“Nel mese di maggio ha fatto bene il Parlamento Europeo a pronunciarsi contro la concessione unilaterale dello status di economia di mercato alla Cina. Il settore cartario italiano è a favore della libertà di mercato purché si combatta ad armi pari”. È questa una delle prime dichiarazioni del nuovo presidente di Assocarta, Girolamo Marchi, eletto dall’assemblea dei soci ieri a Roma. Marchi, presidente di Mosaico e Burgo Ardennes, succede a Paolo Culicchi.
I RISCHI PER IL SETTORE
Il Parlamento Europeo ha chiesto alla Commissione di non riconoscere lo stato di economia di mercato (Mes, ovvero Market economy status) alla Cina alla scadenza del 10 novembre 2016 prevista dall’art. 15 del Protocollo di 15 anni fa che ha siglato l’ingresso della Cina fra i Paesi membri della Wto. Il Mes alla Cina comporterebbe gravi rischi per la filiera italiana della carta: “Solo per il settore carta e cartone, infatti, la Cina dispone oggi di immense sovraccapacità produttive, valutate dalla Camera di Commercio Europea in 21 milioni di tonnellate per il 2014 e ampiamente sussidiate dallo Stato”, ha detto il neo presidente di Assocarta sottolineando che uno dei comparti più a rischio è proprio quello grafico, in particolare le carte patinate senza legno: “La sovraccapacità cinese di queste carte ammonta a 2,3 milioni di tonnellate (un potenziale produttivo di 7,8 mln tonnellate a fronte di una domanda interna di 5,5 mln tonnellate)”, si legge nella relazione del presidente Marchi.
LA POSIZIONE DI CONFINDUSTRIA
Assocarta s’inserisce nelle posizioni contro la Cina espresse dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che nel corso della presentazione del suo programma al consiglio generale di Confindustria del 17 marzo Boccia aveva detto: “Un ruolo chiave lo giocano le politiche commerciali. Per questo dobbiamo essere ancora più presenti ed efficaci là dove si decide, a partire dall’Europa. Ttip e Mes Cina sono due dossier sui quali si gioca un bel pezzo di futuro dell’industria europea”.
Intervenuto ieri durante l’assemblea pubblica di Assocarta dopo la relazione del neo presidente Marchi, Boccia ha sottolineato alcuni ostacoli allo sviluppo delle imprese italiane: “Siamo il secondo paese industriale di Europa, nonostante un’impresa italiana rispetto ad una tedesca paghi il 30% di energia in più, il 20% di global tax rate in più, uno spread più alto e un costo del lavoro per unità di prodotto più alto. Io sfiderei qualsiasi paese a raggiungere la stessa posizione con questi deficit di competitività”, ha commentato Boccia aggiungendo: “Se noi rimuovessimo parte di questi deficit di competitività, e uno di questi riguarda la questione energetica, l’Italia potrebbe diventare il primo paese industriale al mondo. È questo che dobbiamo spiegare alla politica del paese”.
LE RICHIESTE DI ASSOCARTA
A dimostrare quanto pesino le politiche energetiche sul settore è stato Marchi: “Il settore cartario è energivoro e, in accordo con l’indice che definisce le imprese a forte consumo di energia in Italia (rapporto tra costi di acquisto dei prodotti energetici e fatturato ai fini dell’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto), il relativo costo incide fino al 40% ed oltre. Esso ha bisogno di un prezzo dell’energia competitivo”.
Assocarta non chiede nulla di più delle stesse condizioni dei concorrenti in Francia e Germania: “Applicare il limite massimo dello 0,5% del valore aggiunto per gli oneri parafiscali della bolletta elettrica nell’applicazione dell’art. 39, attesa da anni e nella riforma della tariffa elettrica”, ha aggiunto Marchi sottolineando che “si tratta di applicare la disciplina comunitaria per gli energivori approvata nel luglio 2014”.