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Perché l’Italia trema. L’analisi del prof. Bonatti (Columbia University)

terremoto amatrice @life983

Perché l’Italia trema? Perché il centro del Paese è stato interessato da un terremoto che ha provocato oltre 200 morti? A questi e ad altri interrogativi risponde oggi con chiarezza il professor Enrico Bonatti, Senior scientist della Columbia University (Lamont-Doherty Earth Observatory), che ha scritto un articolo sul Sole 24 Ore. Ecco alcuni dei brani salienti dell’analisi di Bonatti.

GLI EFFETTI DELLA STORIA GEOLOGICA DELL’ITALIA

“Siamo tutti consapevoli della complessa storia geologica della nostra Penisola, che ha portato con sé una forte e frequente attività sismica, movimenti verticali e orizzontali di blocchi di crosta terrestre, formazione di catene montuose, erosione e vulcanesimo intenso. Questa complessità deriva dal fatto che la nostra Penisola si è trovata sin dall’inizio della sua storia, svariati milioni di anni fa, al confine tra grossi blocchi o zolle di litosfera terrestre, la zolla Euroasiatica e quella Africana, con in più il relitto di un’antica litosfera oceanica. Queste diverse zolle, spinte da movimenti del mantello terrestre sottostante, nel tempo si scontrano o si allontanano l’una dall’altra. I terremoti sono causati da questi movimenti”.

L’EPICENTRO DEL SISMA

“L’epicentro del terremoto più distruttivo tra quelli della notte del 24 agosto, con magnitudo di circa 6.0 della scala Richter, è stato localizzato nel villaggio di Accumoli, non lontano da Amatrice. L’ipocentro (o sorgente) di questo evento si calcola fosse non più profondo di 10 Km, cioè relativamente vicino  alla superficie”.

COSA SUCCEDE CON I TERREMOTI POCO PROFONDI

“I terremoti con origine poco profonda tendono ad avere effetti maggiori in superficie, ad essere quindi i più distruttivi. I primi dati registrati dalla serie di sismi di queste ultime ore ci suggeriscono che i movimenti della crosta terrestre legati a questi eventi avvengono in un sistema lungo oltre 20 Km di faglie orientate circa NNW-SSE, cioè parallele alla catena Appenninica. Il movimento lungo queste faglie sembra essere distensivo, sembra cioè testimoniare un’estensione della crosta terrestre in direzione perpendicolare all’asse della catena Appenninica. Sembra insomma che le caratteristiche e le cause dei terremoti appenninici delle ultime ore siano molto simili a quelle degli eventi culminati nella tragica distruzione dell’Aquila nel 2009”


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