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Metalmeccanici, cosa succederà a febbraio sul contratto

L’intero mese di febbraio sarà dedicato ad incontri con delegazioni ristrette tra Fim, Fiom, Uilm e Federmeccanica ed Assistal. Sindacati ed imprenditori metalmeccanici si confronteranno su ogni singolo punto delle rispettive piattaforme contrattuali a partire dall’incontro fissato in Confindustria per il prossimo 28 gennaio. A fine febbraio una nuova riunione plenaria tra le parti per fare il punto del lavoro compiuto.

È questa la conclusione della riunione tenuta ieri mattina nella sede confindustriale di viale dell’Astronomia tra le delegazioni guidate da una parte dai tre segretari generali Marco Bentivogli (Fim), Maurizio Landini (Fiom), Rocco Palombella (Uilm) e, dall’altra, dal direttore generale di Federmeccanica Stefano Franchi. L’incontro non era proprio partito col piede giusto: Franchi a ricordare la rassegna stampa mattutina con il crollo di piazza Affari a Milano e delle borse asiatiche. I tre dirigenti sindacali a replicargli, rispettivamente che “le borse stavano tornando in rialzo”; che “il governo prospettava un Paese in ripresa”; che “fare il contratto, presto e bene, può aiutare la situazione economica prima che si deteriori ulteriormente”. A parte questa scaramuccia verbale, l’agenda dei lavori, proposta al tavolo da Palombella, ha trovato la condivisione di tutti.

COSA PENSA FEDERMECCANICA

“Andiamo avanti – ha detto il Dg di Federmeccanica, Franchi – con l’obiettivo di realizzare un contratto nazionale che garantisca il 100% dei lavoratori e preveda un sistema sano di aumenti retributivi legati ai risultati delle aziende, distribuendo ricchezza dopo che si è prodotta. Non ci sono pregiudiziali”. La proposta di Federmeccanica per i sindacati significa limitare gli aumenti salariali (con i minimi di garanzia) del contratto nazionale solo al 5% dei lavoratori, ed è quindi inaccettabile.

LE PAROLE DI BENTIVOGLI

“Su questo aspetto – ha detto Marco Bentivogli – la Fim è contraria. Dal 28 gennaio le parti hanno condiviso di avviare un negoziato più intenso in delegazione ristretta che affronti i singoli contenuti. Per la Fim è indispensabile velocizzare il negoziato per dare ai lavoratori una risposta positiva ed immediata ad un contratto scaduto il 31 dicembre 2015″. Anche i metalmeccanici della Cgil hanno ribadito la necessità di rinnovare tutti i punti del contratto, a partire da quello salariale.

 

IL COMMENTO DI LANDINI

Maurizio Landini ha sottolineato l’aspetto degli aumenti salariali, dato che  “il contratto deve erogare a tutti e questo è un punto di differenza esplicito nella trattativa. Il mese di febbraio diventa importante, dobbiamo definire il calendario per avere un quadro complessivo sui punti, su cosa siamo d’accordo e su cosa siamo distanti,valutando anche momenti di informazione unitaria dei lavoratori”.

 

LA POSIZIONE DI PALOMBELLA

Esplicito Rocco Palombella: “Abbiamo chiesto di uscire dalla fase tattica e di entrare in quella concreta. Basta tatticismo. Abbiamo ribadito la nostra contrarietà alla loro proposta salariale e confermato che per noi rinnovare il contratto significa rinnovarlo per tutti. Entro il mese di febbraio vogliamo approfondire tutti i temi e verificare se ci sono le condizioni per arrivare ad una stretta finale”.

LA SITUAZIONE

Un nobile proposito, ma è molto difficile che ciò accada a breve. Sulla trattativa del rinnovo contrattuale dei metalmeccanici incombono diversi fattori esterni: la proposta di riforma contrattuale presenta tata dai sindacati confederali; il dialogo su questo tema che deve ripartire tra le stesse confederazioni dei lavoratori e Confindustria; le procedure degli imprenditori confindustriali per designare ed eleggere, entro giugno, il successore di Giorgio Squinzi alla guida dell’associazione di viale dell’Astronomia; l’avvicinarsi delle elezioni amministrative di fine primavera; il governo che periodicamente fa sapere che potrebbe legiferare sul salario legale. Insomma, di tutto e di più intorno ad un viatico contrattuale che per i metalmeccanici non è proprio una passeggiata. Ciò che è possibile prevedere, però, sono i punti che costituiranno l’oggetto del confronto in itinere da giovedì prossimo.

 

LO SCENARIO

Di certo, si parlerà per ultimo del nodo salariale e di quello relativo all’impostazione data sulla platea di coloro che dovrebbero percepire gli aumenti contrattuali. Fin da subito, invece, si affronteranno i temi dell’assistenza sanitaria integrativa e della previdenza complementare; poi, la formazione e l’inquadramento; ancora, la partecipazione e la contrattazione aziendale; infine, la gestione degli orari e dello straordinario. Di una cosa esiste al momento certezza. Sia i sindacati che gli imprenditori dicono di voler rinnovare il contratto dei metalmeccanici. Ma fino ad oggi questa propensione al “rinnovamento” non è stata sufficiente a determinare l’obiettivo conclamato.


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