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Come s’affloscia la diversità dei 5 stelle di Grillo e Casaleggio

Nati dal niente, divenuti primi in un baleno. I cittadini erano stanchi e nauseati. I partiti? Tutti corrotti, fanno solo i loro interessi, promettono in continuazione e non danno niente, sanno solo rubare. Alla fine della prima repubblica «Mani pulite» aveva cercato di usare la scopa, ma tutto il sistema rimase sporco anche nella seconda. Come prima e peggio di prima. Molti elettori erano schifati: basta votare per i partiti, votiamo l’antipartito. Convincente perché parla fuori dei denti, dice il vero e sputtana tutto: politici, burocrati, imprenditori, magistrati, giornalisti, chi più ne ha più ne metta. Solo il «Cinque stelle», pensavano, non ha mai rubato, non ha fatto inciuci e intrallazzi, merita il nostro voto. Potrebbe anche non servire, ma l’importante è non darlo a quelle «cose nostre» che sono i partiti.

Ma sono bastati due anni per accorgersi che il «Grillo market» non era poi quella confraternita di puri e incorruttibili che si sperava. Teleguidato da un comico e da un guru, si mostrava come il più centralista e autoritario dei partiti. Privo di ideologia e di programma, si esauriva nell’urlo contro tutti. E al suo interno c’erano faide e vendette. Fra espulsi e transfughi, quasi 40 parlamentari hanno lasciato i gruppi. Anche il loro unico ideologo, un docente universitario, se n’è andato sbattendo la porta. Le prossime elezioni amministrative di giugno hanno fatto esplodere duelli e faide, in alcune città si sono formate due correnti in forte contrasto.

Negli enti locali hanno già eletti e poteri. Ma le amministrazioni da loro gestite hanno offerto non poche prove negative, come era inevitabile per la mancanza di politici preparati ed esperti: da Parma e Livorno a Civitavecchia e Porto Torres, da Pomezia e Gela a Bagheria e Augusta. Non si tratta di illiceità, ma di inettitudine e impreparazione. Anche nella politica non si può improvvisare, soprattutto quando si è privi di una esperienza amministrativa. Diverso il caso di Quarto, dove la magistratura suppone accordi tra eletti e camorra. Luogo pericoloso, il golfo di Napoli. Già per la Dc. Ora tocca ai grillini, anche per loro è divenuta una «terra dei fuochi», avranno difficoltà a presentarsi come integerrimi paladini della onestà e del disinteresse. E la gente comincia a chiedersi: ma se fossero come gli altri? I «puri» dovranno consolarsi, la presunta ed esibita differenza l’hanno persa sempre: «Verginità, verginità, mi hai abbandonato, dove te ne sei andata?». «Mai più ritornerò da te, mai più ritornerò» (Saffo, fr. 131).

(Pubblichiamo questo articolo uscito sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori)

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