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Vi spiego perché l’Italicum va cambiato. Parla Cicchitto (Ncd)

“Noi siamo per il sì – senza se e senza ma – al referendum costituzionale. Ma l’Italicum va cambiato perché è ormai un controsenso di fronte al meccanismo tripolare affermatosi nella politica italiana. E a Matteo Renzi dico scherzosamente: il motto tanti nemici tanto onore non portò fortuna…”. Parla con Formiche.net Fabrizio Cicchitto, presidente della commissione Esteri di Montecitorio, esponente di spicco e fondatore del Nuovo centrodestra di Angelino Alfano.

Presidente Cicchitto, perché e come bisognerebbe cambiare la legge elettorale? Il premier Renzi continua a dire che è la migliore che si sia.
L’Italicum presupponeva, forse con un’analisi superficiale, che il tripolarismo uscito dalle elezioni del 2013 non si consolidasse, che quello dei grillini fosse un fuoco fatuo e che, quindi, per molti aspetti fosse una legge fatta su misura per un bipolarismo un po’esasperato, da essere portato alle estreme conseguenze. Poi, ad essere un po’ malizioso, potremmo anche dire che l’Italicum è strutturalmente influenzato dall’ipotesi di dire il giorno dopo chi ha vinto, ma su questo si innestava anche la certezza che il voto del 40 per cento del Pd alle Europee si sarebbe consolidato e, quindi, di fatto oltre al bipolarismo ideale ci sarebbe stato un bipolarismo sostanziale con un partito vincente che avrebbe avuto anche lo strumento della legge elettorale per portare a compimento l’opera, senza tante complicazioni.

Invece il fuoco di paglia si è dimostrato proprio quel 40 per cento del Pd nel 2014, dissoltosi poi alle recenti amministrative?
Proprio così. Il paradosso è che nessuno ha i voti in tasca o in banca. Anche Pier Luigi Bersani, sulla base delle elezioni politiche del 2013, pensava di avere la maggioranza in tasca e fece una campagna elettorale molto circospetta, mentre Silvio Berlusconi impazzava sulle tv e Beppe Grillo sulla rete. Il risultato fu che Berlusconi fece una rimonta rispetto alla catastrofe che si profilava, che il M5s addirittura si affermò come primo e che il Pd non prese la maggioranza.

Mai dato per scontato niente?
Soprattutto in politica. E non si può neppure dare per scontata la fase attuale del M5s, che utilizza molto in tutte le situazioni locali gli errori fatti dal centrodestra e dal centrosinistra. Infatti, non a caso, pure il risultato dei Cinque stelle non si può dare per generalizzato, perché è concentrato in due grandi città e 20 Comuni. Poi per il resto, del M5s non si hanno grandi notizie.

Perderebbe quattro punti rispetto alle Europee, secondo l’Istituto Cattaneo.
Sì perde 4 punti, non ne guadagna 10 ma non ne perde neppure 20. Quindi rispetto al meccanismo tripolare l’Italicum è un controsenso.

Che fare?
Il che fare è molto semplice. Si tratta di rivedere la legge elettorale secondo ragionevolezza, nel momento in cui c’è una cosa che può produrre un risultato abnorme.

Qual è?
Essendoci un meccanismo tripolare con il ballottaggio puoi determinare come conseguenza che anche a parità di forze, una delle tre si allei con quella che è arrivato al ballottaggio e la faccia vincere, stravolgendo anche il quadro degli equilibri politici e elettorali. Bisogna quindi fare un bagno di umiltà e riconoscere che si è fatta una previsione sbagliata e che quindi unica via più ragionevole è rifare una legge elettorale in cui il premio di maggioranza venga dato non a un singolo partito ma alla coalizione.

Anche perché qui sono in campo tre forze che sembrano più o meno, con tutte le sfumature del caso, fare a pugni tra loro.
Non solo, aggiungo che c’è un altro elemento in campo: l’astensionismo e in una situazione di astensionismo crescente eccedere nel premio di maggioranza e stabilire il meccanismo dei ballottaggi può portare un partito del 25 per cento a prendersi molto ma molto di più del 50 per cento dei deputati.

Con il rischio di una situazione poco democratica?
Diciamo che ci sarebbero una serie di forzature. Che però non mettono in discussione la riforma costituzionale che è positiva perché innovativa e significativa rispetto al meccanismo del bicameralismo. Va rimessa invece in questione la legge elettorale perché vista la rapidità dei cambiamento in politica anche per cose risalenti a sei mesi o a un anno fa, un mese di oggi vale circa 5 anni del passato.

