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Che succede tra Renzi e i Radicali oltre Giachetti?

Marco Pannella

A volte basta mettere in fila un po’ di fatti. La battaglia sulle unioni civili (con il ddl Cirinnà benedetto da Renzi che prevede anche la stepchild adoption), la depenalizzazione di diversi reati (tra cui la guida senza patente, gli atti osceni, l’uso della cannabis, anche se non c’è quella che il premier voleva più di tutte: il reato di clandestinità), addirittura negli ultimi giorni si è parlato di una legge sull’eutanasia. Infine, ciliegina sulla torta, la candidatura di Roberto Giachetti alle primarie del Pd per la corsa a sindaco di Roma. Vuoi vedere che Renzi si sta laicizzando? Forse addirittura “pannellizzando”, se consideriamo che tutti questi temi sono da sempre battaglie del Partito radicale.

Davvero un bel salto per un giovanotto cattolico che si è formato nell’Agesci e che, da presidente della provincia di Firenze, nel 2007, era in piazza per il Family day con moglie e figli. Sarà un caso, ma il governo e il Parlamento in questa fase politica stanno mettendo sul tappeto temi molto lontani dalla formazione giovanile del premier, anche se resta ben salda la convergenza con Ncd di Angelino Alfano, come qui raccontato. E il segretario dei Radicali italiani, Riccardo Magi, ha stimmatizzato la riforma costituzionale del governo perché – dice – “uccide il referendum abrogativo”. “Tendenzialmente ci piacciono le Riforme, queste ci piacciono meno”, ha tagliato corto oggi Marco Pannella in una lunga intervista al Fatto Quotidiano.

“E’ vero, in Renzi sta emergendo una cifra laica assolutamente inaspettata. O, quanto meno, il premier non offre spazio alle pretese del mondo cattolico sulla politica”, riflette Marco Taradash, radicale poi in Forza Italia, Pdl, Ncd e ora piuttosto atarassico. “Anche se alcune questioni sono ancora aperte e altre non sono di iniziativa governativa, bensì parlamentare, come la legalizzazione delle droghe leggere portate avanti da Benedetto Della Vedova, lo sforzo del presidente del consiglio è apprezzabile”, aggiunge Taradash. L’ex (?) radicale, che ancora conduce ogni tanto la rassegna stampa sulla radio pannelliana, però non si vuole spingere troppo in là. “Parlare di ‘pannellizzazione’ di Renzi mi sembra eccessivo. Però questi fatti evidenziano come da una parte le idee radicali sono assolutamente attuali, dall’altra che forse l’Italia è stufa di essere un Paese baciapile e vuole finalmente emanciparsi dall’ingerenza del Vaticano”.

“Alcune di queste leggi generano consenso. E forse il premier è anche alla ricerca di quello”, sostiene un altro radicale storico come Marco Cappato, ancora nel partito di Pannella e consigliere comunale a Milano. “Ma anche nella prima parte del suo governo il premier ci ha, per così dire, copiato l’agenda: pensiamo all’abolizione dell’articolo 18, alla lotta al finanziamento pubblico ai partiti (stabilito però dal governo Monti, ndr), alla limitazione del potere dei sindacati e delle corporazioni, fino all’importanza di attuare una riforma della giustizia”, continua Cappato. Che giudica positivamente “la svolta laica di un premier che è nato con una forte matrice cattolica”, cresciuto a pane, preghiere e boy scout.

Insomma, così facendo Renzi, secondo Cappato, dimostra di “saper tenere nettamente distinti la politica e lo Stato dai principi religiosi”. Libera Chiesa in libero Stato, dunque. Anche se agli occhi dei Radicali Renzi si porta dietro il peccato originale di “non aver confermato alla Farnesina Emma Bonino, il miglior ministro degli Esteri che l’Italia possa avere”. Comunque Renzi, secondo Cappato, sta dimostrando che “le battaglie radicali iniziate 30 anni fa sono fondamentali per la modernizzazione dello Stato”. Entrambi, Taradash e Cappato, infine, esultano per la candidatura Giachetti. “E’ radicale nel metodo e nel merito della sua azione politica, dovrà però essere capace di mettere una distanza dal Pd romano, che è quanto di peggio si sia visto sulla scena negli ultimi mesi”, sottolinea Cappato. “Quella di Giachetti è una scelta importante per la cultura laica del nostro Paese, una candidatura anomala perché non viene da Pci o Dc. Secondo me è l’unico del Pd in grado di farcela”, chiosa Taradash.

Vedremo Renzi, che con i Radicali non ha mai intrattenuto rapporti ufficiali, fare richiesta di tessera alla sede di Via di Torre Argentina? Chissà…


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