Skip to main content

Papa Francesco in Messico, ecco il programma del viaggio

Inizierà domani, con partenza alle 7.45 da Fiumicino, il viaggio papale (il primo del 2016) in Messico. Una settimana di incontri che Francesco ha fortemente voluto, al punto da riservare al solo grande paese dell’America centrale tutto il tempo a disposizione. Da qualche giorno, però, si sa che l’evento clou sarà un altro e avrà luogo a Cuba: lo storico incontro tra il Pontefice e il Patriarca di Mosca Kirill. L’appuntamento è fissato per le 14.15 locali in una sala dell’aeroporto internazionale José Martí dell’Avana: due ore di colloquio alla sola presenza degli interpreti cui seguirà la firma di una dichiarazione congiunta. Successivamente, dopo le foto di rito con Raul Castro, mediatore dell’incontro, il Papa partirà alla volta di Città del Messico, dove sarà ricevuto alle 19.30.

IL PROGRAMMA DEGLI APPUNTAMENTI

Il programma del viaggio in terra messicana inizierà ufficialmente sabato mattina, con la cerimonia di benvenuto al Palazzo Nazionale della capitale e con il successivo incontro con le autorità, la società civile e il corpo diplomatico. Poco dopo, alle 11.30 locali, Bergoglio incontrerà nella cattedrale metropolitana i vescovi del Paese, cui indirizzerà come di consueto un discorso. Nel pomeriggio, nella basilica di Guadalupe, la celebrazione della messa. Domenica mattina, il Papa volerà in elicottero a Ecatepec, dove celebrerà la messa nell’area del centro studi. Sempre lì terrà l’Angelus. Nel pomeriggio, rientrato a Città del Messico, visiterà l’ospedale pediatrico “Federico Gomez”.

LA MESSA CON LE COMUNITA’ INDIGENE DEL CHIAPAS

Lunedì è in programma uno dei momenti più attesi della missione apostolica nel Pese: Francesco celebrerà la messa a San Cristobal de Las Casas con le comunità indigene del Chiapas, terra in cui da anni è forte la richiesta per consentire anche a uomini sposati di amministrare i sacramenti. Sarà dunque importante seguire l’omelia del Pontefice per capire – se ce ne saranno – eventuali accenni alla questione. Nel pomeriggio, alle 16.15, dopo aver visitato la cattedrale, incontrerà le famiglie a Tuxtla Gutiérrez. Martedì, il viaggio proseguirà a Morelia, la diocesi retta dal cardinale Alberto Suarez Inda, creato proprio da Francesco nell’ultimo concistoro (febbraio 2015). Lì celebrerà la messa con i sacerdoti, le religiose e i religiosi, i consacrati e i seminaristi nello stadio “Carranza”. Alle 16.30, l’incontro con i giovani.

IL MOMENTO CLOU A CIUDAD JUAREZ

Ma gli occhi degli osservatori sono puntati tutti su quel che accadrà mercoledì 17 febbraio, con il Papa che farà tappa a Ciudad Juárez, la città di un milione di abitanti alla frontiera con gli Stati Uniti che è considerata la più pericolosa al mondo. Nel 2009 (anno record) vi sono stati ben 2.500 omicidi (moltissime le donne sparite nel nulla), con almeno 950 bande armate pienamente operative. Francesco, come primo gesto, visiterà il penitenziario cittadino (CeReSo n.3), quindi incontrerà il mondo del lavoro. Alle 16, ultimo atto del viaggio apostolico, celebrerà la messa nell’Area fieristica di Ciudad Juárez.

IL COMMENTO DEL CARDINALE PAROLIN

In un’intervista pubblicata lo scorso 6 febbraio su Famiglia Cristiana, il cardinale segretario di stato, Pietro Parolin, affrontava in particolare il tema dell’immigrazione, così sentito in Messico al punto che – da più parti – si era parlato di una possibile tappa del Papa davanti al muro che divide il Paese dagli Stati Uniti già in occasione del recente viaggio a Washington, New York e Philadelphia dello scorso settembre. “In generale direi che gli atteggiamenti di chiusura e di indifferenza devono lasciar spazio a una cultura dell’accoglienza e dell’incontro, a partire dal riconoscimento del valore della mobilità umana e dalla disponibilità ad aiutare le persone concrete nelle loro necessità”.

LA PIAGA DEL NARCOTRAFFICO

Parole chiare anche sul “problema della droga e del narcotraffico”, definito da Parolin “una delle piaghe dell’intero continente”. Bisogna – ha sottolineato – alzare la voce per condannare la corruzione e i legami che esistono tra certe strutture di potere e i cartelli della droga e i narcotrafficanti, cosicché costoro possono agire liberamente e impunemente. Inoltre, si deve operare in tutti gli ambiti legati al fenomeno, a livello soprattutto di educazione e di prevenzione”.

×

Iscriviti alla newsletter