fca si concentrerà sulla gestione ordinaria e raggiungendo gli obiettivi finanziari per il 2018 – questo è il messaggio – sarà in una posizione migliore per negoziare eventuali accordi”.
IL NUOVO RUOLO DI ELKANN
Secondo Repubblica, dalle dichiarazioni di ieri di Marchionne, si capirebbe che quest’ultimo ha deciso di cedere al presidente e azionista di riferimento di Fca, John Elkann, le scelte strategiche. “La svolta di sostanza in Fca – sottolinea il quotidiano – è che il timone sulle alleanze sta passando dal manager all’azionista, da Marchionne a John Elkann. Come forse è naturale che sia, ma come non è stato, né poteva essere negli ultimi turbolenti dieci anni per la giovane età del presidente. Ancora oggi – prosegue Repubblica – il ruolo dell’amministratore delegato è decisivo per raggiungere l’obiettivo di un bilancio in ordine superando l’eredità della fusione con Chrysler. Ma da ieri si sa che, raggiunto lo scopo, non sarà Marchionne a compiere il passo successivo”.
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