Mentre migliaia di lavoratori dell’acciaio e i loro datori di lavoro marceranno domani su Bruxelles, si svolgerà nella capitale belga la conferenza di Alto livello organizzata dalla Commissione Ue per fare il punto della situazione sul settore in questione e su quello delle altre industrie energivore europee che stanno sempre più subendo la concorrenza internazionale. Eurofer e Federacciai, appoggiate dal sindacato europeo dei metalmeccanici IndustriAll, manifesteranno per dire “no” alla concessione dello status di economia di mercato alla Cina.
APPUNTAMENTO A BRUXELLES
La conferenza comunitaria cercherà di trovare una linea di condotta comune rispetto al problema in questione attraverso un articolato programma di lavori: quattro “panel”, decine di partecipanti tra cui i ministri di Olanda, Gran Bretagna, Francia e Slovacchia (ma non l’Italia né la Germania), il vicepresidente per la crescita della Commissione Ue Jyrki Katainen e la commissaria al mercato interno Elzbieta Bienkowska, la vicepresidente della commissione industria dell’Europarlamento Patrizia Toia, oltre ai rappresentanti dei principali gruppi industriali, dalla Tata Steel all’Arvedi sino ai produttori auto con l’Acea. Il 29 febbraio si terrà Consiglio competitività con i ministri di tutti i 28 Paesi Ue, una sede opportuna per eventuali decisioni o proposte di misure “ad hoc”. Nel frattempo, Bruxelles non è stata guardare, ed ha aperto le indagini su tre nuovi casi antidumping di prodotti siderurgici cinesi, oltre a imporre nuovi dazi, dopo quelli già decisi a fine gennaio. Eurofer ha accolto con favore la notizia, criticando però i livelli estremamente bassi dei dazi che potrebbero non fermare l’inondazione dei prodotti cinesi sul mercato europeo.
LE PROSSIME INIZIATIVE
Se Bruxelles si mobilita, Roma fa sentire il suo grido d’allarme. “Senza acciaio e alluminio nessun futuro per il manifatturiero industriale”, avvertono i sindacati metalmeccanici che domani mattina, presso la sala Airoldi della sede nazionale di corso Trieste, hanno convocato una conferenza stampa con la presenza dei delegati del settore provenienti da tutta Italia. “La siderurgia –ribadiscono all’unisono Fim, Fiom e Uilm – è un settore industriale importante e strategico per il nostro Paese, sia sul piano occupazionale che di qualità dei prodotti e dei processi industriali; e per costruire una qualificata e innovativa industria manifatturiera, tenuto conto dei processi di riorganizzazione in atto nel settore”. I segretari generali delle organizzazioni sindacali diranno compiutamente come la pensano. Parleranno Marco Bentivogli e Rocco Palombella, leader dei metalmeccanici di Cisl e Uil; per la Fiom interverrà il segretario nazionale Rosario Rappa, dato che quello generale, Maurizio Landini è in visita a Cuba.
LE ATTESE DEI SINDACATI
I tre, di fatto, hanno già anticipato quella che è la posizione sindacale. “Non si può far pagare all’Italia il costo della crisi dell’acciaio europeo”, ha detto Palombella, che è tornato a chiedere il ripristino della piena capacità produttiva dell’Ilva e che inserisce la situazione di Taranto nel quadro internazionale, in vista della manifestazione di Bruxelles. “Nel 2015 la produzione mondiale di acciaio è stata di 1 miliardo e 599 milioni di tonnellate – ha spiegato – L’Europa a 28 Stati ne produce 170 milioni, a fronte di una capacità installata di 217 milioni; l’Italia è arrivata a 22 milioni, perdendo 4 milioni che un tempo esportavamo ed ora importiamo dall’estero. A livello mondiale la sovraccapacità produttiva è stimata a 540 milioni di tonnellate ed il rischio è che si chieda all’Europa di tagliare 80 milioni di tonnellate: ma l’Italia ha già dato”.
LE PAROLE DI PALOMBELLA
Il leader della Uilm ha ricordato che il nostro Paese ha subito due processi di riorganizzazione del settore siderurgico, che hanno comportato “il taglio di 50mila posti di lavoro e la riduzione di capacità produttiva pari a 7 milioni di tonnellate. Negli anni Ottanta abbiamo chiuso Bagnoli, negli anni Novanta è stata privatizzata l’Ilva. Mentre nel mondo avvenivano grandi accorpamenti, in Italia si è seguita la logica inversa, spezzettando le realtà produttive. Ora c’è bisogno di cambiare”. Per questo la richiesta del sindacato è di “evitare che si prolunghi l’incertezza sull’Ilva” e garantire i livelli produttivi dello stabilimento di Taranto: “Non possiamo accettare che altre aziende ne beneficino a nostro danno”.
LA RICHIESTA DI BENTIVOGLI
Bisogna convocare urgentemente al Mise il tavolo sulla siderurgia, che da un anno non si riunisce. E’ la richiesta del segretario generale della Fim, Marco Bentivogli, secondo cui la questione Ilva va inquadrata in quella del settore e “va giocata non solo a livello nazionale”. In vista della manifestazione nella capitale belga, Bentivogli ha sollecitato un intervento del governo italiano. “L’iniziativa di aziende e sindacati insieme è una cosa inedita e molto interessante – ha sottolineato – La richiesta è che si impongano alla Cina certificazioni sui prodotti siderurgici e requisiti per i prodotti di consumo dell’acciaio. Si vogliono impedire azioni di ‘dumping’ da parte delle imprese cinesi, che non rispettano i diritti dei lavoratori e non seguono normative ambientali. La cosa triste è che l’Ilva sia sotto osservazione: ci auguriamo che l’Europa guardi veramente da dove viene la concorrenza sleale”.
COSA SI CHIEDE AL GOVERNO
Chiedere unitariamente al governo l’attivazione di una vera politica industriale, che passi per la convocazione del tavolo sulla siderurgia al ministero dello Sviluppo economico. Questo, anche per il segretario nazionale della Fiom, Rosario Rappa, è la richiesta dell’iniziativa di Fiom, Fim e Uilm da divulgare attraverso la conferenza stampa a convocata domani a Roma.“Il tema – sintetizza il dirigente sindacale- è quale politica l’Europa mette in campo di fronte all’invasione dei prodotti cinesi e ai rischi della sovrapproduzione: non vogliamo che si reagisca alla crisi chiudendo stabilimenti che poi è difficilissimo riaprire in un’altra situazione economica”.
LE SFIDE BRUXELLESI
Insomma, a Bruxelles lavoratori ed imprese dell’acciaio manifesteranno insieme per chiedere alla Commissione regole giuste e protezioni commerciali contro la concorrenza sleale dei Paesi emergenti. A Roma, contemporaneamente, i sindacati metalmeccanici si schiereranno pubblicamente a favore dell’acciaio, il settore che regge l’economia nazionale, strutturato su importanti livelli produttivi e occupazionali. “I cinesi non passeranno” sarà uno degli slogan scanditi domani per le vie di Bruxelles. La verità è che la Cina ha una concezione tutta sua del mercato comune e finora è riuscita spesso ad agire come ha voluto.