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Ecco come il governo studia il rilancio del sito Alcoa di Portovesme

“Attraverso Portovesme sarà possibile garantire un futuro industriale all’intera provincia del Sulcis Iglesiente”. Le parole di Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm sintetizzano il finale di un incontro ministeriale sulla vertenza Alcoa che non era iniziato nel migliore dei modi.

L’INCONTRO AL MISE

Le parti interessate si sono ritrovate al dicastero dello Sviluppo economico dopo l’incontro del 3 agosto in cui erano di fatto sfumate le possibilità di Glencore, multinazionale svizzera, di acquisire lo stabilimento siderurgico ubicato in Sardegna. L’ingresso del ministero dello Sviluppo economico questa mattina risultava presidiato dalla polizia con una decina di blindati delle forze dell’ordine parcheggiati tra via Veneto, piazza Barberini e via del Tritone, in attesa di 150 lavoratori dell’Alcoa venuti sul continente per manifestare il disagio della loro situazione.

IL DISIMPEGNO DI ALCOA

Nell’ultima decade d’agosto Alcoa aveva fatto sapere che non avrebbe prodotto mai più alluminio nell’impianto di Portovesme, nel Sulcis. Contro la decisione del colosso dell’alluminio di voler abbandonare la Sardegna, si è schierato fin da subito anche il ministero dello Sviluppo economico retto da Carlo Calenda che ha definito l’annuncio “inatteso e inopportuno”. In questa vertenza sono coinvolti 420 lavoratori diretti e 350 addetti degli appalti. All’origine della decisione di Alcoa c’è stata la multa da 300 milioni di euro inflitta nel 2011 dalla Commissione europea che ha dichiarato le tariffe preferenziali riconosciute alla multinazionale quali aiuti di Stato illegittimi. Dal primo gennaio 2013 tutti gli operai sono finiti in Cig e due anni dopo in mobilità. Intanto, con il coinvolgimento di Governo e Regione, sono proseguite le trattative con società interessate ad acquisire lo smelter. La più seria è stata la trattativa avviata proprio con la svizzera Glencore. Ma anche questa è andata pian piano affievolendosi.

LA PROTESTA DEI LAVORATORI

Ecco perché i lavoratori dell’Alcoa che sono giunti a Roma hanno manifestato la concreta intenzione di rimanere finché non avessero avuto novità sul loro futuro. Addirittura, i manifestanti avevano portato le tende, con l’intenzione di montarle in via Molise, davanti all’ingresso del ministero. Per tutta la durata della riunione hanno scandito cori e “martellato” l’asfalto picchiando i loro caschi da lavoro. Coi giornalisti si sono lamentati per “l’eccesso di controlli” a cui sono stati sottoposti appena sbarcati al porto di Civitavecchia. Ma poi tra uno slogan ed un altro sono stati con le “orecchie tese” ad attendere buone nuove che giungessero dall’aula “Parlamentino” del Mise dove si svolgeva l’ennesimo vertice.

L’INVITO DI BENTIVOGLI ALLA CONCRETEZZA

E’ stato il leader della Fim Cisl a farsi sentire per primo: “Alcoa continua ad impedire l’avvio di qualsiasi due diligence a nuovi potenziali investitori. Il Governo deve garantire immediatamente lo sblocco di questi impedimenti posti dalla multinazionale americana – ha detto Marco Bentivogli – Questi erano gli impegni annunciati nell’incontro di agosto e da qui si deve ripartire immediatamente. Gli ammortizzatori sociali stanno terminando e il Sulcis è sempre più in ginocchio. Il tempo passa e dopo due anni Glencore non ha fatto avere più notizie sulla sua disponibilità ad acquisire lo stabilimento.Bisogna uscire dall’incontro con impegni concreti”.

LA SVOLTA DESCRITTA DA GHINI

E la svolta è arrivata. “Il Governo oggi – ha spiegato Mario Ghini, segretario Uilm – ha realizzato una vera e propria operazione di politica industriale per salvaguardare il sito sardo e garantire la continuità produttiva a Portovesme. Il ministro Carlo Calenda ha illustrato le azioni che il Governo vuole mettere  in campo per lo stabilimento in questione ed ha chiesto alla multinazionale Alcoa di attivarsi secondo una precisa serie di modalità. Prima di tutto l’ha invitata a sospendere lo smantellamento dell’area per ulteriori 12-18 mesi. In questo arco temporale il governo ricercherà un compratore e, nel momento in cui lo troverà, sgraverà di responsabilità Alcoa  attraverso Invitalia che sarà utilizzata per la vendita al compratore individuato.Nel caso non si trovasse un compratore nei 12-18 mesi indicati, il governo si assumerà  l’eventuale responsabilità dello smantellamento Questo permetterebbe di eliminare per Alcoa la possibilità di poter scegliere l’eventuale compratore, mettendo  in capo all’esecutivo l’onere suddetto. E’ stato chiesto ad Alcoa di avviare una ‘new diligence’ immediata per definire in tempi brevissimi il valore complessivo dell’operazione. Alcoa,inoltre, dovrà garantire un preciso  impegno economico rispetto ad ogni evenienza riscontrata tra le diverse prospettate, perché questa propensione potrà servire a coinvolgere eventuali nuovi compratori.In tal modo non esisterà più il cosiddetto ‘filtro Alcoa’ che, fino ad oggi pare aver impedito soluzioni industriali aperte a nuovi compratori”.

PROSSIMA RIUNIONE IN SARDEGNA

Ha continuato Ghini: “Alcoa si è impegnata entro una settimana a presentare un contratto al Mise funzionale alla proposta avanzata dal dicastero competente.Inoltre, da oggi il Governo inserirà il Sulcis tra le Aree di crisi complessa e questa condizione permetterà di avere ulteriori 12 mesi di strumenti sociali usufruibili dai lavoratori del Sulcis. Come Uilm abbiamo espresso, quindi, un giudizio estremamente positivo per le iniziative enunciate dal governo  e concretamente utili al sito di Portovesme. Siamo fermamente convinti che, dopo anni di confronti spesso inconcludenti e dopo aver inseguito invano questo o quel compratore, oggi possiamo  affermare che il ministro Calenda ed il Governo nel suo insieme  hanno gettato le basi per poter garantire un futuro industriale alla provincia del  Sulcis Iglesiente. Tra due settimane tra sindacato e Governo si terrà proprio in Sardegna una riunione di aggiornamento sulla vertenza Alcoa e su quanto stabilito oggi”.


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