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Terremoto del 30 ottobre, l’analisi dei geologi

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“Se da una parte questa sequenza è fortemente preoccupante, dall’altro lato la propagazione laterale fa sì che si verifichino una serie di terremoti forti ma non fortissimi”. E’ quanto sottolineano gli esperti del CNR-IGAG (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria) diretto da Paolo Messina. È stato a Norcia, in Umbria, l’epicentro del terremoto magnitudo 6,5 registrato la mattina del 30 ottobre.

IL COMMENTO DEGLI ESPERTI DEL CNR-IGAG

“Ogni volta che si sviluppa un terremoto lungo una superficie di faglia, la zona ipocentrale si scarica (rilassamento) e vengono caricati i volumi adiacenti (lateralmente) alla faglia stessa. Tali volumi, sottoposti ad un nuovo stato di stress, possono cedere (rompersi) e generare terremoti a loro volta”, sottolineano Messina e Andrea Billi del CNR-IGAG.

CHE COSA STA SUCCEDENDO 

“Sono processi di propagazione laterale della sismicità (contagio) relativamente frequenti, già osservati in altre aree sismiche della Terra come per esempio in Turchia, California e Haiti”. Questo processo – continuano gli esperti del CNR-IGAG – “sta coinvolgendo l’Appennino centrale in questi mesi. Il terremoto si è spostato da Amatrice verso nord, nell’area di Visso e Ussita, e da questi luoghi oggi nuovamente verso sud nell’area di Norcia, dove il terremoto di Amatrice di agosto si era arrestato”.

LA TEMPISTICA E GLI SCENARI

Gli intervalli di tempo tra un terremoto forte ed una altro forte adiacente – spiegano i ricercatori del CNR-IGAG – possono essere di anni o decine di anni, ma anche giorni o mesi come sta accadendo oggi in Appennino centrale: “Purtroppo non siamo in grado di prevedere quando e come tale sequenza sismica andrà a scemare, né possiamo in linea teorica escludere altri terremoti forti come e più di quelli avvenuti fino ad oggi in aree adiacenti a quelle colpite in questi mesi”. Va però detto – concludono Messina e Billi – “che se da una parte questa sequenza è fortemente preoccupante, dall’altro lato la propagazione laterale fa sì che si verifichino una serie di terremoti forti ma non fortissimi. Molto peggio sarebbe se tutti questi segmenti della facomunicaglia (Amatrice, Visso, Norcia) si fossero mossi tutti insieme generando un terremoto di magnitudo almeno 7.0”.

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