C’è poco da discutere: la green economy non è più soltanto – ove lo fosse mai stata – una possibile strada tra le tante che imprese e istituzioni potrebbero decidere di seguire. Al contrario, oggi, rappresenta una scelta obbligata per rendere l’economia più sostenibile ed efficiente e adeguare il mondo del lavoro alla rivoluzione tecnologica in corso.
Il messaggio arriva dall’università Luiss che ha ospitato il Green day organizzato da Formiche e Agol in partnership con Enel e Leonardo. Al dibattito – moderato da Paolo Messa – hanno partecipato, tra gli altri, anche l’eurodeputata Pd Simona Bonafè – relatrice al Parlamento europeo del nuovo pacchetto legislativo sull’economia circolare – e, in collegamento video, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
“La differenza tra green e brown economy non esiste più: l’economia di oggi deve rispondere necessariamente alle esigenze di tutela dell’ambiente“, ha detto Galletti reduce dalla COP22 di Marrakech. Il motivo – ha spiegato il ministro – è da rintracciare, innanzitutto, in una nuova sensibilità che si va affermando nell’opinione pubblica, sempre più attenta a questo genere di tematiche. In questo senso il merito – ha ricordato il vescovo ausiliario di Roma Lorenzo Leuzzi – è anche da attribuire all’enciclica Laudato sì di Papa Francesco del maggio 2015.
Dall’altra parte questo interesse appare oggi anche in linea con le priorità di sviluppo del sistema delle aziende, ormai giunto – almeno in molti casi – alla consapevolezza di dover procedere in questa direzione, come ha affermato ancora Galletti: “Gli imprenditori hanno capito che si può produrre risparmiando materia ed energia“. D’altronde, le imprese attive nel settore della green economy sono riuscite a resistere anche nel periodo più buio della crisi economica. Anzi – ha sottolineato Bonafè – “sono cresciute sia sotto il profilo dell’occupazione, sia dal punto di vista delle quote di mercato detenute“.
La dimostrazione che non si tratta soltanto di una questione cara agli ambientalisti o di una materia astratta da studiare in termini scientifici. Tutt’altro: rappresenta, al contrario, un tema concreto, di natura insieme economica ed ambientale, che chiama in causa il modo in cui vengono utilizzate le risorse – per definizione limitate – e in cui vengono prodotti i beni. “La green economy deve diventare l’elemento portante della politica industriale dei prossimi anni“, ha aggiunto ancora Bonafé.
Una sfida fondamentale per il sistema Paese, “da affrontare senza divisioni, ma con un rinnovato spirito di unità“. Un auspicio – quello di Bonafè – rivolto tanto alla politica quanto alle istituzioni: “Si pensi ai Comuni, impegnati nella creazione delle cosiddette smart city: è chiaro che se vogliamo vincere questa sfida non possiamo fare a meno di loro“.
Il tutto combinato, ovviamente, con l’innovazione tecnologica che sta trasformando alla radice ogni settore produttivo. Un esempio in tal senso è rappresentato dalle evoluzioni in corso nel campo della tecnologia satellitare, ormai così sviluppata da consentirci di studiare e capire nel dettaglio fenomeni naturali quali lo scioglimento dei ghiacciai o la deforestazione. “La tecnologia ci consente di instaurare un circolo virtuoso“, ha commentato l’amministratore delegato di Telespazio Luigi Pasquali che ha citato i tanti progressi ottenuti nel settore dell’agricoltura.
E poi, ancora – su un altro versante – il tema della mobilità sostenibile, a cui le major globali dell’automotive destinano risorse sempre crescenti. “Volkswagen ha appositamente stanziato tre miliardi“, ha ricordato il capo degli Affari istituzionali di Enel in Italia Massimo Bruno. E l’Italia? “Non dobbiamo perderci in lotte di piccolo cabotaggio mentre gli altri avanzano. Dobbiamo costruire anche noi la nostra filiera“.
La mattinata è poi proseguita con altre tre panel tematici. Il primo – dedicato alle cosiddette città intelligenti – è stato moderato dall’esperta della presidenza del Consiglio dei Ministri Francesca Santolini e ha visto la partecipazione di Andrea Gumina (Policy Advisor G7 Sherpa Office presidenza del Consiglio dei Ministri), di Matteo Giuliano Caroli (professore di economia e gestione delle imprese internazionali della Luiss), di Davide Ciciliato (responsabile mercato Italia Area Centro di Enel) e Alessandro Fanella (Energy manager di Leonardo).
A moderare il tavolo sui temi dell’alta tecnologia è stato, invece Roberto Race (Chief Strategy Officer di Protom) che ha dibattuto con Stefano Marguccio (Consigliere diplomatico del ministro dell’Ambiente), il professore della Luiss Michele Sorice, Dianamaria Pacchioni (responsabile Innovazione e New Business Mercato Italia di Enel) e Massimo Comparini (amministratore delegato di e-Geos).
Il focus finale è stato invece concentrato su cibo, clima ed energia: dopo i saluti introduttivi di Enzo Moavero Milanesi – ex ministro per gli Affari Europei e direttore della School of Law della Luiss – sono intervenuti Massimo Fiorio (vicepresidente della commissione Agricoltura della Camera), Daniela Corona (del master Luiss in Food Law), Mariangela Alterini (CSR manager di Leonardo) e Andrea Valcada (Head of Sustainability di Enel).