Ora però le potrebbero fare la solita obiezione secondo la quale con il premio alla coalizione si rimetterebbero in moto a sinistra e a destra coalizioni rissose e divise che rendono i governi poco governanti. Cosa replica?
I nodi non sono istituzionali ma politici: la coalizione può essere più o meno omogenea sul programma, conservatore o innovatore che sia. Ma vale lo stesso discorso per il partito. Anche perché (come prevede l’Italicum ndr) se due partiti diventano strutture fondamentali all’interno di essi convergerà una tale quantità di forze che altro che coalizioni rissose! Basta solo guardare a cosa accade dentro il Pd: malgrado la forte leadership di Renzi non mi pare proprio un partito monolitico e ciò si riflette su, sul parlamento e sul governo! Le contraddizioni trovano sempre mille modi di manifestarsi.

Insomma il rischio sarebbe di avere due partiti rissosi a destra e a sinistra, ricalcando il passato dell’Ulivo da un lato e della Cdl, poi Pdl dall’altro?
Certo. Il centrodestra poi deve riflettere sul fatto che ha bisogno della coalizione per stare in campo, altrimenti la partita sarà tra M5s e Pd e casomai il centrodestra, una volta estromesso, potrà prendersi al massimo il gusto per fare un dispetto al PD votando i grillini.

Ma è vero che Alfano minaccia la crisi se non si cambia l’Italicum?
Alfano non ha minacciato la crisi. Non c’è questo ingranaggio ricattatorio. Ma c’è invece la richiesta di una riflessione politica su ciò che sta avvenendo. O tu a una forza politica offri un progetto politico oppure è poi evidente che le cose rischiano di complicarsi .

Dentro Ncd c’è chi starebbe spingendo per tornare nel centrodestra con Berlusconi. Che ne pensa?
Reputo che sia impraticabile e impossibile per Ncd ritornare in un centrodestra che non è neanche a guida Berlusconi. C’è il rischio che la componente più estremista (Fratelli d’Italia e Lega ndr) svolga un ruolo trainante. Se dovessi dare consiglio allo stesso Berlusconi gli direi di pensarci due volte prima di infilarsi in una coalizione in cui i pesi politici e culturali non sono più quelli di una volta con Forza Italia che oscillava tra il 25 e il 30 per cento e c’era una Lega tutta nordista. Oggi è tutto cambiato, sono cambiati i rapporti di forza, cambiati gli orientamenti. Berlusconi e Forza Italia rischiano di essere risucchiati in una deriva estremista che, con il vento che tira, ha una dimensione europea e internazionale. Non a caso Salvini parla di uscita dall’euro, ma ciò sarebbe molto di più di Brexit.

Non a caso però il presidente dei deputati azzurri Renato Brunetta ha già chiesto il premio alla coalizione.
Il premio alla coalizione mi sembra la via della ragionevolezza e quello del rifiuto di questa soluzione invece la via dell’arroccamento che non so dove porti. Sono per dire a Renzi: noi ti votiamo, come ha detto anche il segretario del Psi Riccardo Nencini, senza se e senza ma la riforma costituzionale, non siamo nel cartello del no, ma riteniamo che la legge elettorale per il contesto che si sta determinando deve essere modificata e cambiata per il bene di tutti. Io mi auguro che Renzi, e la mia battuta è scherzosa, rifletta sul fatto che nella storia italiana il motto tanti nemici tanto onore non ha portato tanta fortuna a chi lo ha cavalcato, come si è visto

Lei come ha già detto sempre a Formiche.net il vicecapogruppo di Ncd alla Camera, Sergio Pizzolante, vede un futuro di Ncd in un rapporto collaborazione-competizione con il Pd, insomma sul modello del rapporto del Psi con la Dc?
Ovviamente è una battuta per capirci meglio.

Lunedì 4 luglio, alla Camera, lei presenterà il libro di Enzo Tortora che non è stato possibile presentare in Senato. Quale è il significato di questa iniziativa?
Il filone garantista rimane per me un punto fondamentale di riferimento. Ben volentieri abbiamo fatto si che la Camera, sede istituzionale, fosse anche sede della presentazione del libro di Tortora fatto di lettere alla sua compagna Francesca Scopelliti. L’iniziativa ci consente di ripercorrere una delle più grandi tragedie giudiziarie vissute in questi ultimi trent’anni anni. Parteciperà anche il ministro di Grazia e Giustizia Andrea Orlando. È un fatto molto positivo così come ritengo positivo che la presidente Laura Boldrini abbia concesso questa sala per fare questo dibattito.

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