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Ecco il vero stato di salute della sanità in Italia

Non avverrà, ma noi vorremmo che un grosso politico in incognito, perdesse parecchi giorni della sua vita per cercare di utilizzare il Ssn in alcune Regioni del Nord, del Centro e del Sud. Si renderebbe conto di quanto l’informatizzazione sanitaria sia ancora all’a-b-c e di quali difficoltà abbia un cittadino italiano, residente in una certa provincia, per cercare di ricevere prestazioni sanitarie – anche solo ambulatoriali – in altre province. Talora, addirittura, in Asl diverse da quella di residenza.

Fascicolo sanitario elettronico individuale? Ma quando mai!

Centro unico di prenotazione (Cup) su base provinciale? Un miraggio, quasi ovunque!

Trasparenza sulle liste di attesa ambulatoriali? Inesistente.

Controllo sulle esenzioni sanitarie per reddito? Se fatto, solo su piccoli campioni, ma mai sulla base dei dati pensionistici Inps (ad esempio) o su dati incrociati tra le autocertificazioni e i dati Aci.

La mancanza di una tessera sanitaria elettronica (realmente elettronica) rende difficile financo pagare i ticket. Ancora oggi molti Cup utilizzano largamente il cartaceo e solo incidentalmente alcuni sistemi informatici. Così, pagare i ticket può diventare una specie di calvario per i cittadini italiani. E solo per loro, perché tanto i migranti economici non pagano ticket, loro.

Se la gestione della Sanità è regionale, perché non responsabilizzare i governatori, vincolando i finanziamenti sanitari anche a questo fondamentale aspetto?


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