Aquile addestrate per “cacciare” droni illegali, api che fiutano bombe pronte ad esplodere, composti di lievito di birra modificati che possono avvertire di attacchi chimici. Non si tratta di un film di fantascienza, ma di nuovi metodi, poco convenzionali, per il contrasto al terrorismo islamico, ma non solo.
Sono diverse le risorse investite nel mondo in ricerca militare: nel 2014 gli Stati Uniti hanno spesso circa 610 miliardi di dollari, Cina 216, Russia 84, Arabia Saudita 81, Francia 62, Regno Unito 60, India 50 e Germania 46. Grandi sforzi economici e tecnologici compiuti anche per fermare attacchi pianificati da organizzazioni terroristiche come Stato islamico o Boko Haram, che però non sembrano bastare. Per questo si percorrono contemporaneamente strade meno convenzionali.
AQUILE CACCIA-DRONI
Mentre l’esercito iracheno ha annunciato l’inizio dei lavori di costruzione di un “muro” che circonderà la città di Baghdad per evitare l’ingresso dei drappi neri dell’Isis installando un complesso sistema di telecamere, l’Olanda si affida alle aquile. Per una migliore sorveglianza dello spazio aereo,, la polizia olandese ha deciso di addestrare quel tipo di volatili per farli diventare cacciatori di droni non autorizzati a volare. Per questi animali – capaci di sollevare pesi molto elevati -, gli Apr sono una preda. Una volta “catturati”, li portano in un posto dove vengono identificati.
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IL PROGETTO OLANDESE
I droni restano uno degli strumenti più pericolosi per offendere: “Si può fare di tutto con loro, incluso compiere attentati, perché sono alla portata di tutti”, ha detto Michael Baeten a Nos TV, capo delle operazioni della Polizia nazionale olandese. Un rapporto del Servizio di Ricerca e Documentazione del Ministero di Giustizia del Paese ha avvertito che i droni sono in grado di trasportare “trasportare armi nucleari, chimiche, gas velenoso e proiettili”.
Il progetto è sviluppato dal Coordinamento nazionale dell’Antiterrorismo e della Sicurezza olandesi e da Guard From Above, un’impresa di sicurezza specializzata nell’addestramento di volatili rapaci.
API ANTI BOMBE
Un altro metodo che è in fase di sperimentazione è l’uso di api per fiutare bombe ed esplosivi. Il Pentagono e il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea-Apb) di Firenze studiano le capacità delle api mellifere per identificare sostanze pericolose usando un meccanismo di ricompensa.
LIEVITO DI BIRRA CONTRO ATTACCHI CHIMICI
Per cercare di sventare attacchi chimici, scienziati americani, invece, hanno modificato geneticamente il lievito di birra in modo che assuma un colore verde fluorescente quando l’aria è carica di elementi chimici, gas o agenti esplosivi. Lo studio, condotto dal ricercatore Danny Dhanasekaran della Scuola di Medicina dell’Università Temple a Philadelphia e pubblicato dalla rivista Nature Chemical Biology, sostiene che il “saccharomyces cerevisiae”, un lievito di birra comune utilizzato per produrre birra e dolci, può essere modificato aggiungendo un gene che reagisce all’entrata in contatto con molecole di dinitrotoluene (DNT), residuo della fabbricazione di TNT (trinitrotolueno). Un elemento identificato da alcuni cani poliziotto. Lo stesso principio, rimarca lo studio, potrebbe essere applicato per identificare armi chimiche.
LA FANTASIA DEGLI SCRITTORI
Anche la fantasia degli scrittori porta a sventare azioni terroristiche. Il romanzo “Debito d’onore” di Tom Clancy (1994) aveva raccontato di un pilota suicida che schianta un aereo 747 contro il Congresso. Secondo il St. Louis Post-Dispatch, lo scrittore Greg Bear ha collaborato con le autorità in materia di bioterrorismo (un suo romanzo descrive gli sforzi dell’Fbi per fermare un attacco contro ebrei e musulmani); mentre Jerry Pournelle è stato assistente di Ronald Reagan nel 1983 in un progetto di difesa denominato “Star Wars”. Il suo obiettivo? Immaginare possibili azioni terroristiche poi valutate da esperti del settore.
IL RUMORE COME ARMA
L’uso di armi ultrasoniche da parte delle forze di sicurezza è molto limitato. Le onde di suono possono distruggere i timpani e provocare dolori e malessere. Sono state usate dalle forze americane e britanniche in Iraq e nei mari della Somalia.
APPLICAZIONI E INTERNET
Infine, c’è internet. Gli estremisti islamici sfruttano le risorse del web per le loro campagne di propaganda e arruolamento, al pari di chi è impegnato nel contrasto al terrorismo. Per gli abitanti di New York, ad esempio, è stata creata l’applicazione “See something, send something” (Se vedi qualcosa, invia qualcosa). Questo strumento permette di avvertire le autorità di qualsiasi attività sospetta. “Questi nuovi strumenti sono essenziali nella lotta contro il terrorismo”, ha spiegato Andrew Cuomo, governatore dello stato di New York.