È naturalmente dispiaciuto per il risultato di Roma, dove Forza Italia crolla al 4,2 per cento, e dove lui si batté con onore contro Walter Veltroni sfiorando nel 2001 il 50 per cento. Ma Antonio Tajani, vicepresidente per il Ppe del Parlamento europeo, big dei moderati azzurri, il front-man che Silvio Berlusconi ha voluto che rappresentasse il partito in Tv nella notte elettorale, a Formiche.net dice che “FI e il presidente hanno dimostrato ancora una volta di esserci e di battere un colpo, come a Milano con Stefano Parisi”. Sottolinea: “A Milano – e non solo – Forza Italia doppia la Lega (20,2 per cento FI e Carroccio 10 per cento, ndr), Questo significa che il nuovo centrodestra per vincere deve restare unito ma deve essere a guida moderata”.
Vicepresidente Tajani, incominciamo da Roma. Che effetto le fa la vittoria per ora del candidato del Pd, Roberto Giachetti, proprio ai Parioli, il suo quartiere, un tempo a maggioranza di centrodestra, e la sconfitta dello stesso Giachetti nelle periferie? Si è capovolta la politica sotto il cielo della Capitale?
È un risultato strano quello di Roma in generale. Ha vinto (arrivato primo per il ballottaggio del 19 giugno, ndr) il Movimento Cinque Stelle perché dopo Mafia Capitale e con il centrodestra diviso ha ottenuto un risultato purtroppo prevedibile. Dove il centrodestra non è unito il M5s scavalca addirittura il Pd. Dove noi invece siamo uniti come a Milano e a Napoli per il M5s invece non c’è spazio. A Roma dopo tutto quello che è successo certamente c’è stato un voto di opinione e un voto strutturato come quello del Pd, che ha resistito con la sua organizzazione…
Ma una volta questa organizzazione (impiantata dall’ex Pci-Pds-Ds) era soprattutto nei quartieri popolari. Ora gli eredi della macchina rossa insieme a quelli in minoranza della ex Margherita vincono nei quartieri medio-alto borghesi. È nata la nuova Dc, sul cui carro salgono tutti e quindi anche i vostri elettori?
No, non credo proprio, è stato piuttosto un voto in senso anti-Raggi. Anche noi nel secondo Municipio abbiamo mantenuto la nostra forza. Ma Roma non è mai stata una roccaforte azzurra, anche nei momenti topici in cui eravamo al governo e prendevamo percentuali altissime, a Roma eravamo al 9 per cento.
Lei però contro Veltroni si avvicinò al 50%.
Io presi il 48 per cento. Ma il candidato sindaco trascina la propria lista.
Per le cronache Tajani sarebbe uno dei principali artefici della virata azzurra su Alfio Marchini. Ora ha qualcosa da rimproverarsi?
Affatto. Non mi rimprovero nulla. Noi abbiamo mantenuto fede agli impegni presi. Gli altri no. Ricordiamoci che Giorgia Meloni e Matteo Salvini avevano indicato come candidato Guido Bertolaso e poi lo hanno lasciato. Noi abbiamo mantenuto fede agli impegni presi. E Meloni rifiutò anche di candidarsi. Poi Guido proprio per evitare che ci fosse una polverizzazione del voto si è ritirato così come ha fatto Francesco Storace. Ma non è questo il momento delle polemiche.
Cosa deve fare ora il centrodestra?
Intanto deve vincere ai ballottaggi e poi deve costruire un centrodestra nuovo, moderno, diverso da quello del passato per tornare al governo del Paese. Abbiamo due anni di tempo.
Berlusconi sabato scorso in una intervista a “Il Giornale” ha parlato infatti di un nuovo centrodestra “a-ideologico”. Che significa?
Significa che deve occuparsi di cose concrete, risolvere i problemi dei cittadini, pur rimanendo legato ai valori fondanti del nostro movimento politico. È un po’ il processo che abbiamo avviato candidando sindaci civici. E vincemmo con Brugnaro a Venezia l’anno scorso. Due su tre di questi candidati civici (Stefano Parisi a Milano e Gianni Lettieri a Napoli) sono andati al ballottaggio. Non ci è riuscita purtroppo l’operazione con Alfio Marchini.
Parisi, un top manager ex Psi, a Milano sta ora incollato a Beppe Sala (Pd). Questo significa che il centrodestra certamente unito è davvero competitivo ma che al tempo stesso può sfondare solo se a guidarlo, come sta accadendo a Milano, è un moderato e non Salvini?
Assolutamente sì. Poi si vedrà, quando ci saranno le elezioni politiche. Ma in Europa la destra non vince, anzi, da sola, perde quasi dappertutto. Vince invece solo dove c’è il centrodestra. L’esempio della Francia vale per tutto.
Quindi, Salvini non può essere il candidato premier, come lui auspica?
Ma io non faccio polemiche. Dico però che serve un candidato vincente che possa aggregare la coalizione il più possibile. C’è tempo per vedere chi sarà il candidato premier e il leader del centrodestra. Salvini dice che lo deve essere chi prende più voti. Ma chi prende più voti è ancora Forza Italia.
Insomma Berlusconi dato per “morto” c’è e dà ancora le carte?
Mi pare proprio di sì. Basta guardare il voto di Milano, di Napoli, ma anche di Roma.
Perché FI sempre così debole a Roma?
È sempre stata più forte storicamente la destra, anche quando Fi era prima nel Lazio, a Roma An più forte di noi. Ma solo con la destra non si vince. Meloni facendo una serie di capricci ha dimostrato che da sola non solo non vince ma non va neanche al ballottaggio.
Domenica 19 giugno direte ai vostri elettori di andare al mare?
Certamente non consiglieremo di votare Giachetti e Raggi.